Giustizia nel caos. Lupacchini: “Lo scontro con Gratteri è stato creato ad arte”

di Saverio Di Giorno

E alla fine tutti i salmi finirono in gloria. O quasi. Il procedimento disciplinare a carico dell’ex procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini si è concluso come chi ha seguito la vicenda si aspettava. Il procuratore Lupacchini era accusato di aver denigrato Gratteri nella famosa intervista a Tgcom24 e di aver condiviso sul suo profilo facebook la petizione a favore di Facciolla. Per il primo punto è stato ritenuto colpevole, mentre per il secondo assolto. Confermato, quindi, il trasferimento. Questa era una decisione largamente prevedibile, quello che è invece più interessante è quello che ha raccontato Lupacchini nelle sue dichiarazioni spontanee ricostruendo gli ultimi anni di storia calabrese.

Fulvio Gigliotti

Era una fine prevedibile anche secondo Lupacchini, che non ha mancato di far notare il pre-giudizio del consiglio nei suoi confronti. A questa frase (e senza esser ancora nominato) il componente Fulvio Gigliotti risponde piccato dicendo a Lupacchini di “correggere il tiro”. Gigliotti era stato protagonista di un botta e risposta con Enza Bruno Bossio quando questa aveva definito le indagini di Gratteri solo “show” e lui aveva difeso l’operato di Gratteri. Lupacchini ricorda l’episodio prendendo le distanze dalla Bruno Bossio e la “giusta” difesa di Gigliotti e lo ricorda anzi per spiegare che le sue parole di critica non hanno il senso e non sono le stesse della Bossio come qualcuno ha voluto far credere…

E qui si arriva al punto. L’intervista è stata letta da molti (e anche dal ministro Bonafede) come l’esplosione di uno scontro tra Gratteri e Lupacchini. Quest’ultimo nelle sue dichiarazioni ha ricostruito come è nato lo scontro e quali giornali hanno contribuito a crearlo. Uno scontro creato ad arte sui giornali secondo il procuratore.

In particolare Lupacchini riprende gli articoli a firma di Guido Ruotolo che anticipava di almeno dieci mesi la grande operazione che si sarebbe abbattuta sulla Calabria, e un altro articolo a firma di tale Tinti. Articoli nei quali si anticipano eventi e si parla di manovre per delegittimare Gratteri. Ed è ancora in questi articoli che si parla degli scontri tra toghe a Catanzaro. E chi è la fonte primigenia di queste informazioni? Paolo Pollichieni. Giornalista ora defunto e direttore del Corriere della Calabria. Giornalista e amico di Gratteri. Della figura di Pollichieni ci si è già occupati.  http://www.iacchite.blog/why-not-e-i-magistrati-corrotti-de-magistris-denunciammo-anche-magistrati-cosentini-ancora-operanti/

A questi giornali si aggiungono le fughe di notizie sul Fatto Quotidiano, sia quella sui quindici magistrati indagati, sia quella sull’audizione al CSM tra Gratteri e Lupacchini.  Mette in ordine date e articoli Lupacchini, e nota che questi articoli non uscivano casualmente, ma con una certa frequenza e in certe date precise e gonfiando l’idea che a Catanzaro ci si stava scannando.

A questo punto Lupacchini precisa anche gli episodi che generalmente sono presi come esempio dello scontro: l’indagine sul maresciallo Greco e la nomina di Lardieri.

Per il primo episodio Lupacchini ricorda che dal momento che Catanzaro di fatto stava indagando la procura di Castrovillari sovrapponendosi ad un’altra indagine ed è sempre Catanzaro a chiedere a Lupacchini se c’erano gli estremi, il procuratore generale chiede se si fossero coordinati con Castrovillari. Risposta: “non posso dirlo”.  Lupacchini porta a testimonianza lo scambio con Gratteri.

Il maggiore Gerardo Lardieri

Per la nomina di Lardieri Lupacchini dice che preferisce la nomina del maggiore a quella di colleghi più alti in grado perché si fida delle rassicurazioni che gli provenivano dal distretto; quando la stampa tira fuori i guai giudiziari di questo quando era a Reggio Calabria (riguardanti latitanti) approfondisce e chiede spiegazioni e gli viene risposto che dopotutto poteva informarsi.

Lupacchini quindi, rimarca, non ha mai contestato le azioni di Gratteri. Quello che ha detto nell’intervista sull’abitudine di Catanzaro a saltare le regole normali di coordinamento, lo aveva già chiarito davanti agli organi e nelle sedi ufficiali senza che ci fossero conseguenze ed era noto a tutti anche per quelle fughe di notizie. Non solo senza conseguenze, ma ogni qual volta ha chiesto chiarimenti o vere e proprie indagini su fughe, o altri avvenimenti a Catanzaro ha sempre ricevuto non risposte.

Secondo Lupacchini il clima creato evidentemente ad arte da questi episodi ha forzato l’interpretazione di un’intervista lunga nella quale oltre a ricordare quello che aveva già detto (il mancato coordinamento), non ha fatto altro che riprendere il parere della Cassazione su passate indagini (l’evanescenza) e anche questo era noto a tutti. Su Rinascita- Scott non poteva dire nulla perché appunto non sapeva nulla.

Sostanzialmente, quindi, a Lupacchini viene contestato di aver portato alla luce, tramite intervista in un Tg beghe e problemi che, secondo il Csm, è bene tenere riservati (è bene?).

Ma allora si pone il dubbio Lupacchini nelle battute iniziali: quando Gratteri lancia accuse generalizzate e generiche sui giudici dicendo che una buona parte sono corrotti e che la storia giudicherà il perché delle assoluzioni cosa fa se non tirare fuori elementi che sarebbe bene avere riservati almeno fino a indagine e sentenza? E se lui con un’intervista mina il buon nome della magistratura cosa fa la magistratura stessa e i suoi organi con tutti gli scandali a cui ci hanno abituati?

O tutti o nessuno. Alla logica rimarrà comunque un dubbio irrisolto: si può accusare un magistrato di aver oltrepassato il limite e la misura, di aver detto troppo alla stampa contestando un’intervista dove appunto quel magistrato stesso sottolineava degli atteggiamenti troppo stretti con la stampa?

Alla storia invece, grazie anche al materiale depositato da Lupacchini, potranno forse iniziare a sciogliersi molti nodi. E se risponde ad alcuni interrogativi altri ne apre: visto il clima, non è che lo scivolone è stato solo un pretesto… d’altra parte Lupacchini era già conosciuto in Calabria anche aldilà di Gratteri.