Gli italiani non hanno più fiducia nella magistratura. A dirlo è un sondaggio effettuato dalla Ipsos di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera. «Si profila dunque il rischio assai serio di un danno reputazionale che investe l’intero settore compromettendo la sua credibilità». E resta il dubbio che in futuro una qualsiasi inchiesta o sentenza che coinvolga uno o più politici possa essere screditata e considerata dall’opinione pubblica come una indebita competizione, commenta Pagnoncelli.
L’indice di fiducia, calcolato escludendo coloro che non esprimono un giudizio, si attesta a 39, il valore più basso di sempre, in flessione di 8 punti rispetto allo scorso anno e di ben 30 rispetto al picco più elevato raggiunto nel 2011 quando, all’apice della crisi economica e politica che portarono all’avvento del governo tecnico di Mario Monti gli italiani, disillusi rispetto ai partiti, riponevano le loro speranze nelle istituzioni di garanzia e nelle toghe. L’inchiesta giudiziaria che vede coinvolti alcuni membri del Csm per lo scandalo delle pressioni sulla nomina del procuratore di Roma ha avuto un’ampia risonanza ed è stata seguita con attenzione dal 26% dei cittadini a cui si aggiunge il 52% che ne ha sentito parlare, quindi solo il 22% ignora il tema.
Tra coloro che conoscono l’inchiesta (il 78%), la stragrande maggioranza (61%) ritiene si tratti di un vero e proprio scandalo che potrà minare l’onorabilità e la credibilità della magistratura mentre un’esigua minoranza (17%) tende a ridimensionare la portata della vicenda. I numeri del sondaggio non lasciano spazio ad altre interpretazioni: gli italiani non si fidano più dei magistrati, e questo è un dato che dovrebbe far allarmare tutti i politici, compreso il Presidente della Repubblica.
Ma niente accade, nessuno dei magistrati coinvolti in questo squallido scandalo dove la Giustizia oltre ad essere umiliata e derisa, è anche oggetto di mercimonio, si è fatto un solo minuto di carcere. Mentre per tutti gli altri sarebbe scattata la carcerazione preventiva. Lo scriviamo da sempre: la casta più potente e pericolosa d’Italia è quella dei magistrati. A loro è permesso tutto, anche delinquere senza mai pagare dazio. Possono inquisirti come e quando vogliono, anche senza prove, se scrivi a sputtani i loro loschi intrallazzi, tanto a costruire accuse farlocche sono bravissimi. Diceva bene chi nel corso degli anni ha sempre sostenuto: in Italia siamo tutti in libertà provvisoria.
Siamo tutti ostaggi di magistrati corrotti che in qualsiasi momento possono decidere di rovinarti la vita anche solo per antipatia, senza mai preoccuparsi del rispetto della Legge e della propria coscienza che a quanto pare in pochi hanno. È questa la triste realtà della Giustizia, e nessuna riforma potrà mai riformare la coscienza di chi è abituato a porre in essere abusi, e ad usare la Giustizia per meri interessi personali e di casta. Dei diritti dei cittadini non gliene frega niente, l’importante è tutelarsi tra di loro e conservare gli odiosi privilegi di cui godono. E chi li ostacola finisce in galera o perseguitato. Perciò bisogna sempre dire che i magistrati sono belli, bravi, e tutti onesti. Solo così non si rischia niente.