Global Sumud Flotilla parte per Gaza. Perché il mondo torni a ragionare

di Annachiara Valle

Fonte: Famiglia Cristiana

Tra le persone che portano i pacchi ci si saluta anche se non si sanno i rispettivi nomi. Ci si riconosce già qualche traversa prima della meta, in quel via vai di chili di farina e di zucchero, di lattine di pomodoro e legumi in scatola. Forse per il modo di sorridere, per la gentilezza, per quel guardarsi consapevoli di appartenere allo stesso genere umano. Nella vecchia sede del partito di rifondazione comunista, a Civitavecchia, come nei locali delle Misericordie a Santa Marinella, non si sa più dove sistemare i viveri che, copiosi, stanno arrivando per riempire le cambuse delle navi che salperanno a breve per unirsi alla “Global Sumud Flotilla”, la più grande missione marittima civile mai tentata verso Gaza. Una coalizione mondiale nata dal basso da attivisti per i diritti umani di 80 Paesi del mondo e che subito, senza colori politici, ha coinvolto credenti e non credenti, giornalisti, medici, sacerdoti, personalità dello spettacolo, persone comuni. Obiettivo: spezzare l’assedio verso la Striscia e creare canali umanitari stabili per far arrivare gli aiuti alla popolazione stremata della Palestina.

Qui a Civitavecchia, come a Genova, in poche ore sono arrivati molti più pacchi del previsto. Dall’anziano militante di partito ai ragazzi dell’oratorio, dalla signora che a fatica porta la sua busta della spesa alla ragazza che arriva con il cofano pieno di scatolette è tutta una catena di montaggio per sistemare al meglio le scorte per la partenza. Alessandra  chiama Sant’Egidio e la Caritas, qualcun altro la Croce Rossa perché nulla andrà perduto. Una volta che le cambuse delle imbarcazioni saranno piene, tutto quello che sarà avanzato si distribuirà a chi ne ha bisogno, così come latte, omogeneizzati e tutto ciò che non rientra nella lista dei generi richiesti servirà ad alleviare qualche altra sofferenza.

«Non me lo aspettavo, ma ci speravo», racconta Simona che, qui a Civitavecchia coordina la raccolta, «perché la nostra è sempre stata una città di porto e quindi aperta, una città di cuore. Ma quello che mi ha stupito è che sono arrivati subito aiuti anche dai comuni vicini. Questo è il segno che la gente non ha smesso di essere umana e non vuole stare a guardare. Noi speriamo che chi salperà riesca innanzitutto ad arrivare e che il loro interporsi con i propri corpi porti il mondo a ragionare. Quello che sta accadendo a Gaza è inaccettabile per un mondo che vuole definirsi civile e ciascuno di noi diventa colpevole se è silente o indifferente».

«Queste azioni dal basso», aggiunge don Renato Sacco, di Pax Christi, «sono molto utili così come i pellegrinaggi in Terra Santa, come ha fatto il nostro presidente di recente. Sono tutte azioni che concorrono all’unico obiettivo di difendere la vita delle persone, la loro dignità, di dire no alle guerre e al riarmo».

Quando è stata lanciata l’iniziativa della Global Sumud (parola araba che significa resistenza, ma anche resilienza, perseveranza, fermezza) Flotilla la risposta è stata immediata. Quelle coordinate, come dalla Focsiv e quelle delle singole persone. A Genova dove, ricorda don Renato, stanno lavorando per questa iniziativa anche la Caritas, la ong Music for Peace e il Calp (il Coordinamento autonomo lavoratori portuali lodato da papa Francesco per il rifiuto di caricare armi su una nave), le scorte di prima necessità da portare a Gaza hanno superato in poche ore le 40 tonnellate stabilite.

Al momento da tutto il bacino mediterraneo sono previste una ottantina di navi. Le prime partiranno da Barcellona il 31 agosto e poi via via si uniranno anche quelle italiane: da Genova, da Civitavecchia, da Fiumicino, da vari porti della Sicilia.

Una azione congiunta sulla quale, anche grazie ai social, si vuole mantenere la massima attenzione. Perché le uniche  armi che avranno a bordo sono l’amore e la solidarietà per gli altri esseri umani. E l’unica scorta, per loro e per la riuscita della missione, sarà l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale.