Hackeraggio a Iacchite’ e Corriere della Calabria: una sola regia?

Penso di poter dire, con umorismo, che dopo quello del Pentagono il nostro sito è quello che fa più gola agli hacker.

Noi di siti hackerati ne capiamo. Mi sono fatto una cultura in merito. E la cosa principale che ho capito è che quando ti attaccano gli hacker è quasi impossibile risalire alla loro identità reale. Tutto quello che si può fare, contro gli attacchi, è cercare di ridurre il danno. Non ci sono vie di salvezza. E non dipende neanche da quanto spendi in protezioni. Puoi solo complicargli un po’ la vita, ma alla fine, se così hanno deciso, ti “bucano” lo stesso.

Più volte abbiamo provato a risalire all’identità dell’hacker senza riuscire ad andare mai oltre ad un IP appartenente ad una “società” che fitta “macchine virtuali”, dopo di che giri, virtualmente, per il mondo senza mai trovare una fine. Però una idea su chi commissiona gli attacchi hacker ce la siamo fatta. E alla luce della notizia dell’hackeraggio, delle caselle di posta elettronica di quasi tutti i cronisti del Corriere della Calabria, si è rafforzata.

L’ultimo attacco hacker che abbiamo subito è stato il più disastroso, dal quale per fortuna, anche grazie alla fiducia dei nostri lettori, ci siamo quasi subito ripresi. Un attacco che è arrivato dopo la nostra pubblicazione di una serie di articoli sui cartelloni pubblicitari illegali della Pubbliemme.  

Subito dopo questi articoli abbiamo avuto una serie di problemi tecnici che bloccavano la pubblicazione, fino alla cancellazione, poi recuperata, dell’intero sito. Una coincidenza?  Probabile, fino a ieri. Ma, guarda caso, anche il Corriere della Calabria, dopo aver pubblicato una foto del titolare della Pubbliemme che si accompagna a due mafiosi, subisce un attacco hacker. In questo caso mirato ai cronisti nel tentativo di individuare, secondo me, le loro “fonti”. Perciò hanno svuotato le caselle di posta elettronica dei cronisti. C’è da giurarci che inizieranno a girare adesso “notizie scottanti” sui cronisti hackerati, un modo per “ricattare” anche chi ha osato scrivere ciò che non andava scritto (secondo i marpioni).

Una coincidenza anche questa? Aspettiamo la terza per poter dire che siamo di fronte ad una prova.

GdD