I due Ponti (di Pino Tassi)

IL VIADOTTO DI LONGOBUCCO E IL PONTE SULLO STRETTO

di Pino Tassi

E QUESTI  DOVREBBERO FARCI IL PONTE  SULLO STRETTO? C’è da rabbrividire. Ieri è caduto  un ponte sulla strada statale 177 silana che doveva collegare Longobucco con la costa jonica. Il ponte, ma che dico un viadotto, è stato travolto dalle acque del Trionto, un fiume, ma che dico una fiumarella, Impressionanti sono le immagini   filmate da un comune cittadino mentre il  viadotto crolla e le sue parole sono ancora più agghiaccianti, lui filma perché si aspettava che il ponte crollasse da un momento all’altro. Tutta la cittadinanza di Longobucco si aspettava questo avvenimento, la catastrofe passava da tempo da bocca in bocca.

Tutta la vicenda fa venire in mente il Ponte sullo Stretto. L’accostamento nasce spontaneo, irrazionale, emotivo, e fa venire i brividi. Se le nostre giunte regionali, se la nostra classe amministrativa, se i nostri politici non hanno saputo o potuto evitare il crollo di un piccolo viadotto sotto la mezza piena di una fiumarella, che cosa potrà succedere nella costruzione di un ponte avveniristico, a campata unica, la pù grande mai costruita, contro la forza delle correnti dello stretto, dei venti impetuosi che vi circolano e con un nemico terribile come il terremoto?

Roberto Occhiuto, oggi, ha effettuato un sopralluogo a Longobucco chiedendo con voce imperativa che bisogna individuale i colpevoli senza tentennamenti e indugi e si è complimentato con l’Anas per aver chiuso il viadotto qualche giorno prima del crollo, altrimenti sarebbe stata una catastrofe. Sarà la Magistratura ad individuare responsabilità, ritardi e complicità.

Dal  punto di vista politico a noi interessa sottolineare che quello che è accaduto è l’emblema della politica e del modo di governare la Calabria  da sempre. Prima grandi annunci, poi lavori a spizzico e mozzico tra grandi ritardi, poi di nuovo rifinanziamenti e altri grandi annunci, e così via in una spirale infernale che riguarda tutte le opere e le infrastrutture che si progettano in questa terra amara.

«La Sila-Mare è una delle infrastrutture che farà svoltare i territori e sarà presto una realtà», annunciava in aprile la consigliera regionale di Forza Italia Pasqualina Straface dopo un nuovo finanziamento di 14 milioni di euro. Il completamento dei lavori è previsto per il 31 dicembre 2023.

 Naturalmente la consigliera regionale di Forza Italia non si controlla e con toni trionfalistici continua: “La Sila-Mare è una delle infrastrutture che farà svoltare i territori. Inerpicandosi nel greto del fiume Trionto, ed alcuni tratti sono già conclusi da tempo, chiuderà la congiunzione stradale tra Mirto a Longobucco in un tempo di percorrenza di circa venti minuti rispetto ai 50 attuali. L’impegno della Regione Calabria, teso affinché l’importante opera viaria si concluda, una volta per tutte, sarà fondamentale per lo sviluppo, anche turistico oltre che economico, del territorio e delle comunità interne. Esprimiamo, quindi, grande soddisfazione per la volontà politica del governatore di chiudere due vicende annose”.

Sempre grandi proclami.  Sempre grandi riconoscimenti al Magnifico Presidente della Regione. Applausi.

Accostate queste parole con quelle altisonanti pronunciate da Salvini e dallo stesso Occhiuto sul Ponte sullo Stretto. Opera epocale, sarà una svolta per il territorio, finirà l’isolamento della Sicilia e della Calabria.  L’opera sarà realizzata in pochi anni e costerà poco. Poi gli anni si allungano, i lavori non partono, le revisioni dei prezzi si sovrappongono.

Sempre la stessa musica, di una classe politica senza idee che non sa programmare e vive alla giornata.

Oggi Occhiuto si è precipitato a Longobucco e pretende giustizia e chiarezza. Certamente le responsabilità dei ritardi e dei controlli mancati non sono della sua giunta, ma lui dov’era?  Dov’era il suo partito, Forza Italia? Dov’era la destra della  Meloni e  la Lega di Salvini ? Lui  che è stato per un decennio in Consiglio regionale e in Parlamento. E dov’era il centrosinistra e il Pd ? La vicenda del viadotto di Longobucco parte da lontano, continua con la giunta Scopelliti, attraversa quella Oliverio e giunge a quella Occhiuto. Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti politicamente.

Roberto Occhiuto non può fare come per la Sanità dove  attribuisce tutte le responsabilità ai vari commissari e non vede le responsabilità di una politica calabrese che si è mangiata la salute dei cittadini e che con il suo commissariamento vede i problemi ingigantirsi e aggravarsi.

Il Presidente Occhiuto dovrebbe  rispondere ad alcune semplici domande:  cosa ha fatto la sua giunta contro il dissesto del territorio in Calabria ? Che cosa ha fatto per evitare il crollo del viadotto a Longobucco ? Che controlli  e solleciti ha attuato ? E l’Anas che lui applaude fortemente, che interventi ha fatto in questi mesi? I dati allarmanti che hanno portato alla chiusura della strada da quanto erano a conoscenza  dell’Anas stessa?

Se un’intera popolazione era a conoscenza dello stato di precarietà del viadotto perché non si è intervenuti in questi anni?

La sua visita a Longobucco, più che un’attenzione alle ferite e ai problemi della nostra terra è sembrata una passerella, la solita immagine di efficienza e di attivismo che nasconde il nulla, l’incapacità a governare, l’inconcludenza di una classe politica e amministrativa.