I poveri e l’Europa (di Gioacchino Criaco)

I poveri e l’Europa

dalla pagina FB di Gioacchino Criaco 

Si capisce che per chi sia stato comodo sinora, il pericolo di un declino europeo sia fastidioso, la stretta degli imperi che minaccia di stritolare l’Europa rappresenti un dramma. E se ci fosse un’Europa forte, bella, pacifista e democratica sarebbe buono per tutti, una belluria per dirla in modo comprensibile.
L’Europa vista da sopra i sofà è stata per anni irresistibilmente affascinante.
Vista dal basso, economico e geografico, l’Europa è un dolore millenario: alle latitudini sudicie ha portato guerre e guerre e guerre, e vincoli e vincoli e comandi, s’è portata e si porta via ragazze e ragazzi, spopola i paesi, gli interni, sottrae vite, paesaggi.
Un dramma, per i Sud è stata sempre un dramma, e certo sarebbe bello se di colpo diventasse mamma, corresse in soccorso di noi che anneghiamo in mare o dentro le fabbriche.

E certo, è utile e bello parlare di un’Europa nuova, di idearne una daccapo. Per farlo hai voglia a dover liberare spazio, con chi comanda adesso o mediaticamente sostiene il comando, che discorsi vuoi farci? Riarmo e riarmo e lotta belluina fino all’ultimo soldato. Soldato che possibilmente provenga dal solito mare in cui generalmente abbondino i tonni.
No. Ai poveri, ai meridionali, ai sudici di ogni sponda mediterranea, l’Europa, da sempre, la vita l’ha resa un calvario. Sì, a un po’ di gente ha concesso un nido caldo sotto l’egida di un qualunque e marcio riscatto.
Ai poveri converrebbe scendere in piazza per opporsi all’Europa, cambiare prospettiva e costruire qualcosa di buono che stia a latitudini equatoriali. Follia che ovviamente sarebbe abbattuta per prima da questa bella e pacifica Europa.
Il declino dell’Europa è un dramma per quelli che in Europa ci stanno da ricchi, colmi di una ricchezza costruita a spese dei poveri. Come sempre, in battaglia, alla fine, ci dovrebbero morire i poveri.