Iacchite’ non piace ai potenti: non vi fermate ragazzi

di Alberto Laise

Iacchite’ non piace ai potenti. Non importa il colore politico, se imprenditori chiacchierati o criminali… chi gestisce il potere nella provincia di Cosenza prova un odio viscerale nei confronti di questa testata giornalistica.
E sono le ragioni di questa avversione che dovrebbero preoccuparci ancor più che l’atto di vile violenza compiuto ieri nei confronti di Michele. Quello che non sta bene a chi se la comanda a Cosenza e provincia è che ci sia un luogo, una sorta di “porto franco”, dove si dà spazio alle inchieste più scomode e voce ai cittadini che non hanno la forza di farsi sentire.

Può non piacere lo stile, può non piacere la forma poco “politicaly correct”… ma la sostanza non può mai essere messa in discussione. Fare l’elenco delle inchieste, poi tutte puntualmente verificate, non è necessario (ma una menzione a quella sul povero Donato Bergamini non possiamo eluderla), quello che è necessario diventa però lo stare accanto a Gabriele e Michele. Non sono bastati i tanti, troppi, intoppi “telematici” nel corso degli anni o le querele palesemente intimidatorie (ne abbiamo una in comune che a pensarci c’è solo da ridere…) per zittire la loro voce.

Ed ora è importante, una volta di più, ascoltare ciò che hanno da dirci, esprimere la nostra vicinanza ma, ancor di più, registrare i silenzi che diventano pesanti. Soprattutto quella politica, sempre pronta a dare la solidarietà per qualunque minchiata, che oggi sceglie di restare in silenzio. E me li immagino quei potenti, o ex potenti, per cui se scrivevi su Iacchite’ era più grave delle porcherie fatte a Piazza Fera, che oggi diranno “ben gli sta”
Sono questi silenzi, quei ghigni feroci di uomini e donne che si sono mangiati questa splendida terra che bisogna temere e combattere.
Non vi fermate ragazzi. Non smettete mai di raccontare le porcherie che uccidono questa terra. Ma è un appello quasi inutile questo… già vi vedo che siete più decisi che mai nel continuare il vostro lavoro.