IL COSENZA COME ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA
3 domande al sindaco facente funzioni sui Servizi di Igiene Urbana
Il clima nell’ambiente del calcio è completamente logorato, già da qualche anno gli Ultras e i tifosi senza interessi contestano, caparbiamente, la proprietà economica del Cosenza Calcio. Il rapporto tra la proprietà economica – holding 4EL Group legale Rappresentante Fabio Guarascio – e, si lasci passare il termine, la proprietà sociale – tifosi, Ultrà e Ultras – del Cosenza Calcio, non è mai stato particolarmente idilliaco. Già nei primi anni, quando la “fiducia” ancora era alle stelle, la parte sana della tifoseria aveva, certamente, potuto intuire di che pasta è fatta la proprietà del Cosenza Calcio (al tempo Nuova Cosenza). Per chi ha la memoria corta, ricordare il trattamento riservato a gente del calibro di Stefano Fiore prima, e Mauro Meluso dopo, dovrebbe aiutare alla ricostruzione del puzzle.
Dal 2024, il rapporto tra parte economica e sociale, dopo anni di alti e bassi (più bassi per la verità), si è inasprito e la contestazione si è allargata alla quasi totalità della tifoseria che, “portata alla frutta”, ha cominciato un lungo e motivato braccio di ferro contro la proprietà economica.
Si è chiesto con forza e determinazione la cessione del Cosenza Calcio pur sapendo che la proprietà non ne ha mai manifestato intenzione. La tensione è salita alle stelle, parte della tifoseria ha disertato lo stadio mentre è cresciuto l’astio verso la proprietà fino ad arrivare al punto di non ritorno.
Quando si arriva al punto di non ritorno tutto può accadere, chiunque può indignarsi e cominciare a cercare il pelo nell’uovo e, riguardo a questa vicenda, nessuno degli interessati può permettere che si scavi nei rapporti politico-affaristici intorno al Cosenza Calcio e alla gestione dei rifiuti. Gestioni legate a doppio filo, viziate sin dal primo giorno e che definire entrambe inconcludenti è un complimento.
C’è bisogno di distrarre, così accade quasi l’impossibile.
Forse incalzata da politicanti interessosi e (im)prenditori locali, gran parte della stampa, quella generalmente compiacente – direttamente o indirettamente – alla proprietà, diventa totalmente ostile. Un fatto, questo, che avrebbe dovuto lasciar pensare la parte sana della tifoseria.
Quando i distrattori di professione, storicamente posizionati dalla parte del più forte, improvvisamente esprimono posizioni vicine o che addirittura si sovrappongono e scavalcano quelle della parte di tifoseria che hanno sempre osteggiato, beh, vuol dire che la questione sta cambiando volto, sta per diventare “fiction”.
Quella stampa, facente riferimento a piccoli o grandi gruppi di potere, ha poi alzato il tiro, si sono ipotizzate flotte di magnati che avrebbero voluto comprare il Cosenza Calcio mettendo sul banco fior di milioni, oltre la promessa di raggiungere, in un batter d’occhio, la serie A. Quei pochissimi della stampa libera invece, si spera, non hanno mai creduto che il Cosenza Calcio fosse in vendita, cosa che, sotto-sotto, sanno anche quegli altri.
Grazie a questa presunta corsa all’acquisto del Cosenza Calcio, in gran parte della tifoseria, sono cresciute le aspettative e la speranza che sarebbe sceso, sulle rive del Crati, il Salvatore pronto ad acquisire le quote societarie. L’operazione distrazione di massa era già cominciata.
Come da copione, è stato incomprensibilmente, da più parti, invocato l’intervento della “politica”, che poi, parliamoci chiaro, sarebbe quel tipo di “politica” che è stata capace di chiudere gli Ospedali a favore delle strutture sanitarie private convenzionate (che tornano sempre, anche in questa vicenda). Si è chiesto l’intervento di quella “politica” che ha relegato la Calabria agli ultimi posti di una qualunque graduatoria civile e di civiltà.
In particolare si è richiesto l’intervento “istituzionale” del sindaco, perché l’autorevolezza proprio non gliela riconosce nessuno. Qualcuno ha chiesto addirittura di ritirare l’autorizzazione all’utilizzo dello stadio, mentre la massa ha invocato la testa della proprietà decapitata in pubblica piazza.
Infatti, “sputa ca t’annuminu”, da Palazzo dei Bruzi agganciano l’assist e sfruttano l’occasione per farsi propaganda politica, alimentando la “fiction” atta a buttare fumo negli occhi e quindi a distrarre la popolazione sportiva e non. Sì, perché anche le persone che non seguono il calcio si sono appassionate alla vicenda del Cosenza, come per spirito di cittadinanza. Insomma, tutti vogliono sapere quando e a quanto sarà ceduto il Club.
Il ruolo del sindaco facente funzioni
Siamo nei primi giorni di febbraio, in questo contesto da imbambolati, Sindaco e Presidente del Consiglio FF.FF., mettono in scena, fatto passare come un’imposizione, un incontro farsa con la proprietà del Cosenza Calcio, seguito da una tragicomica conferenza stampa nel Salone di Rappresentanza del Comune avvolto da plexiglass (altro che plastic free).
Lo scenario scimmiotta le conferenze stampa dei capi di Stato o di Governo: palchetto con tavolo e sedie in plexiglass, fondale prodotto con una vistosa ma inguardabile saldatura al centro, dove si trova stampato, sempre con vistosa saldatura, il logo della città taroccato come se Cosenza fosse uno Stato. Forse, come a voler dimostrare tutta la loro megalomania.
I due maggiori esponenti “politici” dell’amministrazione Adamo-Incarnato-DeCicco-5Stelle che guida il Comune di Cosenza, in quel clima surrealmente kitsch, dichiarano che la proprietà del Cosenza è decisa a cedere il club. Il sindaco facente funzioni che, al tempo dei fatti, probabilmente folgorato dalle promesse, forse adamiane, aveva già esternato una sua candidatura alla presidenza della Regione, si allarga, aggiunge di farsi garante delle trattative qualora qualcuno sia disposto a rilevare il club.
Grazie alla “fiction”, la tifoseria e gran parte della cittadinanza continua ad essere distratta, tanto da credere alle parole del sindaco facente funzioni nonostante, sia stato sempre chiaro, a tutte e a tutti, che il Cosenza Calcio non è mai stato concretamente in vendita.
Tra le altre cose, se il Cosenza fosse stato realmente in vendita, sarebbe paradossale che le trattative fossero affidate ad un familiare del rappresentante legale della proprietà. Oltre che apparire come mafiosa, la questione apparrebbe anche poco autorevole per la figura legalmente responsabile della proprietà. Insomma, quel signore con i capelli strani, continuamente al centro dell’attenzione non sarebbe formalmente il proprietario della holding che controlla il Cosenza Calcio e, al tempo dei fatti, ufficialmente non aveva nessun ruolo nella società Cosenza Calcio. Cose di Calabria.
Passa solo qualche settimana e, dopo l’ubriacatura cittadina per la bellissima prestazione di Dario Brunori a Sanremo, torna l’attenzione sulla “fiction” del Cosenza Calcio. Tornano le voci su ipotetici acquirenti e nuovamente il Sindaco FF si prende la scena.
Il – almeno sulla carta – il primo cittadino, dichiara di essere a conoscenza del fatto che ci siano trattative in corso per la cessione del Cosenza, ma queste, sarebbero coperte da patti di riservatezza. Cazzu-cazzu!
La speranza nella tifoseria continua a restare accesa anche se, in realtà, a dichiarare pubblicamente l’interesse all’acquisizione del Cosenza Calcio, si è rivelato solo un Gruppo (im)Prenditoriale, operante nella sanità privata convenzionata.
Già qualche anno fa, almeno a parole, un altro potente Gruppo (im)Prenditoriale operante nella sanità privata si era fatto avanti. Come dire? A volte ritornano…
Il resto delle ipotetiche offerte, si è concentrato su un presunto Fondo Arabo, di cui però, ufficialmente, non si conosce nome e cognome.
Poi, stando alle voci, gli acquirenti non sono mancati, tant’è che ogni cosentino che si rispetti, in quel momento, ha avuto in tasca una cordata di imprenditori scalpitanti dalla voglia di comprare il Cosenza, all’appello, stando sempre alle voci, sarebbero mancati solo i cinesi. Questa indagine però, in questo scritto, poco interessa e quindi la lasciamo agli affermati reporter bruzi che ne sanno sempre una più del diavolo.
Passa ancora qualche giorno e il sindaco FF torna in campo e dichiara, con una parte della faccia che si ritrova, di non voler avere più niente a che fare con la proprietà del Cosenza Calcio perché, a suo dire, sarebbe stato ingannato sulla reale volontà di cessione del club. Il vispo Facente Funzioni mostra di aver scoperto l’acqua calda.
Nel frattempo, forse sapendo che la proprietà del Cosenza non avrebbe reagito, altri politicanti di mestiere hanno scalciato per cercare visibilità e ottenere una comparsata nella “fiction”. Dagli assessori stampella di tutte le stagioni politiche del Comune, ai fautori dell’annessione di Rende e Castrolibero al Comune di Cosenza; dai camerati macisti dei Fratelli di Giorgia, agli inconsistenti Figli di Conte, quelli che una volta volevano mangiarsi il mondo ma oggi in quel mondo ci si sono incatenati; tutti questi politicanti sono intervenuti, si sono schierati come se fossero in fila davanti ad un tirassegno, hanno lanciato le loro frecce ma con la volontà di non fare centro e neanche di colpire l’obiettivo, solo voglia di propaganda mostrando anche poca conoscenza dei fatti.
Parallelamente, alcuni rappresentanti della stampa locale, forse sarebbe meglio dire stampella (di chi? immaginatelo voi), si sono prodigati in interviste ai vecchi presidenti dei diversi Cosenza, altri ne hanno divulgato accorati interventi. Il trait d’union – che accomuna tutti – è che sono presidenti di società inesorabilmente fallite, però, sempre più spesso, vengono esaltati come geni del calcio e fini amministratori. A quantu, aru chilu, vinniti a credibilità?
Intanto, a maggio 2025, dopo che il Cosenza è ufficialmente retrocesso in serie C, le voci tornano ad incalzare, si paventano la non iscrizione al campionato di competenza e il fallimento per debiti della società. In particolare, il vicepresidente FF del Consiglio Comunale, noto per la sua passione rossoblù, il 12 maggio 2025, in diretta TV, snocciola i crediti che il Comune di Cosenza vanterebbe nei confronti del Cosenza Calcio, voce per voce. Si parla di circa ottocentomila euro dovuti per il ticket di utilizzo dello stadio e per il noleggio del gruppo elettrogeno, dal 2013 al 2024.
Pazzesco che una società di serie B si faccia pagare l’energia elettrica dal Comune, ma non è finita qui, si stimano oltre un milione di euro per la paradossale mancata iscrizione al ruolo della TARI. Insomma pare che, dal 2013 ad oggi, il Cosenza Calcio, oltre ad evadere totalmente la TARI, non abbia mai versato neanche un centesimo nelle casse del Comune. Come? La proprietà del Cosenza, la stessa che gestisce i Servizi di Igiene Urbana non paga la TARI? E vanno pure a sbandierarlo in TV senza muovere un dito?
Sull’argomento, sempre nella stessa diretta TV, si sono annunciate conferenze stampa al vetriolo per snocciolare ulteriori dettagli, ma anche la reale possibilità, se non sarebbero stati saldati i conti, che il Comune avrebbe “aggredito” – queste sono le parole usate dal vicepresidente FF – i soldi del cosiddetto “paracadute” e dei contributi federali del Cosenza Calcio. Fonte A LUPO A LUPO 12 maggio 2025
A questo punto, dovrebbe essere inutile ma non lo è, ricordare che, a circa cinque mesi da quelle dichiarazioni, nessuna conferenza stampa è stata convocata, nessun paracadute è stato aggredito, nessun sigillo di chiusura è stato apposto allo stadio per mancata iscrizione alla TARI e neanche un semplice atto ingiuntivo è stato emesso, da parte del Comune, per recuperare i crediti dal Cosenza Calcio.
Il fatto è che viviamo in Calabria, dove sono frequenti i vuoti di memoria, spesso causati dalla distrazione di massa alimentata dalle “fiction”, in questo caso, tutta in salsa Bruzia, tutta chiacchiere e distintivo. Per questo bisogna ricordare, così proviamo ad oliare l’ingranaggio della memoria.
Questione Stadio
Le dichiarazioni rese pubbliche dal vicepresidente FF del Consiglio Comunale, giornalisticamente parlando, non sono apparse un grande scoop. Insomma non c’è niente di nuovo nella notizia, seppur diffusa dagli uffici comunali, che una società di calcio non paga i tributi comunali. Questo nel mondo del calcio avviene, a volte può essere tacitamente accordato, soprattutto quando i Comuni non hanno disponibilità di cassa per lavori di ordinaria o straordinaria manutenzione che serve a mantenere adeguati gli stadi. Puttroppu chissa è.
Questo, sempre oliando l’ingranaggio della memoria, ci ha fatto venire in mente la vecchia questione dei famosi seggiolini e di tutti quei lavori richiesti dalla Lega di serie B che il Comune, al tempo gestito da un’altro illuminato sindaco, avrebbe dovuto pagare per adeguare lo stadio. In questo caso qualche conto torna.
Comunque sia, le esternazioni del vicepresidente FF hanno dato lo spunto per andare a sfogliare sommariamente il bilancio del Cosenza Calcio.
Nella “Relazione sulla gestione, Bilancio Ordinario al 31/12/2024” troviamo scritto: “Permane una situazione di relativa criticità con il Comune di Cosenza poiché a fronte di notevoli esborsi finanziari sostenuti dalla Società per far fronte alle disposizioni della lega in materia di adeguamento della struttura sportiva, non si è ancora avuto riscontro circa i rimborsi degli stessi come espressamente previsto dalla convenzione siglata con lo stesso Ente.”
Leggendo poi nella voce “Crediti iscritti nell’attivo circolante”, troviamo scritto che il Comune di Cosenza sarebbe in debito verso il Cosenza Calcio per una consistenza finale di 833.273 euro. Inutile dire che, probabilmente per incapacità, non si trova il Comune di Cosenza debitore nei confronti del Cosenza Calcio. Mistero – ma non troppo – della fede.
Tradotto in soldoni, sul bilancio c’è scritto che il Cosenza ha anticipato delle somme per adeguare lo stadio e che i rimborsi previsti dalla convenzione tra l’Ente e il club non sono arrivati. Da questo si deduce che le cifre, esposte dal vicepresidente FF, si potrebbero formalmente compensare, seppur appare improbabile possa essere consentito.
Insomma, il pensiero è che la questione stadio è stata solo una delle puntate della “fiction”, è servita, ma ci si augura non servirà in futuro, per continuare a distrarre la cittadinanza, sportiva e non, dal vero nodo da sciogliere.
Del resto sarebbe paradossale, per la “politica”, fare leva sulla questione dello stadio. Se davvero ci fosse una sorta di rottura, sulla vicenda dello stadio, tra l’amministrazione Adamo-Incarnato-DeCicco-5Stelle e la proprietà del Cosenza Calcio, tutti ne uscirebbero con le ossa rotte, possiamo starne certi.
Quante volte avete visto scorrere l’acqua dai rubinetti dei sottodimensionati servizi igienici dello stadio?
Dalla fredda estate calcistica ad oggi
Intanto, nel cuore della calura estiva, quando nel mondo del calcio si dà forma ai progetti costruendo le squadre, a Cosenza, il mondo del calcio tace, nessun progetto, nessun auspicio, solo virtuale caciara tra giornalisti, nonostante la proprietà, ormai, non se li fila più. Tutto è rimasto com’era, la realtà è quella che immaginavano in tanti ma che speravano in pochi, la proprietà del Cosenza è rimasta saldamente in mano alla holding 4EL Group. Tant’è che, inevitabilmente, nella tifoseria continua a crescere la disaffezione.
Con l’inizio del campionato, arrivano anche gli annunci, da parte dei gruppi organizzati, di diserzione dello stadio e, come se ci fosse in atto un dissing tra rapper, il Cosenza Calcio risponde con la chiusura delle Curve.
La risposta del Cosenza Calcio è una provocazione surreale, aggiunge un altro piano al muro che separa la società dalla tifoseria. Una provocazione che, questa volta, dovrebbe giungere anche come una sorta di monito mafioso consentito dalle norme. Cà cummannu iu e nun ci su santi ca tenanu!
In un vittimistico comunicato sulla chiusura delle Curve, la società scrive: “una decisione momentanea, presa al fine di razionalizzare i costi e gli spazi, che non potevamo più rinviare”. Ma cosa vorrà dire razionalizzare gli spazi? La società porta via i seggiolini che il Comune non avrebbe pagato? E poi cosa c’entrano i costi? Vuol dire che i tifosi sono diventati un costo per questo calcio?
L’unica risposta che ci si può dare è quella che, per il Cosenza Calcio, razionalizzare gli spazi, vuol dire non dare la possibilità agli Ultras di andare allo stadio. Quelli che tifano per tutta la partita e i ceti più popolari dei tifosi, dovrebbero – secondo la proprietà – dire addio alle Curve.
Il messaggio è discriminatorio, così facendo si è lasciato intendere che allo stadio debbano andare solo quelli più facoltosi e che i settori più popolari della tifoseria, eventualmente, dovranno essere tutti confinati nella striscia della tribuna B, uno spazio non tanto più grande del settore ospiti.
Il messaggio è anche pericoloso, perché quando si scrive, “proprio per dimostrare che non abbiamo niente contro nessuno, potremmo pensare, ad esempio, di installare, in futuro, dei maxi schermi fuori dallo stadio per coloro i quali non vorranno tifare dall’interno”, quando si scrive questo, si lascia trapelare tutto il disprezzo verso Ultras e ceti popolari. Insomma, la proprietà del Cosenza, da un lato, si è inventata la squallida chiusura delle Curve e, dall’altro, ha rivolto uno squallido invito, a tutti i Sindaci e alle Istituzioni della nostra Provincia, per presenziare gratuitamente allo stadio nella prima partita in casa. Un gesto che conferma, se ce ne fosse stato bisogno, il disprezzo che la proprietà del Cosenza Calcio nutre verso alcuni tifosi e l’adulazione che mostra verso certa politica. Questo è calcio moderno o calcio postmoderno? Una società di calcio che ha questi comportamenti, come potrà suscitare simpatia nella tifoseria? Soprattutto in quella più attiva?
La questione delle Curve è stato un altro legno che la proprietà del Cosenza Calcio ha gettato nel fuoco. Tuttavia, secondo chi scrive, le reazioni della tifoseria hanno mostrato una certa compostezza e una sorta di idiosincrasia verso la società.
L’unico che, come al solito, ha perso l’occasione per mostrare autorevolezza è stato il sindaco facente funzioni che ha diffuso una nota. “La dirigenza del Cosenza calcio deve capire una volta per tutte che deve rispetto alla città, ai cittadini e ai tifosi rossoblù, così come eguale rispetto va portato all’istituzione, il Comune, che è proprietaria dello Stadio San Vito-Marulla – sottolinea la nota. Proprio in ragione delle tante azioni sconcertanti attuate da più tempo dalla dirigenza societaria, non ultimo la decisione di chiudere le curve che ritengo un affronto gravissimo alla comunità di Cosenza – aggiunge il Facente Funzioni illaudato – sto valutando ogni possibilità per rimuovere questa situazione assurda e per alcuni versi grottesca. Oggi ritengo, infatti, impossibile ricucire lo strappo tra la compagine societaria e la città, causato proprio dalla dirigenza che bene farebbe a chiedere scusa alla nostra comunità per le promesse mai mantenute, per le azioni grossolane e scellerate portate avanti collezionando errori su errori, e comprendere, una volta per tutte, che è tempo di lasciare la gestione della società a chi, sicuramente, saprebbe far meglio”. Aggiungo Perdincibacco e dindirindina!
Con questa dichiarazione, lo scellerato Facente Funzioni, lascia intendere che ci saranno provvedimenti “istituzionali” sulla questione delle Curve, ma soprattutto, rilancia sulla necessità di cedere Cosenza Calcio. Necessità che suona come un endorsement indiretto all’(im)prenditore della sanità privata convenzionata che, forse non casualmente, proprio sulla questione delle curve, ha diffuso una nota quasi contemporaneamente a quella del Sindaco FF. Dalla seria, distraiamoci ancora.
Intanto, la scorsa settimana, il Cosenza Calcio, forse allietato dai risultati non proprio negativi, ha riaperto l’accesso alle Curve ma, nella partita a seguire, sono comunque rimaste inesorabilmente vuote. La tifoseria, come spesso accade, è andata oltre e, giustamente, non avendo nessuna fiducia nella proprietà del Cosenza, ha organizzato una pubblica assemblea dove parteciperanno, oltre all’immancabile propagandista del Sindaco FF, imprenditori interessati al Club e probabilmente rappresentanti del Cosenza Calcio.
Da qualche giorno, secondo il sito ufficiale del Cosenza, quel signore con i capelli strani sempre al centro dell’attenzione, risulterebbe avere il ruolo di Presidente Onorario, i soliti informati mormorano che, per questo motivo, potrebbe presentarsi all’incontro del 29 settembre presso il Cinema gestito da un ex vicepresidente di un Cosenza fallito nel 2011.
La doppia faccia del sindaco facente funzioni illaudato
Sarà stato all’incirca il mese di aprile, quando il sindaco facente funzioni, come già scritto sopra, aveva dichiarato, con una parte della faccia che si ritrova, di non voler avere più niente a che fare con la proprietà del Cosenza Calcio. Peccato che, usando l’altra parte della stessa faccia, lo stesso Sindaco FF, intrattiene cordiali rapporti politico-amministrativi con la proprietà della società che gestisce i Servizi di Igiene Urbana nel Comune di Cosenza, che poi, come tutti sanno, appartiene alla stessa proprietà del Cosenza Calcio. Allora perché dire tutte quelle cose sul rispetto verso la città e l’istituzione? Perchè farsi garante di ipotetiche trattative?
La verità, oltretutto, è che un Sindaco non può, giustamente, influire nella gestione e nelle scelte di una società privata a scopo di lucro, questo dovrebbero saperlo tutti quelli che ragionano.
Attenzione però, diverso è il potere che un Sindaco può esercitare, su una società che gestisce un pubblico servizio per il Comune da lui amministrato. La partita si sarebbe dovuta giocare su questo terreno, perché, come già detto, la proprietà del Cosenza Calcio, fa capo alla stessa holding (così si definiscono le società cassaforte dei grandi prenditori) proprietaria della società che gestisce i Servizi di Igiene Urbana nel Comune di Cosenza.
Esiste un contratto per svolgere una serie di servizi pubblici? Spesso parte di questi servizi non sono realizzati o sono fatti male?
Il Sindaco, che rappresenta l’Ente e la cittadinanza, mette in moto la macchina delle sanzioni per far rispettare la città, soprattutto quando gli uffici dimenticano di farlo ed eventualmente scioglie il contratto. Quando esiste l’interesse pubblico, questo può e dovrebbe fare un Sindaco, non pensare di intervenire negli affari della società di calcio e farlo sapendo di non averne diritto e quindi solo per propaganda.
Alzi la mano la persona che si ritiene soddisfatta dei Servizi di Igiene Urbana resi dalla stessa azienda in 18 anni di indisturbato monopolio?
Leggendo queste cose qualcuno potrebbe dire che, citando un recente articolo di un conosciutissimo giornalista su una testata locale, chi vi scrive sia uno di “quei Cacasenno che sui social evocano complotti e affarismo anche dove non hanno ragione di essere“. Certo che lo sono. Lo sono con ragione d’essere.
A questo proposito, tocca ringraziare il sito buongiornocosenza.it, da considerarsi come vero Albo Pretorio, perchè sul sito del Comune di Cosenza la visibilità degli atti, dura meno di quanto possa durare una scirubbetta sulla spiaggia a ferragosto.
Proprio dalla lettura di questi Capitolati Speciale d’Appalto (CSA) e delle Determine Dirigenziali, confrontati con quello che succede in città, sorgono una serie di contraddizioni che stimolano riflessioni e domande.
Si tenga presente che il Sindaco FF dell’amministrazione Adamo-Incarnato-DeCicco-5Stelle, si è insediato il 4 novembre 2021. In quel momento i servizi di Igiene Urbana nel Comune di Cosenza, erano regolati dal CSA aggiudicato con la precedente amministrazione ad agosto del 2017 che fissava l’obiettivo minimo di raccolta differenziata al 69,5%.
Da luglio 2023, è partito il nuovo – si fa per dire – servizio, vinto per la terza volta dalla stessa azienda, regolato dal CSA redatto, nel 2022, per conto dell’attuale amministrazione, dove l’obiettivo minimo di raccolta differenziata è stato addirittura ridotto al 65%. Chissà perché in Calabria viaggiamo sempre a marcia indietro?
I dati ufficiali della Raccolta Differenziata (RD) sono reperibili presso il Catasto Nazionale dei Rifiuti, vengono aggiornati alla fine di ogni anno, secondo l’effettivo quantitativo di raccolta dell’anno precedente. Per capirci, in questo mese di ottobre/novembre 2025 saranno pubblicati i dati riferiti al 2024. Intanto è possibile apprendere che la RD nel Comune di Cosenza, ha raggiunto, nel 2020 il 61,16%; nel 2021 il 62,07%; nel 2022 il 60,02%; nel 2023 il 58,60%. (https://www.catasto-rifiuti.isprambiente.it/index.php?pg=detComune&aa=2023®idb=18&nomereg=Calabria&providb=078&nomeprov=Cosenza®id=18078045&nomecom=Cosenza&cerca=cerca&&p=1&width=1920&height=1080)
Secondo l’art 30 del CSA, al punto P. 38 della Tabella delle Infrazioni, per il mancato raggiungimento dell’obiettivo minimo di RD, la penalità minima da applicare, ogni mese di gennaio, è lo “0,5% dell’importo contrattuale annuo, per ogni punto % di raccolta differenziata inferiore ai minimi indicati” (69,5% fino a giugno 2023 e 65% da luglio 2023). L’importo contrattuale annuo lordo fino a giugno 2023, era di € 10.020.504,63 (esclusi oneri di conferimento), mentre l’importo contrattuale annuo lordo da luglio 2023 è di € 10.376.843,80.
Chi scrive non è un ragioniere, però certamente in grado di eseguire le operazioni base di aritmetica, quindi, viene fuori che, da gennaio 2022 a gennaio 2025, le sanzioni lorde da applicare, per il mancato raggiungimento dell’obiettivo minimo di RD, sarebbero dovute essere: per il 2020 circa € 410.000; per il 2021 circa € 370.000; per il 2022 circa € 470.000; per il 2023 circa € 430.000.
Considerato che dalla lettura delle Determine Dirigenziali del Settore, pubblicate dal 17/11/2021 ad oggi (esclusa la n. 1155 del 2025 perchè introvabile), non si intravedono tracce di sanzioni per queste somme ma solo sanzioni simboliche di qualche decina di migliaia di euro, certamente non riferibili ai mancati raggiungimenti degli obiettivi minimi di RD.
A tal proposito si domanda al Sindaco FF se è consapevole di questa situazione e quali azioni intende perseguire affinché la città di Cosenza venga rispettata?
Recentemente, si è avuto modo di notare, positivamente per chi scrive, la campagna di comunicazione per incentivare la RD con testimonial Peppino Mazzotta. Può piacere o non piacere il contenuto, ma la campagna è dovuta, non nasce da un chiurito ma anche questa è parte dal CSA, precisamente nell’allegato “R04 Informatizzazione della Raccolta e Piano della Comunicazione”, e vale circa € 30.000 all’anno. Non si vuole entrare nel merito del Piano di Comunicazione presentato dal gestore privato, anche perchè non vi è pubblica notizia, ma neanche nel primo punto dedicato alla “Informatizzazione della Raccolta” perché è chiaro che non si vuole infierire.
La campagna di comunicazione, in questo racconto, ci viene incontro per due ragioni. La prima ragione è sconcertante quanto imbarazzante, perché quando vedi utilizzare mezzi e personale della Raccolta Differenziata per l’attacchinaggio dei manifesti, così come si può vedere nella sequenza fotografica, veramente ti cadono le braccia. 
La seconda ragione testimonia, ma solo se si è veramente distratti, che nessuno dei mezzi utilizzati per la RD riporta il logo del Comune. Infatti, l’allegato al CSA, “R04 Informatizzazione della Raccolta e Piano della Comunicazione”, al punto 6.6 dice che “tutti gli automezzi destinati al servizio (compattatori, autocarri, autovetture, etc.) saranno decorati con pellicole a colori per carrozzeria riportanti il logo, pay-off e slogan, oltre che ai loghi istituzionali del Comune”.
Come si vede dalle foto estratte dal sito failadifferenziata.org e dallo spot tv i mezzi sono senza decorazioni, cioè non si vede scritto “Cosenza è di tutti, manteniamola pulita” e non si vede nessun logo istituzionale, solo quelli del gestore dei Servizi di Igiene Urbana e i marchi di fabbrica dei mezzi.
Al punto P.13 della Tabella delle Infrazioni, si legge che “Mezzi privi del logo della Ditta appaltatrice e/o della città di Cosenza” prevede la penalità minima di € 1.000,00 per mezzo e per giorno. Anche qui si sono state usate le operazioni aritmetiche base per calcolare che a Cosenza, per l’espletamento dei servizi, quotidianamente circolano circa 15 mezzi (escluso domenica che i servizi sono ridotti), moltiplicato per 52 giorni lavorativi bimestrali, verrebbe fuori che, le sanzioni da applicare per la suddetta infrazione, sarebbero dovute essere circa € 780.000, sempre bimestrali.
Dalla lettura delle Determine Dirigenziali del Settore, pubblicate dal 17/11/2021 ad oggi (esclusa la n. 1155 del 2025 perchè introvabile), non si trovano tracce di sanzioni di questa entità.
A tal proposito, si domanda al sindaco FF se è consapevole di questa situazione e quali azioni intende perseguire affinché la città di Cosenza venga rispettata?
Non tutti sanno che, una manciata di mesi prima delle elezioni del 2021, è stato consegnato al Comune di Cosenza, dalla ditta che ha eseguito i lavori per circa € 350.000, il “Nuovo Centro di Raccolta Comunale (NCRC)” sul fiume, allo scopo di “Realizzare i migliori sistemi di raccolta differenziata e un’adeguata rete di centri di raccolta”.
Costruito nell’area del vecchio mercato con fondi POR Calabria FESR/FSE 2014/2020 (Asse 6 – obiettivo specifico 6.1 – Azione 6.1.2), il NCRC è stato affidato, come da CSA, al gestore dei Servizi di Igiene Urbana nel Comune di Cosenza. Nonostante la fase di start-up si sia conclusa da più di un anno e mezzo, il NCRC, anche se dispone di tutte le autorizzazioni necessarie, resta inesorabilmente chiuso alla cittadinanza. Persino la triste ed inutile APP realizzata dal gestore dei servizi, sempre per capitolato, non riporta il NCRC come aperto all’utenza.
In pratica, l’Eco Centro Comunale di Raccolta dei Rifiuti “Vagliolise” – così era stato chiamato – viene utilizzato ad uso esclusivo del gestore dei servizi e solo come Centro di Stoccaggio.
L’inesorabile Tabella delle infrazioni, al punto P.24, ci dice che per la “Mancata e/o ritardata apertura delle isole ecologiche e del CRC all’utenza rispetto agli orari previsti dal presente Capitolato o dal piano dei servizi” si prevede la penalità minima di € 500,00/h.
A tal proposito, si domanda al sindaco FF se è consapevole di questa situazione e quali azioni intende perseguire affinché la città di Cosenza venga rispettata?
Si capisce che è inutile entrare nel merito delle sanzioni economiche, probabilmente i calcoli ci direbbero che ogni bimestre, per il Comune, il costo del servizio si potrebbe alleggerire o addirittura azzerare.
Si potrebbe continuare a scrivere sulle decine e decine di servizi che non vengono eseguiti, dal ritiro porta a porta degli oli esausti, alla mancata distribuzione delle nuove attrezzature; dalla chiusura dell’ufficio Info Green, al mancato acquisto dei distributori automatici dei sacchetti. Alcune fonti fanno sapere persino che lo stabile in cui è ubicato il Centro Servizi di Via Pietro Nenni, sarebbe di proprietà comunale e per l’utilizzo, da parte del gestore dei Servizi di Igiene Urbana, pare che non venga pagato neanche un affitto simbolico.
Alla luce di tutto ciò, ci si chiede come sia possibile che il rappresentante della città, per quanto poco autorevole possa essere, abbia la faccia di presentarsi alla cittadinanza mostrando i muscoli – che realmente non possiede – verso la proprietà del Cosenza Calcio, mentre finge di non vedere la stessa proprietà che lucra sui Servizi di Igiene Urbana mai eseguiti o fatti male?
Perché si preferisce distrarre la popolazione sulle vicende del Cosenza anziché tutelare la città mettendo fine, una volta per tutte, a questo modo criminale di gestire i Servizi di Igiene Urbana nel Comune di Cosenza? diventati, ormai, una vera palla al piede per tutta la cittadinanza.
Sarebbe questo il vero nodo da sciogliere, l’intreccio politico-amministrativo da cui prende forma l’affare Cosenza Calcio e la gestione dei rifiuti, altro che magnati del calcio. Dovrebbe essere chiaro che nel calcio non esistono magnati e seppur dovessero esistere certamente non è il nostro caso, perchè qui ci sono solo magnatori.
Da un lato ci sono quelli che magnano sui servizi non resi nella gestione dei rifiuti, dall’altro lato ci sono quegli altri che magnano sulla salute e le prestazioni sanitarie convenzionate. Tutti vogliono fingersi magnati del calcio, in realtà, ad ognuno di loro, il calcio serve a scopi fiscali altrimenti, per esempio, se vendi prestazioni sanitarie potresti tranquillamente fare il magnate rendendo quelle prestazioni meno costose o addirittura gratuite. Più magnate di così.
Sia ben chiaro, non ci si aspetta risposte o reazioni da parte dell’amministrazione Adamo-Incarnato-DeCicco-5Stelle, troppa ignavia. Lo scopo di questo scritto è quello di intrecciare i dati, stimolare i ragionamenti delle persone che hanno avuto voglia e pazienza di leggere, perchè sono certo, nessuno si farà infinocchiare da due teste di legno grandi quanto Calabria e Sicilia.
Per amore della maglia, Dinuzzu



















