Dino Zoff ricorda Gigi Riva intervistato da La Stampa a un mese esatto dalla sua scomparsa, il 22 gennaio scorso.
«Ho condiviso tantissimo, pensate che eravamo militari insieme all’inizio degli anni sessanta. E poi in Nazionale, dal 1967 al 2000, sono stati trentatré anni speciali, in cui siamo stati molto legati: siamo stati grandi amici».
Dei tanti anni in azzurro quale è il ricordo principale?
«Di ricordi ce ne sarebbero davvero tantissimi, anche se gli anni passano e non sempre è semplice ricordare, ma ovviamente come posso dimenticare l’Europeo vinto nel ’68. E non possono nemmeno dimenticare quando dopo la vittoria sotto il nostro albergo (a Roma dopo la doppia vittoria sulla Jugoslavia ndr) vennero centinaia e centinaia di persone festanti. Furono momenti di grande gioia, andammo sul balcone dell’hotel e venimmo acclamati come delle star: sono passati quasi sessant’anni ma certe emozioni non le scordi mai».
E se dovesse raccontarci il Riva calciatore, come lo descriverebbe?
«Direi di una potenza unica, una forza fisica senza eguali, un mancino straordinario. Mi ricordo come fosse ieri quando calciava al volo, calciava il pallone con una forza devastante e ti faceva sempre gol: per quello che ha fatto in campo ha segnato un’epoca».
In tanti sostengono sia stato il centravanti italiano più forte di sempre: lei che ne pensa?
«Di sempre non lo so, perché ci sono stati i vari Piola, Meazza, ma certamente degli ultimi cinquant’ anni assolutamente sì. La sua unicità era nell’essere atleta, sessant’anni fa, come lo sono i calciatori di oggi. E poi quel sinistro con quella qualità e quella forza non lo aveva nessun altro».
Quanto è stato importante per la Nazionale e per tutto il movimento calcistico italiano?
«Definirlo importante credo sia riduttivo, per quel che mi riguarda è stato fondamentale. Lo è stato da calciatore prima e lo è stato da dirigente poi. Aveva una parola buona per tutti, presente in qualsiasi momento, sempre a disposizione del gruppo».
E quanto c’è di Riva nella vittoria dell’Italia agli Europei del 2021?
«Rispondo allo stesso modo, anche nel 2021 la sua presenza fu fondamentale. Ovviamente in campo vanno i calciatori che sono allenati e scelti da un commissario tecnico, ma la figura di Gigi anche in quel caso si è rivelata di un’importanza unica».
[Dino Zoff]