Il parlamentare del PD affiliato alla cosca Muto non è Minniti

In merito al parlamentare del PD mafioso affiliato alla cosca dei Muto di Cetraro, di cui stiamo tentando di scoprire l’identità (secondo noi è chiaro che si tratta di un deputato/a), qualcuno ci fa notare che nel termine “parlamentare” sono compresi anche i senatori, e non solo i deputati.

Ed è giusto inserire anche loro, i senatori, nella lista dei sospettati. Vero. Ma nel caso di specie io li ho esclusi subito, concentrandomi solo sui deputati/e, perché uno dei senatori eletti in Calabria è quel figo di Minniti. L’altra è quella gatta morta della Lo Moro.

Secondo voi il capo dei servizi segreti italiani se ne andava in giro tra Cetraro e Amantea, scorrazzando sulla costa con l’auto dell’imprenditore  prestanome del clan a sbrigare mmasciate a Franco Muto?

Non direi proprio, non fosse altro perché quel bravo politico che è Marco (con cui io voglio sempre la pace e l’amore) gira sempre accompagnato da una scorta. Con auto stabilite, e percorsi concordati. Ed ogni novità o cambiamento di programma deve essere monitorato prima dalla scorta e comunicato alla “base” poi, per essere approvato. Impossibile che possa essere Marco, è uno troppo sorvegliato, controllato.

minniti-renzi Se fosse lui il marpione (cosa che io non ho pensato neanche per un solo decimo di secondo) avrebbe dovuto imbastire una trama fitta quanto la nebbia in Valpadana. Si sarebbe dovuto liberare della scorta, trovare il tempo tra tutti i suoi impegni per andarsi a prendere la macchina dall’imprenditore della sanità prestanome di Muto, e  “scorrazzare” per settimane in lungo e in largo sulla costa tirrenica cosentina, ad intrallazzare con questo e quello. Una scena surreale.

E poi diciamolo, con quella pelata e il suo stile, Marco non è uno che passa inosservato. Lo avrebbero notato tutti, non è una figura che abitualmente gira per quei luoghi, cosa che invece può fare un deputato cosentino che quei luoghi conosce e frequenta. Nessuno sospetterebbe di lui. Neanche se lo vedono scorrazzare.

Per questi motivi abbiamo escluso Marco dalla cerchia dei sospettati. E poi perché per me è una persona brava, educata e corretta, non farebbe mai una schifezza di questo tipo.

Quella gatta morta della Lo Moro ha molte conoscenze nell’ambito della sanità, potrebbe essere un indizio, ma si sa anche che nel cosentino ha scarsa influenza, e nessuna agibilità. Preferisce stare nel suo, e Cetraro non fa parte del suo.

Restano i deputati/e che sono i seguenti.

Rosy Bindi, che francamente escluderei senza se e senza ma. Alfredo D’Attorre, anche per lui una esclusione senza se e ma. Nicola Stumpo, gente di Cotronei, non penso si sia avventurato in una situazione che non gli appartiene geograficamente.  Demetrio Battaglia, persona di RRRiggggiu (Reggio Calabria), e lì bisogna dare conto, troppo rischioso avventurarsi in territori senza l’autorizzazione a procedere. Bruno Censore, roba di Vibu, non ha interessi a Cetraro, lui è uno che si “adopera” solo nel suo collegio. Altro non fa. Nicodemo Oliverio si sa che è uno che traffichia, Vedi la storia del patrimonio immobiliare della DC, però è anche uno che sa stare al suo posto non farebbe mai uno sgarro ai compari invadendo un territorio che non gli appartiene. È un uomo di parola.

pdRestano i cosentini i più indiziati, perché conoscono i luoghi, conoscono gli imprenditori della sanità di Cosenza e provincia, non girano con la scorta, e un “regalino” di una macchina, magari ci sta. E sono Madame Fifì, Magorno, Aiello e Covello. Ai quali chiediamo da ieri di chiarire questa indiscrezione giornalistica che per come riportata non può che riferirsi a loro, almeno come maggiori indiziati, poi tutto può essere in Calabria. Aspettiamo.

GdD