Il PD calabrese preso a pesci in faccia

Bisognava aspettare l’esito del referendum per capire che pesci prendere. Il rito si è consumato e il responso parla chiaro: la Costituzione non si tocca e chi, in maniera meschina, ci ha provato, se ne deve andare.

Il dopo elezioni è sempre caratterizzato dall’analisi del voto che in questo caso, a differenza del solito, ha poche e chiare chiavi di lettura. Tra queste c’è la chiarezza del sud che boccia Renzi, il renzismo e i renziani. Quelli veri e quelli finti. Il sud punisce il perdurare del ladrocinio, del clientelismo, del familismo, dell’egoismo di questo PD che aveva promesso grandi cambiamenti in terra di Calabria.

Rottamazione di qua, lanciafiamme di là, e alla fine tutto si è risolto con il più classico taraddruzzi e vino.  E vai di nuovo con i Palla Palla e tutti i suoi compari. Chi doveva essere allontanato perché causa del nostro male, viene lasciato al proprio posto e in alcuni casi premiato. Invece di dar fuoco alla stantia nomenklatura di questo partito e a tutto il loro carrozzone politico clientelare, ce li ripropone riscaldati, alla sera, come si fa con la solita minestra. Aggiungendo: o ti mangi sta minestra o ti iatti da finestra. Una minestra che questa volta la gente ha rifiutato con un NO secco.

Un NO che si può tranquillamente tradurre in un basta all’apparizione dei soliti personaggi che oramai hanno fatto il loro tempo. Che poi sono coloro i quali ci hanno portato alla rovina e alla miseria. Personaggi di cui si può fare tranquillamente a meno, tant’è che i 18enni di oggi neanche sanno chi sono, ne ignorano l’esistenza.

Infatti sono stati i giovani calabresi che più degli altri, non notando nessun cambiamento, hanno detto no. Perché di tutto quello che Renzi aveva promesso, qui non è arrivato niente. E quel poco che è arrivato è stato fagocitato ancora una volta dall’ingordigia di questi papponi del PD calabrese.

Il consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea
Il consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea

Il PD dei Giudiceandrea che sbatte in faccia a disoccupati, precari, lavoratori sfruttati, il suo bel stipendio da consigliere regionale, pagato dagli stessi, che si gode seduto comodo sul suo divano, alla faccia loro.

Il PD di Madame Fifì che gira gira è sempre alla ricerca di come scroccare soldi. Mai una volta che si adoperi realmente per dare una mano a famiglie che arrancano. Il PD dei Magorno, dei Sebi Romeo, dei De Gaetano, il PD dei mafiosi. Il PD delle clientele, degli amici degli amici. Il PD dell’amante di Palla Palla. Il PD nemico del popolo. Il PD dell’omertà mafiosa. Il PD dei privilegi per pochi.

A questo PD la gente ha detto NO. La gente, in Calabria, come in tutto il sud, si è recata alle urne al di là del quesito referendario. Quel NO è stata anche la risposta a questa domanda che, seppur non scritta, era nella testa di tutti: ti piace Renzi, la sua politica, i suoi accoliti, e tutto il carrozzone che ha messo in piedi?

L’urna ha parlato chiaro e l’analisi che ne vieni fuori è inconfutabile anche per gli azzeccagarbugli alla Guglielmelli. Un NO netto anche all’azione di governo di Palla Palla. Per la povera gente non c’è mai niente.

tomanPer l’amante di Palla Palla, Adriana Toman, si trovano 700.000 euro al volo, perché siccome si crede una grande regista, ed è l’amante di Palla Palla, dobbiamo accontentarla. Ma se a chiedere di essere accontentati sono i morti di fame e le gente in grave difficoltà, allora le cose cambiano. Bisogna fare un sacco di carta bollata, talmente tanta che potrebbero passare decenni prima che la pratica venga solo istruita.

Nel mentre puoi morire di fame o arrangiarti come hai fatto fino ad adesso. E il tutto avviene mentre davanti ti sfilano amanti, fidanzate, figli, nipoti, amici degli amici, comodamente sistemati in questo o quell’ufficio o titolari di questo o quel progetto, di  quel finanziamento, di quell’incarico, di quella pastetta, sbattendoti in faccia tutto il loro benessere. A te che manca tutto. Che non porti la tua famiglia al cinema i l’anni i nannuzzu. A te che ti alzi la mattina per 20 euro al giorno per fare la pulizia nelle loro borghesi case. A te che piacerebbe regalare quello che i tuoi figli ti hanno chiesto ma non puoi e sei costretto a ripiegare sui cinesi. A te che vorresti aiutare tua madre che si trova in difficoltà, ma non puoi perché sei disoccupato.

Una nomenklatura, quella del PD calabrese, che ha perso il contatto con tutto questo. Perché abituati, oramai, al benessere e ai privilegi. E se aiutare noi morti di fame significa mettere a rischio la loro comodità, state tranquilli che non ci penseranno, cosi come è già successo, due volte a farci manganellare dalla polizia.

Spero che sia chiaro che la Calabria ha detto NO a voi. Ora vedrete che faranno finta di riunirsi per discutere di questa sconfitta. Voleranno paroloni a favor di popolo, sperando che qualcuno ci ricaschi, ma il vero ordine del giorno sarà quello di trovare una strada  per salvarsi da quello che da qui a poco li aspetta.

Non faranno mai niente per la povera gente anche se continuano, nonostante tutto, a dirlo. E se il voto referendario serviva per capire che pesci prendere e dove prenderli, io penso che qui non ci sono dubbi: pesci in faccia al PD. Ma anche questa volta vedrete che non lo capiranno.

GdD