“Il ponte sullo Stretto è sì un’opera di guerra, ma contro calabresi e siciliani!”

COMUNICATO STAMPA

Il ponte sullo Stretto è sì un’opera di guerra, ma contro calabresi e siciliani!

Il governo più anti-italiano della storia della nostra Repubblica rilancia il ponte sullo Stretto come “opera strategica per la mobilità militare”. Una scelta che non ha nulla a che vedere con lo sviluppo dei territori o con i bisogni di chi ci vive, ma che serve unicamente ad aggirare le normative ambientali europee e a sfruttare le deroghe di spesa in nome della “difesa”, in un contesto politico in cui si impongono sacrifici e austerità alle classi popolari, mentre si spalancano le casse pubbliche per armamenti, basi e logistica militare.

PONTE OPERA STRATEGICA PER LA GUERRA (ENNESIMA MINKIATA)

Negli anni, in tutte le iniziative che abbiamo promosso, abbiamo sempre denunciato come il Ponte non sia soltanto un assurdo tecnico e ambientale, ma un dispositivo finanziario volto a drenare ingenti risorse pubbliche verso lobbies e speculatori tutt’altro che estranei ai palazzi del potere.

Ora è chiaro che si tratta di un’infrastruttura concepita fin dall’inizio dentro una logica ben precisa: quella che assegna alla Calabria il ruolo di servitù energetica, nel quadro del Piano Mattei tanto caro alla Meloni, e alla Sicilia quello di servitù militare permanente, a servizio della NATO.

Se mai questo mostro dovesse essere realizzato, non sarebbe solo un monumento allo spreco e alla devastazione, ma anche uno dei principali obiettivi sensibili in caso di attacco terroristico o bellico. Un rischio enorme, di cui nessuno parla e che, a quanto pare, nessuno ha neanche valutato seriamente.

Essere contro il Ponte significa essere contro la guerra!

Significa difendere i nostri territori, i nostri diritti, il nostro futuro, contro chi sta trasformando l’Italia in una grande caserma al servizio della NATO, a spese dei cittadini e per il profitto dell’industria bellica.

La lotta contro il Ponte è parte integrante delle mobilitazioni contro l’aumento delle spese militari, contro il riarmo, contro la “difesa comune” europea e contro lo Stato di Guerra. Le nostre terre sono messe ai margini, i nostri giovani emigrano per mancanza di lavoro e le aree interne collassano mentre la nostra sanità pubblica viene progressivamente cancellata. La guerra che dobbiamo combattere è per riprenderci il futuro che ci stanno togliendo per alimentare l’industria delle armi e delle grandi opere.

Per questo saremo in tutte le piazze, a partire dalla manifestazione nazionale del 21 giugno a Roma, per unire chi dice NO alla militarizzazione, NO all’economia di guerra e NO al Ponte sullo Stretto.

NO PONTE, NO GUERRA!

NO Ponte Calabria