Nel 1989, dopo aver sfiorato la Serie A nel memorabile campionato di Bruno Giorgi, il Cosenza rifonda la squadra e il presidente Serra richiama a casa Gigi Marulla, che nel frattempo ha sposato la sua fidanzata cosentina Antonella e ha già un bambino di due anni, il piccolo Kevin.
Quell’anno il Cosenza, affidato a Gigi Simoni, dovrebbe essere tra le protagoniste del campionato e invece va tutto storto: tanta sfortuna, un’intesa generale che non arriva e poi, come se non bastasse, l’omicidio di Denis Bergamini. Per la cronaca, quell’anno, in cui il Cosenza si salva, dopo il ritorno di Di Marzio, all’ultima giornata a Trieste, Marulla segna 7 reti.
Le più importanti al San Vito, contro Brescia e Ancona.
Ma su diversi gol firmati da Michele Padovano (che quell’anno farà 8 gol) c’è la sua firma: un cross perfetto nella delicatissima gara casalinga col Barletta e un micidiale uno-due nell’altra drammatica sfida-salvezza contro l’Avellino.
L’ANNO DELLO SPAREGGIO
La migliore annata di Gigi Marulla con la maglia del Cosenza è una di quelle più “disgraziate” della nostra storia ma che alla fine si trasformerà in un trionfo per aver mandato all’inferno la Salernitana nello spareggio di Pescara.
Quell’anno, 1990-91, Marulla indossa la fascia di capitano e segna 16 reti. Dopo l’esonero di Di Marzio all’ottava giornata e l’arrivo di Edy Reja, c’è urgente bisogno di mettersi a fare risultato.
Al San Vito contro il Messina Gigi segna uno dei gol più belli della sua carriera. Palla al limite dell’area, doppio dribbling sul diretto avversario e nell’area piccola finta di corpo sul portiere che cade a terra e palla in rete. Marulla segna dappertutto: a Brescia, Reggio Emilia (dove perdiamo 7-4 dopo essere andati sul 3-0 con doppietta di Gigi), ad Ancona (un’altra doppietta)…
Ma un altro capolavoro arriva al San Vito contro il Foggia di Zeman già destinato alla Serie A. Lanciato in contropiede, si beve entrambi i difensori centrali del Foggia, scarta anche il povero Mancini e infiamma il popolo rossoblu per un pareggio fondamentale.
E come non ricordare, davanti al pubblico amico del San Vito, la doppietta al Taranto in tre minuti (gran punizione e deviazione sotto misura) e il gol della vittoria contro il Padova? Il bottino di Gigi è completato da un gol a Taranto e da quattro calci di rigore.
Alla fine però sarà spareggio a Pescara contro la Salernitana.
Gigi ha raccontato più volte un aneddoto relativo alla vigilia di quella sfida. Non dimenticherò mai quello che fecero quattro vecchi tifosi. Salirono sul pullman, si inginocchiarono e mi dissero ‘La Calabria è una terra amara, regalaci questa gioia domani’. Questa cosa non la scorderò mai, più del maggior numero di presenze e più del maggior numero dei gol segnati con la maglia dei Lupi. Cosenza è stata ed è per me una scelta di vita, per cui ho rinunciato anche ad altro. Ma nulla avrebbe mai potuto compensare il fatto di essere in missione per un popolo”.
Al 6’ del primo tempo supplementare, Marulla scatta su un rinvio di Aimo (anche se Bruno Pizzul, in diretta tv, “vede” Napolitano), punta Ceramicola e lo supera in velocità, aspetta l’uscita di Battara e lo trafigge andando ad esultare sotto il settore degli ultrà rossoblu.
E’ il gol che lo consegna definitivamente alla leggenda del Cosenza Calcio.