Il sistema Catanzaro. Bugie e silenzi della massomafia: l’astro emergente Saverio Brutto

Non ci sono reati o irregolarità di sorta in uno degli ultimi concorsi comunali a Palazzo De Nobili, ma una curiosa coincidenza sì… E risiede nel fatto che ben due persone molto legate, in forma diretta e indiretta, ad altrettanti soggetti coinvolti in un’eclatante operazione condotta sul territorio della provincia del capoluogo dalla Dda di Catanzaro siano entrate a far parte della pianta organica dell’ente. In una identica selezione, per giunta. Risultato legittimo, per carità. E giustamente festeggiato, diciamo così, con tanto di foto di gruppo (relativa alla compagine di tutti i neoassunti) insieme al sindaco Nicola Fiorita e all’assessore Marìnella Giordano. Immagine inserita poi in uno degli immancabili ‘millemila’ comunicati stampa diffusi dal Municipio. Ma resta la concomitanza della scelta fatta dai due soggetti in questione che, ribadiamo, sono legati da rapporti di parentela acquisita ad altrettanti noti indagati di un’inchiesta peraltro capace di destare grande interesse e clamore nell’opinione pubblica. Da precisare, inoltre, come questi stessi indagati e soprattutto i loro familiari vantino una consolidata militanza nel centrodestra, anche del capoluogo. Città in cui hanno avuto, e conservano, una forte amicizia con alcuni elementi di spicco della medesima coalizione… (Fonte: L’Irriverente Blog di Danilo Colacino).

La notizia è di un certo rilievo ma senza nomi e cognomi può significare tutto e il contrario di tutto e a giudicare da quanto sia stata cliccata una volta che questi nomi (che non sono segreti, per fortuna) sono stati diffusi da Iacchite’, nella città di Catanzaro hanno destato enorme risalto e curiosità e, come da scontato copione, non sono stati cavalcati da nessuna forza politica, dal momento che ormai tutti sanno che in Calabria (e non solo) non c’è nessuna differenza tra centrosinistra, centrodestra e M6s.

Qualche giorno fa il Comune di Catanzaro ha informato e anche con una certa enfasi di avere assunto dieci nuovi funzionari. Con la firma del contratto e la destinazione operativa, hanno preso servizio le dieci nuove unità, vincitrici del concorso espletato dall’Amministrazione Comunale per la qualifica di funzionario di categoria “D”, Tra i dieci fortunati vincitori, due sono decisamente particolari e a quanto pare il solo nominarli insieme ai loro illustri “compagni” fa tremare le gambe. 

Marta Bretti è la fidanzata di Saverio Brutto, ex vicesindaco e consigliere comunale di Simeri Crichi, figlio di Tommaso Brutto, entrambi indagati e persino arrestati da Gratteri e dalla Dda nell’operazione Basso Profilo, ma com’è fin troppo chiaro continuano ad avere le mani in pasta entrando addirittura dalla porta principale.

Alessia Calabretta invece è la fidanzata di Marco Gigliotta, consigliere comunale di Martelletto e fratello di Umberto Gigliotta, il leggendario Mister 100.000, anche lui impelagato fino al collo nell’operazione Basso Profilo con tanto di sequestro beni milionario. 

Una nostra lettrice ci ha fatto sapere che nella foto Bretti e Calabretta sono proprio le due neo funzionarie vicine alla destra del sindaco Fiorita, proprio al suo fianco….

Ma le due signore non si fanno problemi neanche a mostrarsi con i relativi fidanzati sui social per come ovviamente siamo in grado di documentare ma non facciamo oggi, sperando e augurandoci che qualcuno prenda posizione. Non c’è vergogna di niente nel Comune di Catanzaro. E c’è da augurarsi che anche la magistratura si dia una mossa. Siamo veramente alla presa per i fondelli… 

E questo episodio ne riporta alla mente un altro di qualche tempo fa che riguarda da vicino uno dei campioni sopra citati, Saverio Brutto.

IL SISTEMA CATANZARO. BUGIE E SILENZI DELLA MASSOMAFIA: L’ASTRO EMERGENTE SAVERIO BRUTTO

Tra i tanti che sono stati in silenzio, nascosti tra i palazzi del potere c’era il sindaco e presidente della Provincia Sergio Abramo, il quale non solo non commentava, tra lo stupore generale, ma addirittura avrebbe potuto e dovuto, insieme a Tommaso Brutto e Saverio Brutto, dare tante spiegazioni. Tra le spiegazioni che la Procura in primis e poi tutti gli altri osservatori politici attendevano, c’era la vicenda dell’incarico fiduciario, concesso e contrattualizzato a Saverio Brutto, quale componente dello staff del presidente Sergio Abramo presso l’Amministrazione provinciale di Catanzaro.

Era il 24 dicembre 2018, nella ricorrenza del Santo Natale – visto che le schifezze nella pubblica amministrazione si fanno durante le feste di Natale oppure a Ferragosto –  dopo le elezioni provinciali dell’ottobre 2018 che Saverio Brutto “trovava lavoro”, si fa per dire, attraverso un contratto di collaborazione fiduciaria nell’Ufficio di staff del presidente della Provincia, Sergio Abramo.

Al giovane Saverio Brutto, il presidente della provincia Sergio Abramo affidava: di supportare e contribuire al raccordo dei vari rapporti di carattere politico-amministrativo su richiesta verbale o scritta da parte del Presidente; effettuazione, su richiesta del Presidente a ricerche tecniche su problematiche più ampie, della quali venga investito il Presidente in veste istituzionale; contribuire all’attività di organizzazione politico-amministrativo alla manifestazione ed eventi di carattere istituzionale; cooperare nelle azioni e attività intersettoriali della struttura dell’Ente.

L’incarico era quello di “Funzionario Amministrativo” in posizione giuridica D, un contratto a tempo determinato part-time al 50%, che risponde al bisogno di trovare “un lavoro”, sempre tenendo conto delle competenze e professionalità qualificate ed accertate del nuovo rampollo della politica massomafiosa della città di Catanzaro, e non lo diciamo noi, lo ha detto la procura di Catanzaro, con l’operazione Basso profilo

Trovare una sistemazione, un lavoro per Saverio era la molla, la preoccupazione del papà Tommaso Brutto, politico trasversalissimo catanzarese di lungo corso, tanto da giustificare le frequentazioni con soggetti organici alle locali di ‘ndrangheta, ma usando anche i buoni uffici con la politica locale e nazionale. Nel marzo 2018 si svelava per l’attività della magistratura il castello della Fondazione CALABRESI NEL MONDO (Ente in house della Regione Calabria il cui dominus indiscusso era il politico Pino GALATI, da sempre punto di riferimento proprio di Tommaso Brutto.

L’inchiesta metteva in risalto che la Fondazione assumeva personale simulando l’assunzione quali componenti della struttura operativa interna ed invece i collaboratori venivano destinati ai progetti, tipo Calabria in locit, Calabria in work capacity, Calabria in work network, il tutto finanziato con le risorse pubbliche, violando le norme dello statuto che imponeva la selezione del personale da adibire al progetto attingendo ad un apposita short list implementate da evidenza pubblica. Tra coloro che avevano beneficiato del meccanismo taroccato e quindi di un assunzione nell’Ente in house della Regione Calabria, vi erano consiglieri comunali di Catanzaro e di Lamezia Terme e anche figli di consiglieri comunali, come Saverio Brutto e la figlia del maresciallo della Guardia di Finanza Ercole D’Alessandro, il tutto con la benedizione di Pino GALATI.

Non è poi un disoccupato Saverio Brutto, ma un disoccupato di lusso, che si avvantaggia rispetto agli altri ottenendo accomodamenti che gli altri, quelli che non hanno il calcio in culo, non riescono ad avere. Ecco che lo troviamo come già visto nella Fondazione Calabresi nel Mondo, ma anche nelle strutture dei consiglieri regionali, nel 2014 in quella del gruppo consiliare regionale del Nuovo Centro Destra e nel 2017 in quella del gruppo consiliare regionale del P.D., lo stesso anno in cui diventa consigliere comunale e poi addirittura vicesindaco a Simeri Crichi (CZ), nel passaggio del testimone generazionale alla mangiatoia della politica. E non è certo un caso che questo comune, nel 2021, è stato sciolto per infiltrazioni mafiose.

Progettare una sistemazione lavorativa preferibilmente pubblica era l’obiettivo da raggiungere per Tommaso Brutto e gli incontri con l’europarlamentare CESA e l’assessore regionale Franco TALARICO erano importanti per ottenere il risultato, dove la figura dell’imprenditore Antonio GALLO detto il principino ed il suo inserimento nel sistema degli appalti, diciamo pilotati, era l’asso nella manica, perché garantiva un apporto elettorale e finanziario utile, ma soprattutto perché apriva prospettive di collaborazione imprenditoriale anche ai Brutto. Padre e figlio.

Negli anni 2017, elezioni comunali a Catanzaro e 2018 elezioni politiche e candidatura di Franco TALARICO nel collegio di Reggio Calabria per la Camera dei Deputati, la pressione per una stabilizzazione lavorativa di Saverio Brutto diventa più pressante. TALARICO e lo stesso CESA vengono più volte sollecitati da Tommaso e Saverio BRUTTO, che continuano a giocare l’asso dell’imprenditore GALLO, tanto da chiedere una stabilizzazione del giovane rampollo nella struttura di TALARICO, se eletto alla Camera dei Deputati o di CESA con un incarico di struttura all’Europarlamento, quello che a loro dire, dei BRUTTO, poteva trasformarsi in una sistemazione definitiva, nonostante la non conoscenza delle lingue…

E’ il 28 giugno 2017 subito dopo le elezioni al comune di Catanzaro che Tommaso BRUTTO e Franco TALARICO, in attesa nell’anticamera degli uffici dell’AZ SpA prima di essere ricevuti dall’imprenditore Floriano NOTO, ritornano a parlare della sistemazione lavorativa di Saverio. La proposta di una facilitazione alla SACAL, la società che gestisce gli scali aeroportuali della Calabria, viene ritenuta da Tommaso BRUTTO inadeguata per il compenso di circa 900,00 euro mensili, non in linea con le “competenze” professionali del ragazzo, come viene scartata un’altra ipotesi come stewart in qualche compagnia aerea, perché il figlio non parlava le lingue straniere. Resta ferma la richiesta di una sistemazione, un posto di lavoro da chiedere a Lorenzo CESA: “un incarico politico a livello di europarlamento dove una volta che tu lo prendi non te lo cacciano più…”.

Perché la politica può ed i posti di lavoro si ottengono e si dimenticano, insomma: un incarico politico è un posto per sempre.

Il 2017 è l’hannus horribilis per il sistema Catanzaro, c’è una frattura insanabile fra i diversi attori che vedono Tommaso BRUTTO in aperta contrapposizione, non solo elettorale, al sindaco Sergio ABRAMO, Mimmo TALLINI ed all’ex senatore Piero AIELLO, che all’ultimo minuto strapperà l’accordo con l’UDC di BRUTTO, passando nel campo avversario con la lista Catanzaro da Vivere insieme ad ABRAMO e TALLINI.

In questo periodo Tommaso BRUTTO sollecitava il maresciallo corrotto della Guardia di Finanza, Ercole D’ALESSANDRO a verificare quanto avveniva nel comune di Catanzaro ed in campagna elettorale, come quando il 16 marzo 2017: “gli chiede di andare a chiedere se possono andare a verificare se hanno le autorizzazioni in quando il posto – davanti al centro commerciale Le Fontane di Catanzaro – non è agibile”. Secondo Tommaso BRUTTO: “se c’è stata qualche autorizzazione deve essere falsa e sarebbe stata data dal sindaco Sergio ABRAMO e che in quel poto si sarebbe fatta campagna elettorale a sostegno di Abramo”.

L’obiettivo comune di D’ALESSANDRO e dei BRUTTO era quello di delegittimare le figure del sindaco ABRAMO e dell’allora assessore regionale TALLINI, in particolare per la vicenda FARMAEKO, sulla quale, sempre D’ALESSANDRO faceva capire che erano in corso indagini. Il clima è rovente ed il 27 marzo 2017 il fuoco amico al sistema Catanzaro si alza di livello anche grazie alle soffiate di D’ALESSANDRO, che insieme ai BRUTTO si mobilita per stravolgere la campagna elettorale che al momento vede nello schieramento che si contrappone ai soci principali del sistema Catanzaro, TALLINI ed ABRAMO la solidarietà e la vicinanza di CZ da Vivere, quindi di Piero AIELLO, Baldo ESPOSITO e Marco POLIMENI tanto che si ipotizza un intervento diretto alla trasmissione LE IENE per sollecitare una azione di delegittimazione con l’uso di informazioni riservate.

L’esistenza di una possibile azione della magistratura è una voce che si riconcorre a Catanzaro già dal 2017, che vede come protagonista Mimmo TALLINI e la ragnatela di interessi e di complicità, che verranno fuori poi in dicembre 2020, ma che è fatto conosciuto nell’ambito del sistema Catanzaro, soprattutto in relazione alla FARMAEKO. Infatti è sempre Tommaso BRUTTO in un intercettazione del 26 aprile 2017 parlando con Salvatore MADIA della composizione della lista UDC per le imminenti elezioni comunali, dice: “…c’è nell’aria una retata regolare, mo questo…inc…una retata, una retata…”.

Quello che doveva sembrare una sfortunata vicenda imprenditoriale di FARMAEKO, invece era già all’origine una truffa organizzata, tanto che il fatto era conosciuto nell’ambiente del sistema Catanzaro ed il fallimento della società farmaceutica avverrà dopo il 16 giugno 2017, data della richiesta di liquidazione della società.

Sì, perché è proprio grazie a FARMAEKO che si è scoperto l’impero di Mimmo Tallini e le sue “scatole cinesi” con le quali, secondo la Guardia di Finanza, ricicla denaro a tamburo battente, fra le quali, guarda caso, c’è la OLIMPO Srl dove il buon Tommaso BRUTTO detiene il 50% delle quote insieme alla moglie di Mimmo TALLINI.

Mentre il terremoto che annunciava Tommaso BRUTTO nella città di Catanzaro non arrivava, nonostante la fuga di notizie di soggetti infedeli e facenti parte delle Forze dell’Ordine, un fatto più volte denunciato proprio dal procuratore GRATTERI, la resa dei conti sul sistema Catanzaro aveva una altra puntata in occasione delle elezioni politiche del marzo 2018.

In una altra intercettazione ambientale, dopo il risultato elettorale negativo per TALLINI ed AIELLO, emblematico è il commento di GALLO Antonio, Saverio e Tommaso BRUTTO parlano con soddisfazione della “scoppola” presa da Tallini, Piero Aiello ed anche Abramo che si era esposto troppo questa volta…

Facendo un poco d’ordine, viste le intercettazioni  del 2017 dell’inchiesta Basso profilo, nelle quali più volte Tommaso BRUTTO colloquiando con l’On. Franco TALARICO e con l’imprenditore Floriano NOTO, si esprimeva negativamente sull’operato di Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro, dicendo che lui (Abramo) e Tallini al comune: “ne stavano combinando di tutti i colori essendo due banditi”; c’è da domandarsi cosa è cambiato per Tommaso e Saverio BRUTTO dal 2017 al 2018, se il 24 dicembre 2018 proprio Saverio BRUTTO riceve in premio l’incaricato contrattualizzato nello staff del Presidente Abramo?

Tommaso Brutto e Floriano Noto

A questa domanda avrebbe dovuto rispondere pubblicamente Sergio ABRAMO, visto e considerato che Saverio BRUTTO non è certo una gran cima di professionista, ma un semplice disoccupato “nobile” che non sa le lingue e che soprattutto non ha alcuna esperienza lavorativa professionale.

Allora perché ABRAMO concede questo incarico fiduciario a Saverio BRUTTO? Si può pensare che il contratto di staff sia un “cavallo di ritorno” per blindare l’esistenza del sistema Catanzaro e per ripagare per il voto e il sostegno ricevuto da ABRAMO nell’elezione provinciale, visto che sia Saverio che Tommaso BRUTTO sono stati elettori in quanto consiglieri comunali?

C’è dunque un voto di scambio, dove la posta è certamente l’elezione a presidente della Provincia di Catanzaro di Sergio ABRAMO, ma è uno scambio più ampio perché spegne il tiro a piattello sulla Croce Rossa da fuoco amico e nei fatti recupera uno status quo, una pace quasi mafiosa per la sopravvivenza del sistema Catanzaro, quello della massomafia, della politica corrotta, delle imprese amiche e dei tanti colletti bianchi, pure infedeli.

E’ utile ricordare, solo per conferma che Sergio Abramo vinse la sfida elettorale alla presidenza della provincia di Catanzaro contro il sindaco Alecci di Soverato,  per una manciata di voti: esattamente 349 voti. Quindi l’appoggio di Tommaso e Saverio BRUTTO, che nel frattempo si erano ricongiunti politicamente con Mimmo TALLINI,  fu determinante alla vittoria di Sergio ABRAMO Presidente che ricambiò la cortesia contrattualizzando nel suo Staff il disoccupato Saverio BRUTTO, che non aveva nessuna competenza tecnica specifica.

E tutto vissero felici e contenti, fatti salvi i tanti giovani calabresi, truffati e lasciati appiedati da FARMAEKO e dalle scatole cinesi, le cosiddette società carosello, della piramide di Mimmo TALLINI e del sistema Catanzaro, dove l’ormai ex sindaco ABRAMO ha sempre recitato il suo ruolo, almeno fino all’abiura del dominus TALLINI, dopo il suo arresto.

Cambiano gli scenari, cambiano i protagonisti ma la musica che si suona è sempre la stessa. E così dopo Tallini è toccato anche ai Brutto passare dalle forche caudine degli arresti dell’operazione Basso Profilo ma una volta che si sono calmate le acque, ecco che i Brutto piazzano l’ennesimo colpo ma stavolta con la fidanzata del rampollo, la rampante Marta Bretti, che entra dalla porta principale addirittura come funzionaria del Comune intanto passato a Nicola Fiorita, che sta in piedi grazie a tutto l’arco della malapolitica catanzarese. E non abbiamo ancora finito, perché – se possibile – la massomafia catanzarese è andata anche oltre piazzando nientepopodimenoche… la cognata di Mister Centomila. Ma questa storia ve la racconteremo a parte.