Il vento della memoria seminerà giustizia a San Giovanni in Fiore!

Il vento della memoria seminerà giustizia a San Giovanni in Fiore!
(Una città in fermento che sogna e non si piega)

dalla pagina FB Spazio Civico Calabria

Sono trascorsi ormai tre mesi dalla tragica morte di Serafino Congi, un evento che ha scosso profondamente il cuore di San Giovanni in Fiore e dei suoi dintorni. Un dolore che ha attraversato ogni angolo di questa terra, scuotendo strade, case e famiglie, e facendo risuonare l’eco di una protesta che, prima silenziosa, ora non ha più paura di farsi sentire. Questa protesta, che ha scosso le coscienze, è diventata un grido di allarme, un’urgenza che attraversa le montagne e che non può più essere ignorata. Le voci dei cittadini, delle associazioni, dei comitati e dei sit-in si sollevano con forza, chiedendo giustizia per una comunità che, stremata dalle promesse tradite, ha deciso di non restare più in silenzio. Le denunce, ormai, sono sempre le stesse: “un’Amministrazione arrogante, che non ascolta, che spreca e che ignora le necessità del popolo”.

Ma a queste accuse si aggiunge una gravissima aggravante: “la frustrazione insopportabile per la totale mancanza di risposta alle richieste di trasparenza sugli atti amministrativi”. Le voci che attraversano i sentieri virtuali, amplificate anche da chi ha perso o da chi ha governato senza fare nulla o troppo poco, ma che ha il coraggio e l’onestà intellettuale di denunciare il degrado in cui versa la nostra terra, confermano una verità ormai incontrovertibile: San Giovanni in Fiore è stata tradita! Tradita da chi avrebbe dovuto tutelare nel tempo e nello spazio i servizi sanitari, rafforzare l’economia, i commerci, la cultura, la storia e la bellezza di un angolo di Calabria destinato a brillare. Tradita da chi, anziché progettare un futuro di speranza, ha seminato illusioni, spazzando via i sogni di chi credeva che questa terra silana fosse destinata a splendere nel cuore della Calabria. Eppure, la speranza non è morta.

Chi scenderà nuovamente in piazza lo farà con il cuore infiammato dalla rabbia, ma anche con una speranza irrefrenabile di riscrivere il nostro destino. San Giovanni in Fiore non può e non deve diventare una pedina in un gioco perverso, dove non sono gli onesti e i laboriosi a governare, ma chi manipola il consenso, sfruttando i fondi pubblici e il PNRR per i propri vantaggi. È inaccettabile! La cronaca sui social, sebbene da verificare e onestamente da selezionare, è implacabile: “I fondi per la sistemazione dei cunicoli badiali sono stati dissipati. La ciclovia è diventata un triste spreco. Gli incarichi discrezionali si moltiplicano, alimentando interessi che non hanno nulla a che fare con il bene della comunità. Gli appalti pubblici – dalla costruzione degli asili nido alla messa in sicurezza del costone roccioso del Petraro, dal restauro dell’ex mattatoio comunale alla strada-parco di Via Cimabue – sono assegnati a chi non ha radici nella città, mentre le periferie, dalla Variante alla Costa fino alla Cona, vengono abbandonate, prive di servizi essenziali e di interventi decorativi”.

Le ferite inflitte a questa comunità sono gravi e dolorose, frutto di una guerra di appalti, subappalti, intrighi e ingiustizie sociali che mietono vittime ogni giorno. In questo scenario indecoroso si presume che i finanziamenti pubblici siano stati sperperati, le assunzioni clientelari e gli affidamenti discrezionali hanno lacerato il tessuto sociale… La situazione è ormai insostenibile. Molti citano la condizione di Via Roma, dove il conflitto tra il ‘vecchio e il nuovo’ sembra irrisolvibile. Altri puntano il dito su Via Gramsci, dove i commercianti stanno pagando il prezzo più alto.

E poi ci sono i dilemmi: il dilemma del Cinema Eden, uno dei pochi luoghi di memoria culturale che la città custodiva, ormai ridotto a un rudere senza valore. Della Piazzetta del Cognale, spogliata della sua funzione dalle motoseghe; della Chiesa dell’Annunziata, trasformata in una fossa di fango; del largo antistante l’Ospedale privato dei suoi alberi secolari; della Riserva Gioachimita di Gimmella, abbandonata e ridotta a una legnaia privata a cielo aperto. E ancora, il progetto di riqualificazione di Via Cimabue, che anziché valorizzare uno dei gioielli paesaggistici della città, sta denaturando quel tratto senza alcun rispetto per la sua storia. Non basta! La città sta affrontando anche difficoltà nei servizi essenziali: la raccolta differenziata che va a singhiozzo, la sicurezza urbana che latita, la manutenzione stradale che sembra ormai un ricordo lontano, l’assalto di topi, fogne ed epidemie che minacciano la Riviera del Neto. La mancata realizzazione della piazzetta urbana al posto della discarica di Bellini è l’ennesimo tradimento.

Eppure, è chiaro che in questo contesto gli amministratori, qualunque essi siano, non possono più ignorare la voce del popolo, il patrimonio umano, civile, culturale, sociale e ambientale di San Giovanni in Fiore. Questa città, che conta oltre diecimila emigrati nel mondo, non può essere trattata come terra di nessuno. L’arroganza di chi governa, agendo senza considerare le gravi implicazioni per il futuro della comunità, sarebbe un affronto insostenibile per chi ama profondamente la propria terra. Una terra che merita di risplendere come una stella nel cuore pulsante della Calabria. Insieme, risorgiamo! San Giovanni in Fiore non morirà mai!