Non è mai nata, ma ha già una storia lunghissima. Lo sanno bene quei sindaci che, per esserne stati i promotori, sono stati messi al bando dall’elettorato. Lo sanno i cittadini che continuano a veder crescere a dismisura la Tari, per via dell’aumento dei costi di conferimento in discarica dell’indifferenziato. Lo sanno, soprattutto, quei burocrati che hanno continuato a fare per anni il giochino della “discarica si, discarica no, ecodistretto forse”, in provincia di Vibo.
Un “mito” che ha agitato le masse, ha regolamentato interessi ed a distanza di sei-sette anni dai primi strombazzamenti della politica, non ha prodotto nulla. Ricostruire la vicenda significa inevitabilmente incunearsi in un terreno minato, ma è necessario tentare di fare chiarezza. L’anno zero è il 2017, quando l’assemblea dei sindaci, vota per la realizzazione di un ecodistretto in località Palombara del Comune di Sant’Onofrio. Il primo cittadino del centro alle porte del capoluogo non ha dubbi sulla realizzazione dell’opera, pensando, ovviamente, alle possibili ricadute economiche sul territorio. Nascono, però, i Comitati contro la realizzazione dell’impianto.
Si ribellano in serie i comuni limitrofi: da Stefanaconi a Filogaso, oltre che alcuni cittadini stessi di Sant’Onofrio. L’Ato, a quel punto, congela la scelta effettuata e si pensa di spendere l’ingente finanziamento ottenuto, in gran parte, nell’ampliamento della discarica della Daneco a Lamezia, con annessi tre siti di trasferenza della spazzatura. Un’idea perseguita dall’amministrazione guidata da Elio Costa che sarebbe finita nel dimenticatoio non appena alla guida del Comune capofila, quello di Vibo, sarebbe arrivata Maria Limardo.
Nella vicenda rientrerebbero ulteriori dettagli di carattere prettamente politico, strani incontri tra amministrazioni, su cui in questa sede è bene sorvolare… Fatto sta che il nuovo presidente dell’Ato, appunto il sindaco di Vibo, decide di ripartire legittimamente dal voto dell’assemblea nel 2017. Dunque, dal sito di Sant’Onofrio. E ciò per rendere autonomo il territorio provinciale e non “servo” del Catanzarese. Ebbene, l’Ato predispone il documento di programmazione dell’intervento. L’approvazione arriva il 15 aprile 2021. Nella medesima occasione, l’assise delibera di inserire nell’azione di supporto procedure per l’affidamento dei servizi di trattamento della frazione organica e dell’indifferenziato. Nel novembre dello stesso anno, viene avviato l’iter di attivazione della centrale di committenza e tutto finisce nelle mani di Invitalia.
Le procedure sembrano andare avanti in modo spedito ma… Onofrio Maragò. vittima pure del Comitato contro la realizzazione della discarica, perde le elezioni amministrative di Sant’Onofrio. E con l’arrivo di Antonino Pezzo, eletto primo cittadino nell’autunno 2021, tutto viene rimesso in discussione. Nel giro di poche settimane, il neosindaco archivia con un atto amministrativo, comunicato anche all’Ato, la disponibilità del sito di Sant’Onofrio per la realizzazione dell’impianto. Ne nasce una querelle con il Comune capofila, quello di Vibo, che minaccia persino azioni legali. Ma la verità è che contro il volere della Giunta poco o nulla si può fare.
E la storia dell’ecodistretto che ancora non c’è e non ci sarà mai, prosegue. L’Ato individua il sito di Dinami, trovando la disponibilità del primo cittadino e del Consiglio. Con la legge 10/2022 però la Regione istituisce di fatto l’Arrical che si sostituisce all’Ato. E le procedure vengono sospese nuovamente. Intanto, il finanziamento di 42 milioni viene revocato, non è chiaro se del tutto o in parte. E per l’ecodistretto che non c’è, il tempo sembra scaduto per sempre. Fonte: Gazzetta del Sud