Comunicato stampa
Ho appreso da notizie di stampa che il gruppo iGreco ha presentato un nuovo progetto per la realizzazione dell’ospedale privato nella stessa zona in cui insisteva un progetto precedente. Non ho preso visione del progetto, ma approfitto della notizia apparsa sulla stampa, per precisare che la nostra posizione resta immutata rispetto a quella espressa a suo tempo. Cioè nessun problema se la realizzazione rispetta le norme di piano, la destinazione d’uso dei terreni, la volumetria assegnata, le distanze da fiumi e bacini, la viabilità esistente e quella prevista nel piano regolatore.
Noi a Rende abbiamo una lunga e grande tradizione in materia urbanistica e crediamo moltissimo nella pianificazione territoriale come fattore di sviluppo economico e sociale. Una nuova struttura sanitaria è, dunque, la benvenuta a Rende, come sono benvenuti i 500 posti di lavoro annunciati, purché siano davvero “nuovi” e non siano l’assunzione di dipendenti precedentemente licenziati. Approfitto anche di questa notizia, per ribadire la validità della nostra antica proposta di ubicare l’ospedale pubblico ad Arcavacata nei terreni di proprietà dell’Università della Calabria.
Non solo ci sarebbe il notevole risparmio dei soldi dell’esproprio che potrebbero essere meglio spesi in opere, attrezzature sanitarie o altre necessità del futuro ospedale, ma ci sarebbe anche il vantaggio di legare l’ospedale all’attuale facoltà di Farmacia dell’Unical. L’ospedale pubblico potrebbe essere un fattore di traino per la costituzione di una facoltà di Medicina con rami specializzati e diversi da quelli presenti all’Università di Catanzaro. Mi preme, infine, precisare che esula da noi il voler entrare nelle questioni tecniche, iter burocratici, sostenibilità ambientale e urbanistica. Esse saranno eventualmente affrontate nel momento in cui il progetto dell’ospedale privato sarà reso noto nei suoi specifici dettagli.
Mi preme comunque sollevare delle questioni di carattere generale che potrebbero avere valore sostanziale. Ci chiediamo, ad esempio, se la creazione di un ospedale privato “convenzionato” rientra in un’ottica più ampia di razionalizzazione dell’offerta sanitaria, qualitativa e quantitativa, della provincia di Cosenza, considerato il costo che comunque avrà per la collettività, e considerate le criticità in cui versa la sanità pubblica in termini di erogazione di servizi? E, ancora, il nuovo ospedale avrà un valore e una funzione effettivamente sinergica? I risvolti occupazionali auspicati in che modo saranno garantiti? Quali sono le certezze di non trovarsi in futuro di fronte a nuove forme di precariato? Forse sarebbe il caso che la politica, prima di rischiare clamorosi dietrofront e “imboscate”, faccia e pretenda chiarezza per il bene della collettività tutta.
Gianfranco De Franco – Insieme per Rende –