di Luigi Garlando
Fonte: Gazzetta dello Sport
Dopo il lacerante strappo (cit Gabriele Gravina) vissuto nei giorni scorsi e con la testa nuovamente occupata dall’ennesimo, ciclico, scandalo del calcio italiano, c’era bisogno di una partita vera e una vittoria della Nazionale, per mettere un po’ da parte l’inchiesta di Torino su Scommessopoli. Colti tutti di sorpresa e all’improvviso appesi alle rivelazioni giornaliere di Fabrizio Corona, tornato a modo suo sulle pagine dei giornali, ci ritroviamo con il timore che oltre a Fagioli, Tonali e Zaniolo siano tanti i giocatori invischiati nel vizio delle puntate illegali sulle partite. Tra ludopatici veri e ragazzi incoscienti, tanto fortunati quanto sciocchi a non rendersi conto delle conseguenze del loro non rispetto delle norme. Il tutto con la speranza che questa inchiesta della Procura, nata fuori dal calcio, non porti alla fine a qualcosa di peggio della semplice puntata del singolo su un risultato o su un evento all’interno di una partita, perché il vizio delle scommesse se allargato a molti calciatori potrebbe aprire anche scenari ben più preoccupanti.
In questo clima di paura, in cui sono tanti i giocatori a tremare e le società a cercare di capire, la nostra Nazionale dopo aver mandato a casa Tonali e Zaniolo, è scesa in campo a Bari accolta dall’entusiasmo di 60.000 tifosi. Non sapremo mai fino in fondo quanto sia stato difficile per Spalletti preparare questa partita e quanto quello che è successo a Coverciano abbia condizionato gli azzurri. Sta di fatto che c’è voluto un po’ di tempo prima che la squadra si sciogliesse. E meno male che davanti c’era la modesta Malta. La pratica-risultato è stata sbrigata già nel primo tempo, che però non ha convinto dal punto di vista del gioco e dell’intensità. Con pochi movimenti senza palla e un tridente offensivo Kean-Raspadori-Berardi per la prima volta insieme che faticava a trovare intesa ed efficacia. Sono bastati però due colpi di biliardo di Bonaventura e Berardi per mettere al sicuro il risultato. Spalletti deve aver dato una svegliata agli Azzurri nonostante il doppio vantaggio, perché la ripresa ha visto un’Italia più reattiva, pimpante, pericolosa. Il terzo gol di Berardi e il quarto di Frattesi hanno certificato la superiorità azzurra.
Che indicazioni lascia dunque questa partita che non ha visto impegnata la difesa per manifesta inferiorità dell’avversario? Certamente il momento magico di Bonaventura, che sta vivendo una seconda giovinezza, confermato da un gol spettacolare. L’età non sorride a Jack ma piedi e capacità tattiche certamente sì. Spalletti ha trovato con lui un’altra soluzione di qualità a centrocampo. Poi, ovvio, Berardi. L’esterno d’attacco del Sassuolo regala fantasia, imprevedibilità e, soprattutto, vede la porta. Come Frattesi, il centrocampista con maggiore facilità di realizzazione e il più abile di tutti negli inserimenti. Bene anche Kean sia sull’esterno che in posizione centrale quando ha invertito il ruolo con Raspadori, che invece da centravanti non ha convinto neanche ieri.
di Fabio Licari
Fonte: Gazzetta dello Sport
Quattro gol sono quello che ci voleva, in caso si dovesse ricorrere alla differenza reti complessiva contro l’Ucraina. L’Italia è ripartita. Berardi ne ha infilati due, il primo bellissimo, allontanando i dubbi sulle sue risposte in azzurro. Bonaventura ha aperto le danze con una meraviglia in stile ultima Fiorentina. E ha chiuso Frattesi con il 4-0: era entrato da poco, ma quando gioca in azzurro l’interista la mette dentro sempre. Il gioco non è ancora spallettiano, d’altra parte Malta chiuso nel suo bunker non consentiva ricami. Però con il passare dei minuti s’è vista un’identità più definita, grazie anche al cambio in corsa tra Raspadori (spostato a sinistra) e Kean (centravanti). Siamo secondi a pari punti con l’Ucraina, si va verso uno “spareggio”, ma intanto pensiamo all’Inghilterra con qualche fantasma meno.
PRODEZZE — I primi due gol, però, sono più che altro individuali. Non c’è tanta manovra nel primo, c’è il coraggio di Kean che va a fare pressing, costringendo Malta a perdere palla: poi però il tiro di Bonaventura è uno di quei capolavori rari, il segno del suo momento speciale. Nel 2-0 di Berardi, a fine primo tempo, si vede la collaborazione di Barella che finalmente entra e scambia con l’esterno del Sassuolo: il tiro, un sinistro insidiosissimo, è un’intuizione di quelle che non mancano a Berardi. In più, una traversa di testa di Mancini su angolo dopo una manciata di minuti.
NO MANOVRA — Quello che manca nei primi quindici minuti è una manovra che metta gli azzurri in condizione di far gol pulito. Vero che Malta fa le barricate, il sistema è 5-3-2, e l’area è affollata come Times Square all’ora di punta, ma le soluzioni che cerchiamo sono poco ragionate: cross alti per un centravanti piccolo e rapido, filtranti sempre per Raspa costretto a giocare spalle alla porta per dettare un triangolo difficile, oppure tiri ribattuti. Bonaventura non merita critiche, ma dovrebbe entrare più nella manovra. Meglio Kean, corsa, pressing e entrate da sinistra, e bene i due centrali Mancini-Bastoni che interrompono qualsiasi aspirazione di contropiede maltese. Però il primo tempo non può lasciare contento Spalletti, Non c’è la furia, non ci sono i meccanismi nella manovra.
SVEGLIATA SPALLETTI — Si capisce che nell’intervallo la sgridata del c.t. deve aver fatto male alle orecchie degli azzurri. O bene, dipende. Altra corsa, altro movimento, nessuno aspetta più la palla ma incrociano tutti, allargano, pressano. Bonello in porta continua con i suoi nonsense, cercando di regalare palloni agli attaccanti, ma naturalmente il 3-0 arriva su contropiede, nell’unica situazione in cui Malta s’è sganciata. Da sinistra Raspadori la dà al centro: la mancano tutti tranne Berardi che arriva a porta vuota e infila il 3-0, secondo personale. Raspa e non Kean perché, visti i problemi al centro, il c.t. inverte i due ed è una mossa che dà respiro alla manovra.
VERSO WEMBLEY — Nel finale i cambi sono con vista Wembley. Berardi va a riposare, poi debutta Udogie che viene dalla Premier e potrebbe essere utile contro gli inglesi anche da mezzala, infine ecco Scamacca in cerca di condizione per gli inglesi. Bonaventura si vede anche in impostazione bassa. Malta capisce che non è il casi di avventurarsi più davanti, il livello è modesto, e difende lo 0-3. Invano, perché Frattesi, con la grande complicità di Udogie, segna il quarto. Udogie entra con personalità e corsa da veterano: vuoi vedere che con l’Inghilterra…










