di Alessandro Barbano
Fonte: Corriere dello Sport
Gli elementi del dramma si dispongono in questa vigilia di Italia-Svizzera in maniera apparentemente casuale. Ci sono due spiegazioni per l’infortunio che taglia fuori Immobile a quarantott’ore dalla partita che vale il Mondiale. La prima è medico-scientifica. Il centravanti della Lazio ha avvertito un affaticamento all’articolazione del ginocchio sinistro nella partita con l’Atalanta a Bergamo. Ha stretto i denti con il Marsiglia e con la Salernitana, sovraccaricando la muscolatura e aiutandosi con gli antidolorifici. Forse ha chiesto troppo al suo fisico e il polpaccio alla fine ha chiesto il conto.
La raggiunta maturità di Federico, la sua capacità di giocare anche spalle alla porta e di liberarsi indifferentemente a destra e a sinistra per il tiro, fanno ormai di lui un attaccante universale e completo. L’intesa con Insigne e Berardi può dirsi ampiamente rodata e in grado di offrire più garanzie di qualunque altro esperimento.
Questo gruppo deve al ct una valorizzazione che non era scontata. È il momento di confermare che il successo di Wembley è stato l’inizio di un’egemonia e non un fuoco fatuo. Ci sono tutte le premesse perché ciò accada.