Da Cosentino trapiantato a Milano ho visitato l’altra mattina l’anteprima estiva dell’Artigiano in Fiera, manifestazione espositiva che si tiene annualmente – a dicembre – presso la Fiera di Milano-Rho.
Con ovvia soddisfazione ed altrettanto orgoglio avevo avuto modo di apprezzare sulla mappa l’ampio spazio dedicato alla nostra regione, assolutamente sovradimensionata rispetto al resto d’Italia e al panorama internazionale.
Giunto sul posto ho appreso dell’imminente “inaugurazione” del padiglione Calabria, ragion per cui mi sono trattenuto in attesa di godere dell’evento, all’interno di una piccola folla di astanti, molti dei quali “in alta uniforme” civile e militare (vista la presenza di svariati soggetti in divisa delle diverse “arme”).
Quand’ecco comparire uno stuolo di telecamere al seguito di un minicorteo di illustri persone, fra le quali spiccava, in elegante tenuta grigio chiaro, il Governatore della Calabria Roberto Occhiuto, letteralmente circondato da un codazzo di donne e uomini vocianti e ossequiosi, mentre un drappello di musici (autodefinitosi gruppo musicale ufficiale della Regione Calabria) intonava brani calabresi.
Ho pensato di fermarmi ad ascoltare l’imminente intervento del Governatore calabro, quando improvvisamente le telecamere di cui sopra si sono spostate velocemente verso un punto vicino del sito, circondando, stavolta, il compare lombardo di Occhiuto, il Governatore Attilio Fontana, in tutta evidenza giunto a dar manforte al “collega”.
A questo punto l’aria è diventata così pesante (due figuri del genere contemporaneamente in un’area così piccola) da indurmi , seppure con dispiacere, ad abbandonare il sito, per proteggere le mie coronarie.
Mi rimane, perciò, il dubbio su cosa ha dichiarato la coppia, a proposito dell’evidente gemellaggio tra le due regioni e, soprattutto su come abbia inteso il Governatore Occhiuto promuovere quella di mia origine in un contesto locale che si era già caratterizzato per sontuosità inefficace (mi riferisco al carrozzone promozionale di qualche Natale fa alla stazione centrale di Milano con tanto di… palaghiaccio regalato a suon di milioni), anche alla luce della grande “riuscita” – si fa per dire – delle manifestazioni canore degli ultimi due “fine anno” in Calabria.
Eh già; perché la piccola folla radunatasi nella manifestazione fieristica sfoggiava, pur in una variopinta cadenza dialettale, un idioma prettamente calabrese: in sostanza, di Lombardi, a parte i giornalisti e Attilio Fontana, se ne sono visti davvero pochi.
Da medico e da cittadino mi chiedo: anche alla luce di quanto sta accadendo alla Sanità calabrese (mi riferisco in particolare al libero e agli articoli di Santo Gioffrè), si sa qualcosa sui costi della presenza calabra presso “Artigiano in fiera” a Milano?
Claudio Mendicino (Cosentino a Milano)










