«Per le cose ufficiali potevi andare in Juventus, per le cose meno ufficiali andavi nell’immobiliare di fiducia per non farti vedere».
Sono parole di Fabio Germani, ultras e presidente della fondazione Italia Bianconera, intervistato dalla trasmissione televisiva Report. Prima condannato e poi assolto (con formula piena) dall’accusa di aver fatto da tramite tra uomini della ‘ndrangheta e la Juventus, ricostruisce i rapporti tra Andrea Agnelli e l’esponente della cosca Pesce di Rosarno Rocco Dominello, condannato in via definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso.
«Molto più avanti ho capito che Dominello era diventato il referente della Juventus nei rapporti con la tifoseria – prosegue Germani – L’ho visto in atteggiamenti molto amichevoli con dirigenti della Juve: aveva rapporti molto amichevoli con Andrea Agnelli (all’epoca presidente della società bianconera, ndr). Un esempio? Quella volta in cui eravamo in macchina, per strada a Torino, lo abbiamo visto e lui è sceso. La guardia del corpo di Agnelli ha detto: “Ciao Rocco, come stai? Tutto bene?”. Lì mi sono reso conto che c’era qualcosa che non funzionava».
Al processo Alto Piemonte sui rapporti fra gli ultrà e le cosche, come ricorda Report, Agnelli ha dichiarato di aver incontrato Dominello solo insieme ad altri tifosi. Al massimo arrivava 10 minuti prima: «Non è vero, è andato parecchie volte nel suo studio privato in piazza Cln, dove c’è l’immobiliare di famiglia. Io l’ho aspettato sotto». Germani aggiunge poi un episodio specifico: «Io e Dominello avevamo appuntamento al caffè Torino di piazza San Carlo ma lui non è arrivato. L’ho chiamato arrabbiato e mi ha detto “Vieni in piazza Cln”. Ho suonato, mi hanno aperto e al sesto piano mi sono trovato D’Angelo, Andrea Agnelli, Dominello e l’amministratore delegato di questa società, che poi ho scoperto essere l’immobiliare di Andrea Agnelli. Erano lì che se la ridevano».
Stando a quanto riferito dai cronisti di Report, la Juventus non ha voluto replicare alle dichiarazioni di Germani.