La 41^ Coppa Sila a Domenico Scola: questione di cuore

Domenico Scola su Osella PA 2000 Honda ha vinto la 41^ edizione della Coppa Sila, la storica corsa in salita che rappresenta una delle manifestazioni più importanti dell’automobilismo tradizionale, anche fuori dai confini calabresi.

Per Domenico Scola, da qualche tempo pilota della Scuderia Ateneo. si tratta della quarta vittoria, un record, ma soprattutto della continuazione di un rapporto viscerale fra la sua famiglia e la grande classica intitolata al nonno, che portava il suo stesso nome ma che per tutti era semplicemente don Mimì. 

Il giovane Scola ha volteggiato alla grande tra i tornanti della Sila e alla fine della corsa, sotto la foto del trofeo conquistato, sul suo profilo FB, ha scritto poche ma significative parole. Questa volta non servono le parole, la foto, in ciò che rappresenta, dice TUTTO!

Domenico Scola, alla guida della sua Osella Pa 2000, ha percorso i 10 km del tracciato a tutta birra e ha fermato i cronometri su 4’55″55 distanziando nettamente Luca Caruso e Samuele Cassibba, che lo hanno accompagnato sul podio. Come ogni anno, splendida la cornice di pubblico che ha seguito la corsa con la consueta partecipazione emotiva. Una bella tradizione che si ripete nel tempo e colpisce sempre nel segno. Questa la classifica assoluta.

Il pilota cosentino ha riportato così a casa la gara intitolata al nonno “Don Mimì” e l’alfiere della Scuderia Ateneo ha fatto pieno di punti per il TrofeoItaliano Velocità Montagna sud di cui la competizione organizzata dall’Automobile Club Cosenza è stata 5° round, dopo Sortino, Fasano, Luzzi e Gambarie.

Le intenzioni del vincitore sono state chiare sin dalle prove ed in gara Scola ha arricchito ilsuo palmarès con la quarta esaltante vittoria.

Seconda posizione per il catanese Luca Caruso che sulla Norma Honda sempre di classe E2SC ha chiuso sotto la bandiera a scacchi con un gap di 8″35 dalla vetta. Terzo tempo in ordine generale per il ragusano Samuele Cassibba per la terza volta al volante della nuova Nova Proto spinta da motore V8 da 2000 cc. Per il driver di Comiso è stata una gara proficua per i test in corso sulla nuova vettura. Un imprevisto ad un senso aveva costretto Cassibba Jr. a rinunciare alle ricognizioni del sabato.

Anche il pugliese Francesco Leogrande su Osella PA 2000 non ha svolto le prove di sabato per una toccata, immediatamente risolta dal team Catapano. Poi il Pugliese della Fasano Corse si è riscattato con il 4° posto in gara.

E’ entrato in top five in casa Dario Gentile in ottima sintonia sulla Osella PA 2000. Il sempre tenace catanzarese Francesco Ferragina si è classificato 6° sulla Elia Avrio con cui ha vinto la classe 1400 delle biposto E2SC, precedendo il reggino Carmelo Scaramozzino in gara sulla Norma Honda. Ottava piazza per l’inossidabile Giovanni Cassibba, sempre efficace sulla Osella PA 30. Nono Arcangelo Madaffari sula Wolf GB 08 Thunder, prototipo monoposto di classe E2SS 1000. Caprbiamente in top ten nella gara di casa Davide D’Acri, che al volante della Citroen Saxo ha vinto il gruppo E1.

Per le categorie Racing STart Leonardo Nicoletti davanti a tutti ed a ridosso della Top Ten sulla MINI di gruppo Racing Start Plus.

COPPA SILA E SCOLA, UNA QUESTIONE DI CUORE

Per Domenico Scola la Coppa Sila è come correre fra le stanze di casa. Il rapporto fra gli Scola di ogni generazione e la Coppa Sila, è qualcosa che va oltre i palmares, le nomee costruite nel tempo o i Trofei dedicati, ma si genera istintivamente in chiunque rechi quel cognome nel suo documento. 

Per Domenico la celebre crono silana ha un’importanza quasi viscerale per questioni territoriali e familiari e rappresenta anche un orgoglio per via della sua estrema difficoltà e del suo essere una salita old style nella più pura essenza. 

La Coppa Sila infatti, intitolata al compianto Don Mimì Scola, resta una delle cronoscalate più difficili, selettive ed affascinanti al mondo, sebbene da alcuni anni manchi dalle vetrine più importanti, dopo essere stata regina stabile dei palcoscenici europei ed italiani.  L’auspicio che torni un giorno nel Civm, accomuna ovviamente anche Domenico Scola. 

Il lupo silano ha centrato ieri il quarto successo su cinque partecipazioni: nel 2012 con la PA21 del nonno, a passo di record, nel 2014 con la PA2000 libera sul percorso lungo, nel 2018 con una Osella di formato CN e ieri con una Osella Pa 21/s Evo 2000. 

Le cinque partecipazioni non si sono convertite in altrettante vittorie solo per quanto accadde nel 2015, quando dopo pochi metri si ruppe il motore della sua vettura, lasciandolo mestamente col colpo in canna. 

Il campione cosentino era arrivato alla Coppa Sila 2022 dopo uno stop di qualche settimana, legato alla nascita della sua seconda figlia e ha vinto ancora al volante della PA2000 di casa Samo Competition, centrando il successo fra le strade che lo hanno visto crescere, malgrado la concorrenza non sia stato affatto facile, con nomi e vetture antagoniste di alto cabotaggio. 

Il cammino in Civm del driver della Scuderia Ateneo è stato fin qui molto premiante e l’auspicio, visto il feeling mostrato con la barchetta sport due litri della Samo Competition, è di disputare al meglio anche la residua parte di stagione. 

Secondo Scola, non esiste una porzione più facile o meno difficile della salita calabra, indistintamente complicata in tutte le parti della strada ed in ogni versione organizzata nella storia, più o meno estesa come chilometraggio. 

Va da se che la versione più lunga sia anche quella più stressante a livello fisico e meccanico, ma in generale la Coppa Sila, a causa delle tante ripartenze e delle frenate, che finiscono col trasferire calore ai cerchi e quindi di riflesso anche alle gomme, già provate nella loro usura da tantissimi cambi di direzione con molteplici raggi di curvatura, è costituzionalmente una crono molto, molto dura per piloti e vetture. 

Domenico Scola

Un cruccio di Domenico Scola, comune anche in questo caso a chi la Sila la conosce bene, è che il manto asfaltato non versi in ottime condizioni, a causa dei numerosi camion che lo attraversano incessantemente, sottoponendolo ad un calpestio molto severo per il bitume, già provato dai fenomeni termici estremi tipici delle altitudini abbastanza importanti. 

La sua contestuale speranza è che possa essere presto praticato un completo ripristino dell’asfalto, scarificandolo e ricostruendo in toto il binder, come fatto con successo dall’Anas a Gambarie. 

Comunicazione Scuderia Ateneo