La Calabria a Sanremo. Aiello e Loredana Berté grandi protagonisti tra bella musica, look e carisma

Il secondo Sanremo di Amadeus e Fiorello è partito col solito boom di ascolti, che ormai non fa più neanche notizia. Il bravo presentatore e lo showman hanno confermato la loro grande intesa, fatta anche e soprattutto di esilaranti e riuscite improvvisazioni, e hanno governato con sufficiente scioltezza i “figuranti” della kermesse. Dalla sorprendente Matilda De Angelis, che ormai è una “star” a tutto tondo a Zlatan Ibrahimovic in versione Celentano, che non ha rotto più di tanto la liturgia sanremese, finendo per amalgamarsi anche lui nel contesto. La mancanza del pubblico (ché poi a Sanremo c’erano sempre le stesse facce di bronzo, tipo Giletti tanto per fare il primo nome di cazzone che ci viene in mente o Alba Parietti o i clienti e i raccomandati dei funzionari Rai di tutti i partiti e di tutti i colori…) non si avverte più di tanto e la genialità dello showman anzi ne approfitta per strappare qualche sorriso di più al pubblico… non pagante dei divani di casa.

La qualità delle canzoni e degli interpreti per quello che si è visto nella prima serata è decisamente passabile. C’è uno sforzo considerevole in termini di adeguamento alla nuova leva della canzone italiana mentre il tributo alle vecchie glorie diminuisce in maniera sensibile. In generale, comunque, ce n’è come sempre per tutti i gusti e l’offerta non è disprezzabile, visti i tempi.

Noi calabresi ovviamente eravamo in fibrillazione per le “prestazioni” del debuttante Aiello da Cosenza e della veterana Loredana da Bagnara Calabra e non c’è dubbio che i “nostri” siano stati tra i grandi protagonisti della serata.
Aiello è il terzo big ad entrare in scena e la sua esibizione coincide con l’arrivo di Zlatan. Amadeus lo presenta come “nuovo protagonista della canzone italiana”, definisce una “ballata romantica contaminata” il brano (“Ora”) che porta sul palco dell’Ariston e chiosa sui milioni di visualizzazioni che ormai da qualche anno colleziona sul web e che lo hanno catapultato in Riviera.

Il cosentino scende le scale ed è impossibile non percepire una inevitabile tensione sul suo volto. Il look tutto sommato è contenuto. Giacca nera elegante doppiopetto con pantalone abbinato ma due vistosi piercing ai lobi delle orecchie, che contrassegnano il suo tributo alla “stranezza” che gli è tanto cara.

Il brano non è per niente male. Come largamente anticipato, Aiello tratta una materia scomoda, il sesso in una relazione più o meno “regolare”, il testo è semplice ma efficace mentre la musica e l’arrangiamento sono di sicuro il “pezzo forte” della proposta del cantautore cosentino, un tappeto avvolgente che cattura subito l’attenzione di chi ascolta. Aiello chiaramente ci mette l’anima nell’interpretazione e forse esagera un po’ quando affronta la parte del testo “urlata” nella quale sfoga sul partner tutta la sua rabbia ma non c’è dubbio che sia riuscito a far discutere, sia nel bene che nel male e questo – come insegnano le leggi non scritte dello spettacolo – è l’obiettivo numero uno di un artista che voglia farsi ricordare.

Abbiamo letto decine di “pagelle” sui siti e giornali specializzati, che non sono affatto univoche nel giudizio e nei voti ma quella che abbiamo trovato più rispondente alla realtà è quella del vecchio Corriere della Sera, che ha accreditato di un più che positivo 6,5 (sei e mezzo) la performance di Aiello con il giudizio che segue.

Aiello: voto 6,5
L’unica canzone che sessualmente non ha il ventre piatto. Il sesso ibuprofene (siamo nell’anno delle medicine, vedi Gazzè e Gio Evan) è quello del chiodo scaccia chiodo. Pop contemporaneo con un filo di retorica di troppo nell’interpretazione.

Peccato che la giuria demoscopica non abbia capito il messaggio di Aiello. A conclusione della prima serata, Aiello si classifica all’ultimo posto ma si rifarà certamente con la cover di Rino Gaetano e con il televoto, nel quale gli addetti ai lavori riferiscono che è tra i più forti. In sostanza, nonostante l’ultimo posto provvisorio in graduatoria, Aiello non ha ancora perso le speranze di poter classificarsi bene.

Loredana Berté è la prima ospite e spacca, come sempre. Partiamo dal look. La Bertè ruba le farfalle a Cristiano Malgioglio. Le stesse che il paroliere aveva sulla giacca indossata al Grande Fratello vip, Loredana se le piazza in testa. E sembra che, da rumors, la Bertè lo abbia chiamato per chiedere notizie su quel look nuovo, geniale, sopra le righe. E perfettamente riuscito.

Quando l’orchestra intona le prime note del “Mare d’inverno” esce fuori quello che sappiamo tutti: Loredana Bertè non ha bisogno di nulla per colpire: è uguale a nessun’altra se non a se stessa, solo un po’ più sfasciata, più storta, con quelle farfalle di Malgioglio tra i capelli blu, la voce roca, lo sguardo fiero, le gambe nude. Un modo di stare sul palco che funziona e che non ha senso cambiare. Si è mangiata tutti anche a settant’anni, perché quando hai in repertorio “Mare d’inverno”, “Dedicato”, “Non sono una signora” e “Sei bellissima”, c’è davvero poco che possa reggere il confronto e magari ti puoi pure permettere l’inedito da chiringuito “Figlia di…” in evidente playback. Finalino sulla violenza contro le donne. La rockstar ha portato sul palco le scarpe rosse col tacco a spillo simbolo della lotta al femminicidio e ha urlato alla sua maniera: “Al primo schiaffo denunciate!”. E su Loredana la critica neanche si spacca: la Bertè non si discute, si ama. E così sia.