La Calabria a Sanremo. Mino Reitano, il “ragazzo” che cantò Italia ma passò dai Beatles a Sinatra

Il ritorno in gara di un cantante calabrese, il cosentino Aiello, e di una grande interprete come Loredana Berté nelle vesti di superospite, riporta la Calabria tra i protagonisti dell’ormai imminente Festival di Sanremo e ci dà la possibilità di ricordare un po’ di storia della tradizione musicale della nostra terra. Aiello è il decimo cantante calabrese a partecipare alla gara dell’Ariston. La prima, nel 1967, fu Dalida, nome d’arte, al secolo Iolanda Cristina Gigliotti da Serrastretta (Catanzaro). Era già una diva, era innamorata di Luigi Tenco, con il quale era in gara in coppia, e quel Festival passò alla storia proprio per il suicidio di Tenco dopo l’eliminazione dalla finale di “Ciao amore ciao”. Ma in quel Festival debuttò anche un giovanissimo cantante calabrese, che non era ancora famoso: Mino Reitano. 

Mino Reitano aveva uno spiegamento vocale generoso come il suo carattere. Era nato il 7 dicembre 1944 da una famiglia povera, studiando per 8 anni al conservatorio di Reggio. Trasferitosi giovanissimo in Germania, mosse i primi passi della carriera musicale assieme ai suoi fratelli (la band si chiamava proprio così: i Fratelli Reitano) dandosi al rock and roll. Ad Amburgo ebbe luogo uno degli episodi più incredibili della sua vita: si esibì in un club assieme ai Silver, che altri non erano che i Beatles ai loro esordi… (Vito Barresi).

L’eroe calabrese che cantò Italia ma passò dai Beatles ai Frank Sinatra

“… Venuto a mancare a soli 64 anni il 27 gennaio 2009, oggi Mino Reitano avrebbe compiuto 77 anni. Il cantante e autore di grandi successi italiani anche su scala internazionale era nato a Fiumara di Muro, un paesino che oggi conta meno di mille abitanti e che dista pochi chilometri da Reggio Calabria, collocandosi a metà strada tra il mare e l’Aspromonte. Mino Reitano non ha mai reciso il suo legame con la città natale dove ancora oggi è ricordato e ampiamente celebrato. Orfano di madre dell’età di 2 anni, Beniamino detto Mino era figlio di una famiglia umile e profondamente amante della musica: il padre, Rocco, è ferroviere, ma suona il clarinetto ed è direttore della banda musicale del paese. Il legame più forte per Mino è da sempre quello con i fratelli Franco, Antonio e Vincenzo ed è con loro che inizia la sua carriera…”.

Con i Beatles

“… Il nome della band dei fratelli Reitano varia da Fratelli Reitano, appunto, a Franco Reitano & His Brothers, Beniamino e i Fratelli Reitano: è con loro che Mino partecipa al Festival di Cassano Jonico e ad altre piccole rassegne locali, arrivando a incidere il suo primo 45 giri, “Tu sei la luce / Non sei un angelo”, con cui approda per la prima volta su una rivista nazionale come TV Sorrisi e Canzoni nell’agosto dello stesso anno. Sempre nel ’61 si trasferisce in Germania, dove si esibirà nei locali con il gruppo per un anno e mezzo e dove, dopo essere tornato in Italia, farà spesso ritorno. In quest’occasione, la band divide il palco con i Beatles ai loro esordi. Di quell’episodio Mino ha raccontato spesso di aver  legato soprattutto con John Lennon… (Fonte Corriere della Sera)”. 

Tutto era cominciato con i Beatles: con loro Mino Reitano, partito da Fiumara, in provincia di Reggio Calabria, a 16 anni con uno sgorbio di valigia, aveva fatto amicizia ad Amburgo dove insieme si esibivano nel locale Star Club del quartiere a luci rosse. Lui con il gruppo Benjamin and His Brothers — cioè Mino con i fratelli Antonio, Gegè, Franco e Domenico —, mentre i ragazzi di Liverpool non ancora famosi nel mondo e non ancora baronetti della Regina, si facevano chiamare Silver. Diventarono i Beatles pochi mesi dopo, nel 1962, come si evince dalla foto d’epoca scattata da uno dei fratelli di Reitano.

«Ero un capellone e cantavo con i futuri Beatles senza nemmeno saperlo! Noi e i Silver eravamo gli ospiti fissi del locale, si stava sul palco dalle 10 di sera alle 5 di mattina suonando anche tre volte al giorno per un’ora ciascuno. Poi si andava tutti assieme a mangiare würstel e spaghetti. Era un rapporto di simpatia reciproca e pacche sulle spalle. Le ragazzine già impazzivano e si strappavano i capelli per i loro look», ha ricordato Mino Reitano in un’intervista al critico musicale del Corriere Mario Luzzatto Fegiz nel 2007. Mentre i futuri Beatles, soprattutto John, impazzivano per lui e la sua voce, quando cantava la loro Pretty Woman. E quando anni dopo Paul McCartney venne ospite nell’ultima serata di Sanremo 1988, dove Mino arrivò sesto con quel suo inno all’Italia, che sarebbe diventato la nuova colonna sonora degli italiani all’estero, chiese subito dov’è Benjamin?, segno che non aveva dimenticato la comune gavetta amburghese.

Gli Hollies di Nash

“… Nel 1965 ottiene un contratto con la Dischi Ricordi e a seguire, nel ’67 partecipa per la prima volta a Sanremo con “Non prego per me”, un pezzo scritto da Battisti e Mogol ed eseguito in coppia con gli Hollies, gruppo straordinario della prima british invasion che includeva tra i membri Graham Nash (sì, proprio quello di Crosby, Stills, Nash and Young e di straordinari album solisti). Eliminato però alla prima serata. Poco dopo, nel ’68 sarebbe approdato al successo con la sue canzoni più belle “Avevo un cuore (che ti amava tanto)” composto con il fratello Franco e con Alberto Salerno e con “Una chitarra, cento illusioni” che venderà più di 500.000 copie…” (Fonte Corriere della Sera)

Mino Reitano diventa inevitabilmente il cantante dalla “lacrima facile” o con la “valigia in mano” per simboleggiare l’emigrazione della gente del Sud e la critica, malgrado il successo, lo snobba e lo schernisce. 

A Sanremo Reitano ci riprova nel 1969 con ‘‘Meglio una sera piangere da solo’. In coppia con Claudio Villa, sperava di continuare il successo e la popolarità conquistata in Germania. Ma ancora una volta non si qualifica, scartato dalla giuria, e messo fuori assieme al ‘reuccio’ dalla serata finale.

Grazie al successo ottenuto con le due “hit” del 1968 tuttavia Mino Reitano diventa ricco e acquista un terreno ad Agrate Brianza dove costruisce una sorta di villaggio Reitano in cui porta fratelli, parenti e nipoti, allestendo anche una sala di registrazione. Nel 1971 vince «Un disco per l’Estate» con «Era il tempo delle more». Scrive brani per grandi interpreti della musica italiana come “Una ragione di più” per Ornella Vanoni. Per sei anni (1967-1973) è protagonista a Canzonissima, guadagnandosi sempre la finale e classificandosi tra i primi, nel 1973 è secondo con “Insieme noi”. Le giovani generazioni e i critici, mentre avanza la canzone d’autore e il rock, lo considerano però una sorta di reperto archeologico.

Reitano aspetterà il 1974 per tornare a Sanremo per la terza volta e ottenere il miglior risultato in gara arrivando al terzo posto con ”Innamorati”.

Con Frank Sinatra

“… Le sorprese internazionali non sono finite però: in un fiume di partecipazioni televisive e composizioni per sigle di programmi TV, Mino Reitano continua a mantenere relazioni musicali con l’estero. Nel 1975 pubblica l’album Dedicato a Frank che lo mostra in copertina con Frank Sinatra, assieme al quale aveva recentemente duettato in occasione di un concerto a Miami per il Capodanno del 1974. Sembra che nel 1975 The Voice continuasse a complimentarsi con Mino, riconoscendo la sua voce come una delle più belle che avesse mai sentito. “Sinatra lo voleva in America, ma Mino scelse di rimanere in Italia perché per lui le radici erano più importanti di qualsiasi successo“, testimonia il fratello Antonio in “Resta Qui – L’Italia di Mino Reitano”, la prima biografia dedicata al cantante calabrese firmata da Davide Beltrano…”.

Reitano ha reso i pensieri e le riflessioni sul Meridione e sulla condizione dell’emigrante i temi portanti dei brani che l’hanno reso famoso. La sua Calabria mia! è un manifesto sociale e sentimentale, un brano in cui la nostalgia del mare, del paese e della famiglia si traducono in una lettera d’amore dal sapore agrodolce. E Gente di Fiumara descrive al meglio la semplicità e la genuinità della sua cittadina di origine, un posto in cui, nonostante la notorietà, tutti continuavano a dargli del “tu”.

Italia

Dicembre 1987. Umberto Balsamo, dopo avere pensato inizialmente a Luciano Pavarotti, affida un brano a Mino Reitano, che arriva da un decennio artistico decisamente appannato per lui. Si tratta di Italia, una canzone dedicata al nostro Paese e alla sua capacità di essere unito.

MinoReitano-copia

Reitano accoglie con orgoglio quell’invito e la canzone si classifica sesta, a pochi punti di distanza da Fausto Leali (Mi manchi) e Marcella Bella (Dopo la tempesta). Il Festival che vede la vittoria di Massimo Ranieri con Perdere l’amore ha di fatto un altro vincitore morale. Anche Mino Reitano, come Ranieri, rappresenta la vecchia guardia che il pubblico aveva iniziato ad amare vent’anni prima con Canzonissima. Se il 1987 era stato l’anno della rinascita artistica di Gianni Morandi, il 1988 riporta Reitano sulla scena popolare con un brano che in poco tempo diventa un inno degli italiani all’estero.

La canzone scritta da Umberto Balsamo è criticata da molti per l’eccessiva semplicità di un testo che sembra avere come unico obiettivo la citazione di città italiane coniugate con rime di scarso valore (“Poi mi prende l’emozione per Firenze che sta là, per Venezia che si muove e l’eterna Roma è qua” è la frase paradigmatica presa di mira da tutti i giornalisti). Alla gente però piace… Mino Reitano comunque è perfetto nell’esecuzione: la sua voce potente si unisce a quell’enfasi tanto ridicolizzata dai critici più ostili quanto amata dal pubblico.

Nel 1990 presenta ”Vorrei” che si qualifica tra le top finaliste. Due anni dopo ‘‘Ma ti sei chiesto mai” e nel 2002 con ”La mia canzone” arriva diciottesimo. Sarà la sua settima e ultima partecipazione al Festival di Sanremo.

Nel 2007 Mino viene colpito da una grave malattia, che nel giro di due anni lo porterà alla prematura scomparsa. Al funerale partecipa, tra gli altri, Adriano Celentano. «Andavo a giocare da lui a calcio tutte le domeniche negli anni Settanta e anche oltre». Adriano Celentano si lascia andare a uno dei tanti ricordi che lo lega a Mino Reitano. Anche il Molleggiato, con la moglie Claudia Mori, era presenta ai funerali del “ragazzo di Calabria”, celebrati a San Eusebio nel centro di Agrate Brianza. Celentano abita in Brianza, a Cabiate, e incontrava spesso l’amico al villaggio Reitano, una istituzione ad Agrate, dotato negli anni Settanta di un grande campo di calcio a 11 e successivamente anche di un piccolo campo da calcetto.