La Calabria di Occhiuto. Sotto l’apparenza, il nulla. Tajani, salvaci tu: mandalo a Bruxelles

SOTTO L’APPARENZA, IL NULLA

Il nostro presidente Robertino Occhiuto congratula se stesso per l’enorme successo conseguito dalla fantastica visita della presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola affiancata nella seconda giornata di visita nientepopodimeno che da due super ministri dal calibro di Matteo Piantedosi e Antonio Tajani, uno degli Interni e l’altro degli Esteri. Sono soddisfazioni non da poco su cui la stampa tutta con Tg3 Calabria in testa esalta l’avvenimento storico. Giustamente il nostro Robertino Occhiuto, solitamente così parco e misurato nei giudizi, non può che esprimere parole di viva soddisfazione: “La loro presenza, ha dichiarato,  è stato un segnale importante per la nostra Regione. Siamo consapevoli che il lavoro da fare è ancora tantissimo (modesto il ragazzo) ma da 24 mesi abbiamo finalmente cambiato la narrazione: la Calabria adesso viene percepita a livello nazionale e internazionale come una terra piena di opportunità che si sta segnalando come modello d’eccellenza in alcune pratiche (e come no). Ringrazio, dunque, Metsola, Tajani e Piantedosi, e sono certo che continueremo a stupire i nostri interlocutori istituzionali, politici e del mondo delle imprese (com’è modesto lui)”. Bravo, bene, bis, verrebbe da dirgli. La Calabria è orgogliosa e felice del suo presidente e delle sua azioni.

Poi come al solito c’è un avvenimento parallelo che rompe la narrazione fantasmagorica del nostro Robertino Occhiuto. Quando l’estate scorsa esaltava i presunti risultati strabilianti nella lotta ai piromani e agli incendiari conseguiti con i suoi magnifici droni e la sua Control Room, sopravvennero incendi devastanti dal Pollino all’Aspromonte e poco dopo arrivavano puntuali i dati dell’Ispra a smontare la sua narrazione e riportandoci alla realtà che la Calabria era e rimane la seconda regione italiana per ettari di bosco devastati dagli incendi. Cosa che solo lui non vedeva e certa stampa amica.

Oggi non ha terminato di concludere la sua solita messa cantata al canto di come sono bravo io ed ecco arrivare i dati del rapporto annuale della Svimez- l’Associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno- che sono disastrosi per il Mezzogiorno e per la Calabria in particolare.

Il rapporto ci dice che le regioni del Mezzogiorno crescono poco, o non crescono affatto, che aumenta il divario con le regioni del Nord Italia, che la piccola crescita ancora in atto è dovuta al Pnrr altrimenti parleremmo di un Mezzogiorno in piena recessione. Già nel 2022 eravamo agli ultimi posti per crescita del Pil, infatti mentre la Calabria ha registrato nel 2022 una crescita del 9% che ci ha fatto recuperare le perdite del 2021 dovute al Covid, le altre regioni del Sud hanno registrato una crescita del 10,7% e quelle del Nord dell’ 11%. La previsione del 2023 è ferma allo 0,4% per il Mezzogiorno. E in questo quadro drammatico la Calabria brilla ancora per occupare le ultime posizioni anche tra le regioni del Sud. Nel 2023 il Pil vede una crescita dello 0,7% in Abruzzo, dello 0,6% in Campania, dello 0,5 in Basilicata, dello 0,4 in Sicilia e dello 0,3 in Puglia. Ultima con lo 0,2 % di crescita è la Calabria. che divide l’ultimo posto con la Sardegna. Di che cosa ciancia il nostro presidente Occhiuto quando parla che con lui abbiamo recuperato prestigio e fiducia, di fronte a questi dati, non si capisce per nulla. Non siamo riusciti a recuperare nemmeno i dati di crescita del periodo pre Covid.

E non finisce qui. La Svimez prevede, a causa dell’inflazione e dei rincari dei beni energetici e alimentari, 760 mila nuovi poveri, di questi 500 mila nel Sud Italia. La perdita di salario al Sud è stata, tra il secondo trimestre 2021 e quello del 2023, pari al 10,7%.

Non parliamo poi dei dati demografici. Il Mezzogiorno continua a esportare laureati. Il saldo migratorio tra il 2002 e il 2021 segna una perdita di 808 mila persone, di cui 263 mila laureati. Nel 2021 abbiamo perso 38 mila giovani, d cui 20 mila laureati. Per il 2080 si prevede una perdita di oltre 8 milioni di residenti nel Mezzogiorno. Il calo demografico, dice sempre il rapporto, dipende molto dal basso tasso di occupazione delle donne. Nel Meridione, quelle single sono occupate al 52,3%, quelle con figli di più di sei anni lo sono al 41,5% e quelle con bambini sotto i sei anni si fermano al 37,8%. La scarsità di posti negli asili nido non aiuta. In Calabria abbiamo solo 9 bimbi su 100 che possono usufruire di un posto negli asili autorizzati. Anche qui siamo miseramente agli ultimi posti insieme Su 1,7 miliardi di risorse destinate dal Pnrr ai nidi al Sud, solo 600 milioni sono stati messi a gara. Sicilia, Campania, Sardegna e Calabria chiudono la classifica.

Questo è il quadro devastante della situazione economica e sociale in Calabria. Povertà, disoccupazione, emigrazione. Gli strati più deboli sono quelli più colpiti, poveri, giovani e donne. Di fronte a questa situazione allarmante abbiamo un presidente che si pavoneggia e che propone come soluzione: droni, control room, battelli, convegni, passerelle, festival del cinema e annessi, festa di Capodanno un anno a Milano e questo a Crotone. Potremmo dire, SOTTO L’APPARENZA IL NULLA. Le conclusioni da trarre sono che nel panorama già tetro del Mezzogiorno, la Calabria arranca e occupa l’ultimo posto. La situazione è di per se grave ma se la mischi con l’incapacità, la presunzione e la propaganda facile, allora diventa esplosiva. La colpa è di una regione malgovernata in ogni settore, di un’informazione venduta e di certa opinione pubblica sonnambula che non ha il coraggio della denuncia e si accoda alla propaganda occhiutiana. Noi ci auguriamo che la venuta di Tajani e della Metsola sia stata l’apertura della campagna elettorale per le Europee per il nostro presidente Occhiuto. In fondo andrebbe bene a tutti, a lui che andrebbe a occupare uno scranno a Bruxelles dove potrebbe concorrere al titolo di Mister Cazzaro d’Europa e alla Calabria e a noi calabresi che certamente spariremmo continuando a subire  le sue minchiate per altri 3 anni. Dalla Calabria intera si leva una supplica: Tajani salvaci tu, mandalo a Bruxelles!