In queste ultime ore due annunci tragicomici sul Ponte sullo Stretto sono finiti in barzelletta a causa… dell’ondata di maltempo che ha sbugiardato questi quattro affaristi che vorrebbero ancora lucrarci sopra e vengono clamorosamente sputtanati ogni volta che aprono la bocca.
Ma procediamo con ordine. Sulla pagina Facebook “PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA” è apparsa una notizia “entusiasmante”: “Ufficiale la data di inizio lavori di costruzione del Ponte sullo Stretto: dicembre 2024, con le attività preliminari. Il cantiere vero e proprio, con espropri e demolizioni, partirà a maggio 2025. L’opera sarà aperta al traffico nel 2032. I treni potranno viaggiare tra Roma e Messina in 4 ore, tra Roma e Palermo in 6 ore. Una rivoluzione per i cittadini, per le imprese, per l’ambiente e per l’economia…”. E ci fermiamo qui per carità di patria…
Poi, ad appena qualche ora di distanza, tutta Italia ha potuto vedere il sorriso ebete di Salvini mentre annunciava l’accordo tra la Società Stretto di Messina e Cinea (Climate, Infrastructure and Environment Executive Agency della Commissione Europea) per il cofinanziamento europeo dei costi di progettazione esecutiva del ponte sullo Stretto di Messina…
Mai annunci furono più infelici per tempismo, contenuto, contesto. Dopo poche ore tutta Italia ha potuto vedere le immagini del cratere-voragine sulla statale 280 che collega Catanzaro, la capitale della Regione, all’autostrada e all’aeroporto e alla stazione di Lamezia Terme e l’auto di quella povera ragazza che ci è finita dentro. Il comprensorio di Lamezia Terme è allagato, il fiume Amato è esondato, strade chiuse a causa di allagamenti e caduta di alberi. La statale 18 “Tirrenia Inferiore”, tra i km 382 e 381 è bloccata in entrambe le direzioni, la strada statale 280 “dei due mari” è chiusa in direzione Catanzaro per la voragine che abbiamo descritto prima.
E potremmo continuare l’elenco dei danni e della drammaticità della situazione. Quando la Società dello Stretto ci fa sapere attraverso i suoi comunicati e i siti amici che da dicembre inizieranno i lavori per il ponte ci dovrebbe far sapere anche come ci potremo arrivare a prendere questo ponte tra una statale sdirrupata e l’altra, tra un treno cancellato e l’altro in ritardo di ore e ore. Meglio ancora lo potrebbe fare il ministro Matteo Salvini mentre difende i confini nazionali dall’invasione dei clandestini e mentre respinge i cani e porci che vogliono colonizzare la nostra Italia.
Il presidente Roberto Occhiuto, le cui vacanze continuano ad libitum (Occhiu’, fattelo tradurre da… tuo fratello) oltre le parole di circostanza e vicinanza sulle forze impegnate negli aiuti a cui va il plauso di tutti i calabresi (a loro, non certo al vapo della Protezione Civile calabrese, che invece è solo il capo dei cialtroni) dovrebbe dirci che cosa ha fatto lui e la Regione Calabria in questi tre anni di presidenza per salvaguardare e difendere il territorio. Quello che sta succedendo a San Pietro a Maida nel Lametino e già successo sei anni fa a San Pietro Lametino dove trovò la morte una giovane mamma – Stefania – con i suoi due figlioletti.
Con l’emergenza ancora in atto dobbiamo ascoltare anche lo scaricabarile di un utile idiota – e siamo fin troppo generosi – di nome Giuseppe Oliva, direttore generale dell’ azienda “Calabria Verde” (eterno carrozzone), che ha premura a sottolineare come ciascuna amministrazione comunale “è responsabile di curare il proprio territorio, il reticolo idrografico e di risolvere tante criticità che si riscontrano lungo i corsi d’acqua, spesso dovuti ad accumuli di varia natura, attraversamenti, presenza di vegetazione, proprio per cercare di risolvere queste inquisitati nel corso di questi mesi e anni stiamo dando tanto supporto all’amministrazione comunale perché sono competenti in materia a risolvere questi fatti”.
Quindi secondo Oliva e secondo chi lo ha “costretto” a scrivere queste minchiate, la Regione non ha colpe… un po’ come per i depuratori, tutte le responsabilità ricadono sui sindaci e sugli amministratori locali. E’ uno scaricabarile indegno e indecoroso. Sarebbe anche il caso di sapere a che punto sono gli interventi previsti dal PNRR per quanto riiguarda la prevenzione e la difesa del territorio. La responsabilità politica principale di Roberto Occhiuto è di aver svenduto gli interessi della Calabria sull’altare della propaganda di Matteo Salvini e del governo nazionale.
L’aver assecondato e appoggiato il progetto del Ponte sullo Stretto ha distolto soldi e mezzi che potevano essere impegnati da subito sul territorio calabrese in infrastrutture e opere di consolidamento. Questi tragici avvenimenti certificano il fallimento della presidenza Occhiuto. Non saranno sufficienti i comunicati stampa, le interviste dei media di regime finanziati da… lui medesimo, i sopralluoghi, i droni volanti sulle aree sommerse, per distogliere l’attenzione da un dato drammatico. La Calabria in questi anni è stata abbandonata, nessuno dei suoi drammatici problemi è stato affrontato.
Tutte le politiche messe in campo da Roberto Occhiuto sono state dei palliativi. Si è puntato da un lato sull’effimero per imbellettare una realtà drammatica. Fiere, Capodanno in Calabria, Vinitaly, pubblicità, droni, battelli ecologici, non una misura vera, concreta, in nessun campo. E dall’altro lato a rendere la nostra terra sempre più una colonia di multinazionali, grossi gruppi imprenditoriali e così via.
La narrazione di Roberto Occhiuto ha coperto malamente sempre lo stesso modo di governare ed è andata avanti grazie anche a certa stampa amica e ad un’opposizione imbelle. Putroppo la Calabria sfasciume pendulo d’Italia era è sfasciume pendulo d’Italia rimane. Certo potremmo consolarci con il fatto che quasi tutte le altre regioni d’Italia, a partire dall’Emila Romagna, ci hanno imitato prendendoci come esempio nella distruzione, cementificazione e abbandono dei territori. Ma ciò non allevia di un grammo le responsabilità politiche di Occhiuto. La maschera è caduta, la realtà prende il sopravvento. Occhiuto, se avesse un po’ di dignità e orgoglio personale, dovrebbe trarre le conseguenze dal suo fallimento. Se ne dovrebbe tornare subito a Roma che altri due anni delle sue minchiate non le regge più nessuno ma anche lì finalmente hanno capito chi è. E lo trattano come un appestato: e come dargli torto?











