La carriera di Berardi a “La Domenica Sportiva”: il dibattito tra Di Francesco, Marchisio e Morace

Si è parlato anche di Domenico Berardi alla “Domenica Sportiva” nella nuova versione con Alberto Rimedio alla conduzione e Claudio Marchisio e Carolina Morace nel ruolo di opinionisti. L’ennesima prodezza del ragazzo di Bocchigliero – lo splendido tiro al volo dal limite dell’area che ha regalato la vittoria al Sassuolo sul Lecce – e il suo rinnovo di contratto con la società neroverde nonostante le tante voci di mercato sono stati ampiamente commentati grazie anche alla presenza del suo indiscusso maestro ovvero l’allenatore Eusebio Di Francesco, che l’ha visto esplodere quando era solo un ragazzino.

Di Francesco ha detto con grande convinzione che Berardi “è un fuoriclasse, al di là di dove gioca. Tocca la palla diversamente dagli altri, vede le giocate prima e la stessa sola idea di calciare al volo quel pallone la dice lunga sulle sue grandi qualità. E’ sempre pericoloso quando entra in azione”. In tanti si chiedono perché non abbia fatto il salto di qualità in una grande squadra e allora ecco che esce fuori la ormai consueta diatriba sul “carattere” del talento calabrese.

Di Francesco, che lo conosce bene, non ha dubbi: “Berardi viene giudicato da molti in maniera errata: è sempre stato un ragazzo senza grilli per la testa. Certo, per carattere non ama i cambiamenti, si lega alle persone e magari prima di fare una scelta valuta anche gli allenatori…”. E così è impossibile non ritornare a qualche anno fa, quando Di Francesco lasciò il Sassuolo per passare alla Roma e si era parlato con insistenza del passaggio di Mimmo in giallorosso: “Non è passato alla Roma perché non era considerato una prima scelta. O meglio, per me lo sarebbe stato ma non lo era per chi lavorava con me… Così gli abbiamo fatto una proposta, con la quale si sarebbe giocato il posto con altri e non l’ha accettata. Ormai sono passati diversi anni e lo posso dire”.

E a questo punto sono entrati in campo gli opinionisti. Secondo Marchisio a un certo punto delle carriere dei calciatori di talento serve “coraggio” ed è opportuno mettersi in gioco perché, allenandosi e stando a contatto anche con altri grandi campioni, si cresce più velocemente.

Carolina Morace invece non la pensa come Marchisio e approva la scelta “romantica” di Berardi: “Io penso che se avesse giocato con una grande squadra non avrebbe mai azzardato quel tiro al volo e poi si trova bene, guadagna bene, in tanti guardano il Sassuolo (lei compresa, ndr) solo perché c’è lui, non ci trovo niente di strano in questa scelta”.

Di Francesco, allora, ha raccontato qualche aneddoto relativo alla prima parte della carriera di Berardi: “Berardi ha segnato più di 100 gol nel Sassuolo e giocando da esterno d’attacco: è un talento straordinario. Nel suo primo anno in Serie A ha segnato 17 reti, delle quali 4 al Milan in una memorabile partita ed era giovanissimo. Nel 2012, l’anno prima, eravamo in Serie B, Berardi non aveva ancora 18 anni e il diesse Nereo Bonato mi chiese di venire a vedere questo ragazzo che prometteva molto, anticipandomi che lo avrebbero ceduto alla Juventus. Io lo vidi giocare e dissi a Bonato che questo ragazzo serviva a me… Dopo qualche settimana era già titolare nella prima partita a Cesena e segnò 12 gol nel suo primo campionato di Serie B”.

L’ex tecnico del Sassuolo ha ricordato quindi qualche eccesso caratteriale di Mimmo, che magari non l’ha aiutato: la gomitatina, qualche reazione spropositata, il suo rapporto un po’ travagliato con la Nazionale, specie quelle minori, hanno inciso inevitabilmente sulla sua carriera. E Marchisio ha preso la palla al balzo per sottolineare che ci sono anche altri talenti italiani che non giocano nelle grandi squadre, non fanno le Coppe europee e poi arrivano in Nazionale senza esperienza. richiamando le stesse società cosiddette “piccole” ma anche gli stessi ragazzi ad avere più coraggio, perché poi c’è sempre tempo per tornare indietro ma la “grande occasione” passa una volta sola e bisognerebbe prenderla al volo. Un discorso che ha trovato d’accordo anche Di Francesco e che probabilmente è alla base del mancato decollo internazionale della carriera di Mimmo Berardi.