La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di 38 persone fisiche e di 14 società per il giro di tangenti da centinaia di migliaia di euro che ha coinvolto dirigenti e funzionari dell’Anas in carica fino al 2015. Associazione per delinquere, corruzione, turbativa d’asta, voto di scambio, truffa e abuso d’ufficio i reati contestati a seconda delle posizioni tra gli imputati Antonella Accroglianò, la “Dama Nera”, ex capo coordinamento tecnico amministrativo Anas, e l’ex sottosegretario Giuseppe Meduri.
Questa è la notizia che le agenzie di stampa hanno trasmesso qualche minuto fa ed è chiaro che dietro tutto questo si muovono tanti burattini e tanti burattinai, per come abbiamo scritto già più volte.
Più precisamente, c’è un filo rosso che collega tre grandi indagini delle procure calabresi rispetto all’Anas, questo immenso carrozzone politico-massonico-mafioso, che si inserisce a tutti gli effetti nel calderone di ‘ndrangheta e appalti.
Le tre inchieste sono “Dama nera”, “Strada facendo” e “Cumbertazione-5 lustri”.
L’ultima mossa della DDA di Reggio Calabria nell’ambito dell’inchiesta “Cumbertazione-5 lustri”, che ha tratto in arresto il funzionario dell’Anas Giovanni Fiordaliso, direttore dei lavori per la realizzazione dello svincolo di Rosarno dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, ha fatto accendere la lampadina a molti osservatori.
Giovanni Fiordaliso, in cambio di utilità indebite da parte della famiglia Bagalà – consistite in soggiorni gratuiti a Taormina e Firenze e nel regalo di orologi Rolex – forniva a Francesco Bagalà informazioni riservate nonché il format del file Anas con il relativo logo. In virtù di tali elementi i professionisti di fiducia di Bagalà compilavano la “relazione riservata del direttore dei lavori” che veniva fatta propria dal Fiordaliso con l’apposizione della propria firma.
Lo stesso Fiordaliso, inoltre, secondo quanto scrive la Procura, si attivava ripetutamente per favorire le imprese dei Bagalà.
La madre di tutte le inchieste sull’Anas è la cosiddetta operazione Dama nera messa a segno dalla procura di Roma, che nell’ottobre 2015 aprì i riflettori sul mondo degli appalti pilotati a favore della onorata società e che portò all’arresto della donna-chiave di tutti questi traffici, Antonella Accroglianò, da Rossano, condirettore generale dell’Anas per il settore tecnico amministrativo, capo compartimento, definita dagli inquirenti appunto la Dama nera. Che ormai collabora da tempo con la magistratura e le forze dell’ordine. e che dopo l’arresto ha riempito decine di verbali ai pm della Procura di Roma che indagano sugli appalti dell’Anas.
Dalle risultanze di questa inchiesta, nel maggio 2016, nell’ambito dell’inchiesta “Strada facendo”, la procura di Vibo Valentia, che aveva sequestrato il tratto dell’autostrada compreso tra gli svincoli di Mileto e Rosarno per una serie impressionante di incidenti, apprese che la Dama nera era coinvolta in una vicenda delicatissima. Era inserita nella commissione di collaudo per un’opera pericolosissima per l’incolumità di tutti.
Secondo la procura di Vibo Valentia, contrariamente a quanto scritto dalla commissione di collaudo, le opere realizzate sull’A3 nel tratto fra Mileto e Rosarno, non sono idonee a garantire la sicurezza dei luoghi, già raggiunti dalle acque del fiume Mesima, nè quelle delle persone e delle attività prospicienti.
Lavori eseguiti in difformità del progetto originario risalente al 1999 mentre l’aggiornamento, corredato da uno studio idraulico, non è stato sottoposto al parere dell’Autorità di bacino. Lavori che riguardano un tronco della Salerno-Reggio nel tratto compreso tra Mileto e Rosarno, con ben quattro viadotti sul fiume Mesima. Viadotti che galleggiano sul nulla o meglio i cui piloni affondano nell’alveo del fiume e sono a rischio scalzamento.
E sulla vicenda le storie sono diverse a seconda di chi le racconta: la ditta appaltatrice, la commissione di collaudo in cui compare la Dama nera dell’Anas, gli investigatori e la stessa Anas.
“… Nel mare della terra di mezzo tra il Vibonese e Rosarno, dove vigono le leggi della Repubblica delle banane – scriveva all’epoca la Gazzetta del Sud -. Perché se nella nota canzone Banana Republic erano gli americani a sbarcare, tra Vibo e Rosarno a sbancare terreno e fare nuovi tracciati seguendo la logica del profitto e non quella delle regole sarebbe stata la ditta appaltatrice (l’Ati Cavalieri Ottavio-Codex) per truffare non la malinconia bensì un ente pubblico, l’Anas…”.
Insomma, c’è incongruenza tra quanto emerso e quanto formalmente cristallizzato nei documenti acquisiti e analizzati dai consulenti del pm.
Nel 2011 una commissione di collaudo fu nominata per i lavori di ammodernamento del Tronco 3 – Tratto II Lotto III dell’A3. A comporla l’ingegnere Giuseppe Fiammenghi (presidente), l’ingegnere Lelio Russo e la dottoressa Antonella Accroglianò ovvero la Dama nera. Proprio lei. All’epoca ha dichiarato di aver ricevuto mazzette da decine di imprenditori, facendo nomi e cognomi e chiamando in causa anche politici. A partire da Gigi Meduri con una serie di situazioni assai imbarazzanti per il presidente Oliverio, il quale era pronto a piazzare suo fratello Galdino alla presidenza di Fincalabra. Sempre rigorosamente sull’asse della “cupola” Reggio Calabria-Cosenza.
Ma torniamo alla commissione di collaudo, che rilasciò un certificato di collaudo statico provvisorio per le opere insistenti sul tratto in esame.
Eppure, l’Anas ha proprio recentemente ribadito di non aver presentato alcun programma per la messa in sicurezza e mai alcun parere per i lavori di ammodernamento tra gli svincoli di Mileto e Rosarno. Così come Salvatore Siviglia, segretario generale dell’Autorità di Bacino.
Ci dev’essere una spiegazione.
Intanto, tra gli indagati dalla procura di Vibo Valentia c’era anche Giovanni Fiordaliso, lo stesso direttore dei lavori, che adesso, a distanza di meno di un anno, viene arrestato nell’ambito di “Cumbertazione” perché evidentemente era il referente dei clan reggini e molto probabilmente viene chiamato in causa dalla stessa Dama nera.
Soltanto il primo assaggio di una “collaborazione” che è destinata a mettere in ginocchio, per come vi dimostreremo, la politica corrotta, che già nelle prime dichiarazioni della stessa Dama nera era uscita con le ossa rotte. Figurarsi dopo l’avvio ufficiale delle sue rivelazioni.