di Lorenzo Giarelli
Fonte: Il Fatto Quotidiano
In casa della Lega, due giorni dopo la vittoria di Alberto Stefani, non vogliono sentir parlare di assalto alle poltrone. Eppure i numeri non mentono. Gli assessori della giunta veneta cresceranno da 8 a 10, che in termini aritmetici equivalgono a un 25 per cento in più rispetto al 2020. “Erano lo stesso numero anche nella seconda legislatura di Zaia” è la giustificazione ufficiale. Sarà, ma sembra una moda. Perché pure la destra vittoriosa nelle Marche e in Calabria ha avviato le nuove legislature seguendo la stessa priorità: aumentare i posti in giunta.
IN VENETO il confronto dialettico tra Lega e Fratelli d’Italia impone una spartizione delle poltrone, in base a uno strano manuale frutto dei faticosi accordi pre-elettorali. Il partito di Meloni, che sembrava avere il vento in poppa, aveva ottenuto 5 posti, lasciando al partito di Salvini la candidatura di Stefani e altri quattro assessorati. Per Forza Italia la promessa di un posto in giunta.
Adesso che la Lega ha ribaltato le previsioni, doppiando il peso di FdI (36 a 18 per cento), l’accordo rimarrà scolpito nella pietra? Stefani ha già detto che i patti sono sacri, ma non è escluso che la Lega possa tentare il colpo di una giunta equamente divisa con i “fratelli ”, lasciando a FI qualche altra poltrona. Sul tavolo incombe il tentativo di far rientrare in Consiglio regionale qualcuno dei trombati, surrogando le seggiole lasciate libere dai futuri assessori. Il toto-nomine è già iniziato. In casa Lega: il sottosegre tario Massimo Bitonci (che però smentisce in modo categorico), Alberto Villanova, Marco Zecchinato, Sonia Brescacin, Francesco Calzavara ed Elisa De Berti (che però ha già fatto due mandati). Tra i FdI: Filippo Giacinti, Valeria Mantovan, Lucas Pavanetto, Dario Bond, Francesco Rucco. Tra gli azzurri è papabile Elisa Venturini.
NELLE MARCHE e in Calabria invece Francesco Acquaroli e Roberto Occhiuto stanno approfittando di una legge nazionale che consente alle Regioni con meno di due milioni di abitanti di aumentare gli assessori. E così la Calabria ha esordito con seduta notturna in Consiglio regionale per modificare lo Statuto, togliendo il governatore dall’imbarazzo di avere troppe bocche da sfamare. Occhiuto passerà da 7 assessori a 9 (pare ne gioveranno Lega e Noi Moderati), in più creerà anche due sottosegretari. Le Marche seguiranno a breve, perché la legge per modificare lo Statuto è in discussione. Si passerà da 6 assessori a 8, così da placare gli scontenti e ripescare qualche escluso eccellente.









