dalla pagina FB di Fed. Ber.
Ieri è stata una giornata importante, di quelle che possono segnare veramente una svolta in questo paese. Personalmente ho partecipato alla manifestazione di Cosenza, un corteo imponente, bellissimo, grande, denso di rabbia ed energia per quello che sta succedendo a Gaza ed in Cisgiordania, per fermare il disumano genocidio in atto in Palestina per mano del criminale stato sionista di Israele di cui il governo italiano è complice e sodale in quanto lo sostiene economicamente, gli vende armi, lo protegge diplomaticamente e politicamente, lo supporta in ogni modo.
È stato un mare di solidarietà per il popolo palestinese in cui naviga la Global Sumud Flotilla ormai a poche miglia dalle coste di Gaza. Una grande marea che ha inondato tantissime città italiane attraverso scioperi, cortei, blocchi di stazioni, porti ed autostrade suggellando così lo sciopero generale indetto da usb e dai sindacati di base. Astensione dal lavoro pertecipatissima vera e non presunta che ha coinvolto decine di migliaia di lavoratori paralizzando davvero il paese, creando disagi reali. Io ad esempio per raggiungere la manifestazione sono rimasto bloccato per più di un’ora nel traffico a causa dei manifestanti che avevano bloccato gli svincoli autostradali congestionando così la circolazione nella città. Per la prima volta in vita mia ho goduto nel rimanere immobile in una selva di altre automobili con i clacson impazziti. Mentre le frizioni urlavano da un lato imprecavo per il tempo che stavo perdendo ma dall’altro gioivo dicendomi, “sta succedendo davvero cazzo!”.
Non vedevo l’ora di raggiungere quella manifestazione ma allo stesso tempo desideravo che tutto restasse bloccato il più a lungo possibile, perché non si può più fare finta di nulla, perché il tappo dell’ indignazione è ormai saltato. In temini pilitici è stata la vittoria del movimento propal e dei suoi comitati, dell’Unione Sindacale di base (usb), di potere al popolo, dei collettivi studenteschi, dei centri sociali, delle assemblee, delle associazioni che sin dei subito hanno accolto l’appello lanciato dai calp (i portuali di Genova) a sostegno della Flotilla per bloccare l’olocausto palestinese e per denunciare la vergognosa posizione del governo italiano. In termini morali è stata la vittoria di chi è rimasto umano, rispetto a chi invece ha perso anche la facoltà dell’indignazione e si gira disumanamente dall’altra parte anche dinanzi alla barbarie trasmessa praticamente in dirette social di un popolo indifeso che viene massacrato da uno degli eserciti più potenti del pianeta. Eppure bisogna ricordare che è stato solo un piccolo, temporaneo, probabilmente insignificante successo, perché a Gaza si continua a morire, perché il genocidio prosegue ed è arrivato alla sua fase culminante. In realtà non abbiamo vinto niente, ci siamo solo ricordati di essere quella parte d’umanità che non riesce a rimanere indifferente.
A chi invece sottolinea vilmente solo gli episodi di violenza che ci sono stati, nonostante fossero marginali al confronto della miriade di azioni e manifestazioni pacifiche in tutta Italia, mi viene da rispondere soltanto che comprendo il motivo di quella violenza, che ne capisco le ragioni. Del resto le è stata una gigantesca mobilitazione contro il genocidio, contro il riarmo, ma non pacifista perché abbiamo urlato giustizia per il popolo palestinese, perché abbiamo fatto capire che ci devono ascoltare, perché abbiamo denunciato i crimini e le complicità del sionismo e dell’occidente, perché abbiamo dimostrato che solo il popolo ha il vero potere di salvare il popolo, perché abbiamo detto a questo governo fascista e sionista non in nostro nome, perché non abbiano chiesto solo pace ma abbiamo piuttosto dichiarato guerra alla guerra.










