La malasanità di Occhiu’. 112 e 118, i dati falsati sui tempi di soccorso e la farsa del “mancano i medici”

LA MALASANITÀ DI OCCHIÙ. 112 E 118: I DATI FALSATI SUI TEMPI DI SOCCORSO E LA FARSA DEL “MANCANO I MEDICI”

♦️ In Calabria, quando si parla di EMERGENZA-URGENZA inefficace, la frase di rito è sempre la stessa: “mancano i medici”. Un mantra ripetuto da presidenti, commissari e direttori generali, che funziona da alibi perfetto: scaricare tutto sulla carenza di camici bianchi, mentre col cazzo che chi di dovere si assume le vere responsabilità e trova soluzioni più concrete e attuabili.

♦️ Intanto gli stessi operatori dell’emergenza-urgenza, che continuano a denunciare carenze di personale, difficoltà organizzative, mancanza di ambulanze di presidio nei territori e operatori volontari a cui non vengono riconosciuti né diritti, né tutele, contestano le dichiarazioni di Pasqualina Straface sui dati del 118, accusandola di fornire cifre falsate assolutamente non corrispondenti alla realtà.

Sarebbe interessante sapere, aggiungono gli stessi, da dove la dott.ssa Straface ha estrapolato tali dati o se, proprio le Centrali Operative, si sono rese complici per ovvi scopi elettorali… come nel caso del dottorino Antonio Italia che in diretta TV su Ten, la televisione di Occhiù, si fa u spìertu, dando letteralmente i numeri

♦️ Ma ritorniamo ai medici. La verità è che il problema non è (solo) il numero dei medici, ma come vengono usati.

🔴 MEDICI IN AMBULANZA: MITO E REALTÀ

♦️ Si continua a dire che senza medico a bordo l’ambulanza non è sicura. Eppure, i fatti smentiscono questa narrativa: in tante regioni d’Italia e d’Europa i medici in ambulanza sono pochissimi, il soccorso avanzato viene garantito da centrali operative serie, dove i medici coordinano e guidano il personale sul campo, passo dopo passo.

💥Sia chiaro quindi una volta per tutte che: CONTRARIAMENTE A CIÒ CHE VI FANNO CREDERE, IL MEDICO IN AMBULANZA, PUR RESTANDO UNA FIGURA APICALE, NON EVOLVE IL SOCCORSO, NON LO RENDE MIGLIORE! 💥E come esempio vi ricordiamo il caso del povero Serafino Congi, morto perché doveva essere trasferito d’urgenza a Cosenza con una ambulanza e in circa tre lunghissime ore, nessuno si è voluto prendere la responsabilità di farlo senza medico a bordo. In quel caso serviva semplicemente muoversi, per patologia tempo-dipendente. Anche perché, con o senza medico sul mezzo di soccorso… si muore lo stesso!

♦️ Ma in Calabria no. Qui le sale operative (o Centrali… che dir si voglia) spesso diventano nient’altro che uffici clientelari, parcheggi dorati, dove chi ha i requisiti ma denuncia il sistema resta fuori, e chi invece non ha titoli ma ha santi in paradiso (o sa fare bene i pompini) viene piazzato a gestire un’emergenza che non conosce.

Ecco la verità: la sbandierata mancanza dei medici (che pur mancano) non è altro che la copertura all’inefficienza del servizio, nonché il capro espiatorio di Occhiuto per nascondere soluzioni che non sa trovare.

♦️ IL PARADOSSO CALABRESE

Risultato? 🔖- Medici che scappano dalle ambulanze diventate responsabilità enormi senza tutele. 🔖- Centrali operative senza responsabilità, ridotte a smistare chiamate invece che dirigere l’intervento sanitario. 🔖- Totale mancanza di protocolli operativi 🔖- Infermieri, autisti e soccorritori lasciati allo sbando, privi di una guida clinica, quando basterebbe un medico serio in centrale a trasformare ogni ambulanza in una squadra più specialistica e pronta.

♦️ UNA SCELTA COMODA, NON UTILE

Così si preferisce puntare sull’immagine spettacolare del medico sull’ambulanza – da foto, da conferenza stampa, da inaugurazione,– piuttosto che responsabilizzare davvero chi è in centrale. Perché responsabilizzare significa assumersi colpe, firmare protocolli, guidare le scelte cliniche in tempo reale. E questo, nel sistema clientelare calabrese, non conviene a nessuno.

♦️ CHI PAGA? SEMPRE I CITTADINI

Mentre Occhiuto inaugura centrali nuove con Tajani e Metsola in passerella, le ambulanze restano scoperte, i tempi di arrivo peggiorano e i pazienti continuano a morire di “ritardi”. Ma la colpa, puntualmente, viene scaricata sul destino: “non ci sono medici”.

💥In realtà ci sono i medici. Ce ne sono in graduatoria, ce ne sono che vorrebbero lavorare in centrale, ce ne sono che hanno i titoli. Ma molti vengono esclusi perché non allineati al sistema. Al loro posto, spesso, si piazza chi serve a mantenere lo status quo.

👉 Questo è il punto centrale: se i medici in centrale facessero davvero i medici, guidando da remoto e assumendo decisioni cliniche, ogni ambulanza – anche senza dottore a bordo – diventerebbe più efficiente, specialistica e utile al paziente.

🔴In Calabria però, più che di medicina d’urgenza, si fa medicina di facciata.