La pandemia (da virologi) non finisce mai

(DI ANTONELLO CAPORALE – Il Fatto Quotidiano) – È il terzo inverno che stiamo col Covid in tasca. Imbacuccati, mascherinati, igienizzati e sconfortati ci accingiamo a subire l’ultima ondata di virologi. La pandemia che non finisce mai ha infatti svuotato la panchina dell’infezione dei suoi migliori oracoli. E così, in tv e sui giornali sbucano forze fresche ma ignote, mai scese in campo. La scienza, come le grandi squadre di calcio, pesca nelle giovanili e propone alla sfida del secolo la squadra primavera per spiegare e curare.

Ieri è stato il turno della dottoressa Anna Teresa Palamara, che è responsabile del dipartimento delle malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità. Se già ci sembrava sconfortante la predizione di Anthony Fauci, il guru americano del virus, il papà di tutti combattenti della ricerca, che aveva annunciato come metà tra noi nel mondo si sarebbe ammalata d’ora in avanti per colpa di Omicron, la Palamara ieri non ha lasciato scampo all’altra metà che riteneva di averla scampata: “Il virus raggiungerà tutti”. Uno a uno, maschi e femmine, vaccinati e non, saremo chiamati al sacrificio.

Peggio però, e peggio davvero, ha spiegato Guido Silvestri, della Emory University, un altro cervello in fuga ma coinvolto da queste ultime devianze della discussione, se non continuiamo a difenderci con i vaccini. Uno, due, tre punture. Forse quattro o anche cinque ? E chi lo sa! Forse solo per i più fragili, ma in Israele già sono alla quarta (“e sapete perché? Colpa degli ultra ortodossi, no vax irriducibili” dice Ricciardi, il consigliere scientifico di Speranza). Altrove sono arrivati già a cinque punture. Addirittura. Se ci stanchiamo di vaccinarci, avverte il professor Silvestri, a ottobre si formerà una variante che coniugherà tutte le applicazioni più cattive e fetenti, le salderà in un unico blocco e attiverà un virus “feroce”.

Feroce. Qui sono iniziati a non tornare i conti perché, secondo quanto ci era stato detto, Omicron avrebbe tolto le tende entro gennaio, già a febbraio, al massimo a marzo saremmo stati liberati definitivamente. E invece l’annuncio che a ottobre si riprende. Tutto daccapo e tutto anche più terribile? Francesco Broccolo, che insegna Virologia alla Bicocca, aveva però appena finito di dire in televisione che di vaccini ne ha piene le tasche: “Basta parlare solo di Pfizer e Moderna, basta con le classifiche e i numeri, e dobbiamo anche capire che dopo la terza dose non ci potrà essere una quarta. Dobbiamo pensare ad altro, alle riformulazione delle terapie farmacologiche, al modo di convivere col virus”.

E Broccolo spiegava con convinzione che si muore anche col vaccino in tasca, così come anche Silvestri annunciava che si muore senza il vaccino in tasca e che ad ottobre una quinta possibile ondata avrebbe mandato al Creatore un sacco di gente (non solo no vax). Che confusione e che bailamme, pari alle notizie della scuola. Aperta al 93 per cento secondo il ministro dell’Istruzione, percentuale simile ma quasi perfettamente capovolta a sentire i professori lombardi. La maggioranza degli studenti è in quarantena. Si, no, forse?

Insomma: certezze incerte e sicurezze precarie. La Gran Bretagna è quasi fuori dal tunnel, scrive l’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità. Appena lanciato in rete il take d’agenzia che il professor Fauci, il decano, riduce la speranza: “Siamo ancora al primo atto della pandemia. È ancora il primo tempo”.

Finora non avevamo mai ascoltato previsioni così terribili. Burioni ci sembrava il tipico prof col sopracciò ma non apocalittico, il collega Galli lievemente più pessimista, Crisanti monocorde, la Viola forse leziosa, Bassetti già destinato, per la sua vis comunicativa, alla politica o in subordine, perché la televisione apre mille porte, a Ballando con le stelle. I nostri virologi e scienziati della prima ora non ci sono mai parsi così definitivi, così enormemente disorientati. Figurarsi che il professor Zangrillo, già due anni fa, decretò la sostanziale scomparsa del virus.

Ora, col terzo inverno, attendevamo parole di ottimismo e con qualche lieve senso di spavento abbiamo invece valutato il numero dei morti, davvero enorme. Chiedendone ragione. Perché dottoressa Palamara ieri più di 400 deceduti malgrado la ricerca, gli studi, i nuovi farmaci? La dottoressa ha risposto così: “È una notizia molto dolorosa, che fa comprendere quanto il virus sia pericoloso”.

Grazie lo stesso.