Gli hibakusha, i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, hanno criticato il paragone che Donald Trump ha fatto tra l’offensiva in Iran e i bombardamenti atomici statunitensi del 1945. «Come sopravvissuti ai bombardamenti atomici, non possiamo approvare alcuna dichiarazione che giustifichi il lancio delle bombe su Hiroshima e Nagasaki. Protestiamo con grande rabbia», ha scritto la Nihon Hidankyo Association, la Confederazione giapponese delle vittime della bomba atomica e vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2024, in un messaggio su X. «Sono veramente delusa. Provo solo rabbia», ha dichiarato l’hibakusha 83enne Teruko Yokoyama al quotidiano giapponese Mainichi dopo aver appreso delle dichiarazioni di Trump che suonano come una giustificazione al primo e finora unico utilizzo di armi nucleari contro i civili. Martedi’ scorso, in seguito al bombardamento statunitense degli impianti nucleari iraniani, Nihon Hidankyo ha rilasciato una dichiarazione in cui condannava l’azione, definendola un «atto oltraggioso» e in contrasto con la precedente posizione di Trump, che aveva voluto intervenire nel conflitto per risolverlo pacificamente.
L’organizzazione ha osservato che, dato che l’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha stabilito che l’Iran non sta sviluppando armi nucleari e che il suo programma atomico è civile, «i bombardamenti di Washington dovrebbero essere considerati una violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, nonché del Trattato di non proliferazione nucleare». «Il recente attacco preventivo degli Stati Uniti dimostra che la teoria della deterrenza nucleare, secondo cui il possesso di armi nucleari da parte di stati dotati di armi nucleari scoraggia gli attacchi preventivi da parte di paesi ostili, è crollata», ha scritto, esprimendo preoccupazione per le recenti allusioni all’uso di tali armi da parte di territori colpiti da conflitti, come la Russia in Ucraina o Israele a Gaza.









