Ignazio La Russa è stato eletto presidente del Senato grazie a 17 voti che sono arrivati dalle opposizioni per parare il colpo del gran rifiuto di Forza Italia.
Subito dopo lo scrutinio, è partita la caccia a chi, dall’opposizione, si è allineato a Lega e Fratelli d’Italia. Mario Borghese, del Maie, ha dichiarato di aver votato per La Russa, mentre M5s, Pd e Terzo polo hanno iniziato ad accusarsi a vicenda. Il più netto di tutti è stato Calenda: «Al di là dei numeri, non esiste per noi liberali votare un nostalgico del fascismo. Fine».
Poco più tardi, dal leader di Azione è arrivato un altro tweet al veleno contro il centrodestra: «Una coalizione di maggioranza appesa ai desideri personali di Licia Ronzulli non è in grado di governare l’Italia. Questo è il dato di fatto».
Enrico Letta, invece, ha fatto un’allusione proprio ai centristi suoi ex compagni di partito: «Il voto di oggi al Senato certifica tristemente che una parte dell’opposizione non aspetta altro che entrare in maggioranza». Più espliciti gli alleati dei Dem Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni: «L’impressione di questi primi momenti è che il cosiddetto Terzo polo si sia messo a disposizione dei vincitori, permettendo che “un collezionista del Ventennio” assumesse la seconda carica dello Stato. Nessun stupore tuttavia: non è che l’inizio della loro marcia di avvicinamento al potere».
«Non sono nostri. Io un’idea da chi siano arrivati ce l’ho ma non la dico», ha commentato sibillino Giuseppe Conte. Diversi esponenti del Pd hanno tirato in ballo anche i senatori del Movimento 5 stelle come possibili franchi tiratori. I grillini, però, in una nota di partito, hanno rispedito ai mittenti le accuse: «Primo giorno di legislatura e per qualcuno è già cominciata la finta opposizione fatta dei soliti giochini di palazzo. Il dato certo è che alla prima prova il centrodestra si è già diviso».