La sentenza di Catanzaro: sì a chat Whatsapp come accordi in caso di divorzio

Una recente sentenza del Tribunale di Catanzaro ha rivoluzionato il diritto di famiglia: ora anche gli accordi avvenuti tra ex coniugi via chat possono avere validità legale, anche se non sono passati al vaglio di un giudice.

Si tratta della sentenza n. 1620/2025 del Tribunale di Catanzaro che stabilisce che gli accordi “a latere” possono essere considerati validi, anche quando intrapresi per vie ‘brevi’, come una chat WhatsappQuesto vale a condizione che non si ledano i diritti dei figli o che gli accordi non siano contrari all’ordine pubblico. La sentenza è arrivata a seguito della vicenda in cui un ex marito si era impegnato a pagare da solo il mutuo della casa familiare, mentre la moglie rinunciava al suo assegno di mantenimento. Uno dei due aveva fatto ricorso, ma il tribunale ha lasciato gli accordi così com’erano valutando che anche una conversazione privata fungesse da patto matrimoniale.

Un patto che però non era scritto in nessuna sentenza emessa da un giudice. Ed è la prima volta.
Una vera e propria rivoluzione: la decisione dei togati di Catanzaro potrebbe fare scuola e lasciare spazio ad accordi privati, che anche su mezzi come WhatsApp assumono un “principio di prova scritta”.

Ora: qualunque messaggio scambiato tra ex coniugi potrebbe diventare un vincolo legale? In via ipotetica sì, con la difficoltà che anche le valutazioni economiche implicate in un divorzio potrebbero trasformarsi in una lunga ricostruzione delle conversazioni.

In conclusione, per anni la giurisprudenza italiana aveva sempre considerato nulli gli accordi economici privati tra coniugi, per tutelare chi era economicamente più debole e garantire che fossero i giudici a controllare la correttezza dei patti di divorzio. Un sistema rigido, ma con più garanzie. Se altri giudici prenderanno in considerazione la sentenza di Catanzaro come giurisprudenza, allora questa certezza granitica potrebbe venire meno.