La talpa e i topolini

C’era una volta una vecchia talpa che viveva nella sua tana vicino un bellissimo e rigoglioso orto che un buon contadino curava con amorevole passione. Nell’orto, in tutte le stagione, crescevano fresche verdure e succosi ortaggi che la vecchia e furba talpa rubacchiava senza mai lasciare tracce del suo passaggio. La talpa, da furbacchiona qual è, aveva escogitato un sistema per nascondere la sua colpevolezza agli occhi del contadino che disperato dalle continue fughe di ortaggi, aveva deciso di porre fine al saccheggio. Da esperta scavatrice raggiungeva l’orto attraverso una serie di cunicoli e, una volta raggiunto l’ortaggio, si premurava di portarlo sotto terra e ricoprire la buca cancellando tutte le sue tracce, non prima però di aver lasciato per tutto l’orto le impronte di un topolino da lei stessa disegnate sul terreno con un legnetto. Sapeva, la talpa, dell’esistenza di una colonia di topolini di campagna, e aveva pensato bene di sviare le indagini del contadino che ogni mattina analizzava la scena del crimine, facendogli credere che a rubare i suoi ortaggi fossero i topolini.

Così il contadino si attrezzò per fermare i topolini, piazzando trappole per topi in tutto l’orto. Trappole che non creavano nessun problema alla talpa che si muoveva, agevolmente, attraverso le sue gallerie sotterranee, raggiungendo gli ortaggi senza correre rischi. Ma doveva risolvere un problema: se il contadino non avesse trovato un topolino nella trappola, avrebbe potuto scoprire il trucco, e cambiare il piano. Magari mettendo un grosso cane a guardia dell’orto, e sfuggire al fiuto di un cane è difficile. Doveva consegnare un colpevole al contadino. Allora la talpa decise di recarsi presso la colonia di topolini che viveva poco distante dalla sua tana con un preciso scopo: convincere i topolini a seguirlo nella sua tana promettendo loro un ricco e gustoso banchetto. Se fosse riuscito a catturane più di uno avrebbe potuto “lasciarne” ogni tanto qualcuno nelle trappole del contadino così da sviare definitivamente i sospetti su di lei.

I topolini si fidarono e seguirono la talpa fin dentro il cuore della tana. E una volta arrivati, la talpa fece scattare la trappola che aveva predisposto, imprigionando i topolini in una galleria che aveva scavato per l’occasione. I topolini avevano abboccato alle false promesse della talpa, e ora per loro non c’era più scampo, sarebbero finiti, uno alla volta, dritti nelle trappole del contadino. L’alibi perfetto per la talpa, che avrebbe potuto continuare a trafugare verdure in tutta tranquillità senza correre il rischio di essere scoperta. E così fece: dopo aver saccheggiato l’orto, lasciò un topolino nella trappola che il contadino trovò la mattina seguente. “Eccoti finalmente”, disse il contadino, convincendosi che a saccheggiare il suo orto fossero i topolini. Ma come affrontare una colonia di topolini? Il contadino sapeva che per quanti ne avrebbe potuto catturare non sarebbe mai riuscito a fermare una colonia di topolini affamati. Così prese una decisione, quella di lasciare ogni sera ai margini dell’orto, in una cesta, un po’ di ortaggi e verdure, per sfamare i topolini ed impedirgli di distruggere l’orto. Il piano della talpa era perfettamente riuscito. Ora non doveva neanche preoccuparsi di raggiungere l’orto, era lo stesso contadino, a sua insaputa, che gli portava a pochi passi dalla sua ben mimetizzata tana, la verdura. Raggiunto lo scopo la talpa decise di liberare i topolini imprigionati, facendo credere loro che si era trattato di un “crollo strutturale” e che aveva lavorato tutto il giorno per liberarli, ma purtroppo un topolino non ce l’aveva fatta. Per scusarsi donò loro una piccola parte degli ortaggi lasciati nella cesta dal contadino, e i topolini, convinti della bontà della talpa, fecero ritorno a casa. E la talpa visse felice e contenta per il resto dei suoi giorni.

Morale della favola: la talpa, nel suo ingegnoso piano, ha dimostrato tutta la sua furbaria, addossando le sue colpe ad altri, non svelando mai la sua presenza al contadino, e facendo credere ai topolini di essere loro sincero amico. Cosa che credono ancora oggi. Del resto sapersi nascondere muovendosi in sotterranee gallerie, senza mai dare segno della sua presenza, è la sua natura, altrimenti che talpa sarebbe?