La Treccani rende omaggio a Rino Gaetano: “Cantautore proletario in senso pasoliniano”

Artista libero e anticonformista, spiritoso e profondo, con una vena creativa eccentrica e ironica, il musicista di Crotone Rino Gaetano morto a soli 31 anni è ancora oggi venerato da un pubblico vasto che include moltissimi ragazzi che non erano nati quando se ne è andato in un tragico incidente stradale il 2 giugno del 1981 a Roma. Ora la Treccani lo celebra nell’Enciclopedia della musica contemporanea, diretta dal nostro Ernesto Assante e dal critico musicale Sandro Cappelletto, in uscita a settembre.

Cantautore autodidatta, nato il 29 ottobre 1950 a Crotone ma artisticamente cresciuto nei sobborghi romani, Salvatore Antonio Gaetano – per tutti Rino – ha saputo mescolare con ironia e acume attività teatrale e sperimentazione musicale fino a diventare “un’autentica star della musica leggera italiana”, come ricorda L’Enciclopedia della Musica Contemporanea, diretta dallo scomparso Ernesto Assante e da Sandro Cappelletto, in uscita a settembre.

Erede di Fred Buscaglione, primo “cantautore proletario nel senso in cui lo intendeva Pier Paolo Pasolini”, Rino Gaetano si impose nel 1975 con il 45 giri Ma il cielo è sempre più blu, seguito nel 1976 da Mio fratello è figlio unico e nel 1977 dall’Album Aida, dove si ritrova il segreto di quel nonsense solo apparentemente incomprensibile che lo ha reso celebre, grazie anche a surreali note di copertina in cui si faceva beffe del linguaggio delle istituzioni, della religione, della politica, del giornalismo e della burocrazia. Partecipò nel 1978 al Festival di Sanremo dove propose la più orecchiabile e disimpegnata Gianna – che si classificò terza vendendo poi 600.000 copie – al posto di Nuntereggae più, a causa del lungo ed esplicito elenco di nomi di politici e vip dell’attualità che il cantautore nella canzone dichiarava di “non sopportare più”.

L’album Nuntereggae più – pubblicato il 1° settembre 1978 – fu la definitiva consacrazione di uno stile che arrivava a un pubblico di massa perché affrontava le criticità politico-sociali del momento con uno sguardo disincantato, dissacrante e leggero ma non per questo meno corrosivo.

Il culto della figura di Rino Gaetano, scomparso a Roma il 2 giugno 1981 in un incidente stradale, dopo un calo fino agli anni Duemila, ha continuato a crescere nel tempo, facendolo apprezzare come un autore di prima grandezza, un cantautore dalla voce libera e inconfondibile, capace di raccontare con sarcasmo e leggerezza il paradosso di un’epoca e la complessità di un Paese, smascherandone le contraddizioni senza mai cadere nella retorica.