L’ACQUA È UN DIRITTO. MA A CROTONE DIVENTA CAMPAGNA ELETTORALE
Fonte: U’Ruccularu
Da Congesi a Sorical, dalla legge ignorata alle bollette shock: cronaca di una vessazione pubblica legalizzata, tra silenzi, complici e calcoli elettorali.
Cartelle prescritte, tariffe raddoppiate, famiglie sotto torchio e politici muti: mentre Voce, Occhiuto e Ferrari pensano alla rielezione del governatore uscente, i cittadini pagano il prezzo di un sistema che ha perso ogni legittimità.
C’è un punto oltre il quale la rabbia diventa lucidità. E quel punto, a Crotone, lo si è superato da tempo: quando l’acqua – bene primario, diritto umano, essenza della vita – diventa una trappola contabile, un debito da pagare con gli interessi, un affare per pochi e un incubo per molti.
La stangata delle bollette idriche 2025 è la goccia che ha fatto traboccare il vaso (letteralmente). Una stangata che affonda le sue radici nell’incompetenza politica, nell’opacità gestionale e nell’arroganza istituzionale.
CONGESI: UN CARROZZONE POLITICO CHE MORDE PRIMA DI MORIRE
Congesi – il consorzio pubblico di 14 comuni con capofila il Comune di Crotone (socio di maggioranza) – è morto ma ancora non lo sa. Un ente definito dalla segretaria cittadina di Fratelli d’Italia, Simona Ferraina, come “un carrozzone fallito, arrogante e fuori legge”, capace ora di inviare cartelle esattoriali, tramite la Soget, per bollette idriche già prescritte da anni.
Una mossa disperata e, secondo la legge, illegittima: la delibera Arera 97/2018 stabilisce infatti la prescrizione biennale per le bollette dell’acqua. Ma Congesi, prima di sparire nel nulla, vuole mungere fino all’ultima goccia. Anche quella che non gli spetta.
“Con protervia da signorotto medievale”, scrive Ferraina, “tratta i cittadini come insolventi da vessare, non come utenti da tutelare. Il tutto con la benedizione di una politica silente e complice.”
E qui entra in scena l’attore principale. Il sindaco Voce: controllore e vessatore allo stesso tempo.
Il cortocircuito istituzionale è evidente: il Comune di Crotone controlla Congesi con il 48% delle quote, ma Congesi perseguita i cittadini crotonesi. Voce avrebbe potuto commissariare, riformare, chiudere. Invece ha protetto il management del consorzio fino alla fine, votando a favore anche dell’aumento delle tariffe in sede Arrical (delibera n.15 del 19 marzo 2025). E questo basterebbe per spiegare tutto.
DA CONGESI A SORICAL: CAMBIA IL NOME, NON IL CONTO
A gennaio 2025, la gestione passa a Sorical, società pubblica a maggioranza regionale. Ma il risultato è sempre lo stesso: bollette salate, disservizi, minacce di distacco idrico, cittadini lasciati soli. Le prime fatture del nuovo gestore, applicando il moltiplicatore tariffario MTI-4, raddoppiano o triplicano i costi annui per le famiglie, con una media che va da 140 a 555 euro annui. Ma anche le utenze industriali e commerciali subiscono rincari: +9,79% sui consumi, +73,9% sulla quota fissa.
E se qualcuno prova a protestare, come ha fatto il consigliere regionale Talerico, si becca la replica furibonda delle associazioni dei consumatori.
IL GRANDE SCARICABARILE: TUTTA COLPA DI CONGESI!
Sorical si difende come può: “la colpa è della gestione Congesi, noi dobbiamo solo rientrare dai debiti ereditati”. Ma questa linea è lo scaricabarile più odioso della storia recente: scaricare sui cittadini il prezzo di anni di malagestione pubblica, senza assumersi la responsabilità politica né aprire un tavolo di confronto.
LA POLITICA? IN FUGA, O GIÀ IN CAMPAGNA ELETTORALE
Mentre le cartelle Soget fioccano, le utenze di Papanice restano a secco, i commercianti protestano in silenzio, e le famiglie pagano bollette triplicate, i tre principali responsabili politici tacciono:
Enzo Voce, sindaco di Crotone, preferisce postare foto di eventi estivi e serate danzanti, nel tentativo grottesco di costruire un “clima di positività” che distragga gli elettori dalla realtà: essere trattati come vacche da mungere per rientrare dai debiti di Congesi, usati come capri espiatori per consolidare un controllo politico su Arrical – l’ente regionale che determina le tariffe e distribuisce il potere.
Sergio Ferrari, presidente della Provincia, avrebbe – in teoria – il potere di intervenire, richiamare i sindaci al rispetto dei cittadini, influenzare le scelte tariffarie. In pratica, si defila, osserva e aspetta: non vuole disturbare un equilibrio politico che potrebbe presto rivelarsi vantaggioso per lui, in vista della futura contesa elettorale. Vista l’ambizione di diventare consigliere regionale.
Roberto Occhiuto, presidente dimissionario della Regione Calabria (e commissario straordinario alla Sanità), è alle prese con le sue beghe giudiziarie, dopo essere stato indagato per corruzione. Ma presto dovrà anche gestire ben altro: una campagna elettorale lampo, causata dalle dimissioni improvvise che hanno lasciato la Calabria in stand-by, mentre la Sorical che dipende (anche) da lui stacca l’acqua ai cittadini o triplica le bollette.
Tutti e tre hanno una cosa in comune: impegnati sulle regionali di Ottobre. Nessuno pensa a chi, nel frattempo, si ritrova l’acqua staccata o la bolletta impagabile sul tavolo della cucina.
Intanto dalla società civile arrivano le critiche più aspre.
L’associazione Avvocatideiconsumatori ha presentato un esposto ad ARERA contro Arrical e Sorical, denunciando un aumento ingiustificato e socialmente insostenibile, e chiedendo l’apertura di un’istruttoria.
DemoS Crotone ha parlato di “colpo durissimo per famiglie, giovani e anziani” e di “gestione fallimentare che invece di garantire trasparenza ha creato ulteriore caos”, puntando il dito contro Arrical, incapace di intercettare i fondi PNRR e ridurre le perdite idriche.
Il Comitato Papanice minaccia azioni legali per i disservizi estivi nella frazione, mentre il sindacato Flaica Uniti Cub denuncia una deriva repressiva fatta di minacce di sospensione del servizio idrico per chi non riesce a pagare.
L’ACQUA È UN DIRITTO. MA A CROTONE È DIVENTATA UNA CONDANNA
Dicono che l’acqua è di tutti. Ma a Crotone è diventata debito, minaccia, affare, disservizio. E se non fosse per le associazioni, i comitati e pochi cittadini coraggiosi, nessuno difenderebbe il principio più semplice: l’acqua non si tocca. L’acqua si garantisce. L’acqua si rispetta.
Non sarà l’ultima goccia, ma è la più amara.
Questo è l’ennesimo capitolo di una storia destinata a continuare









