DORIS LO MORO, COM’E’ UMANA LEI !
Doris Lo Moro vorrebbe essere tanto il Claudio Ranieri di Lamezia Terme. Claudio Ranieri – che per ironia della sorte anche se in molti l’hanno dimenticato ha iniziato la sua carriera di allenatore proprio… a Lamezia! – si era ritirato dal calcio l’anno scorso, ma l’amore per Roma e per la Roma l’ha fatto ritornare sulla panchina giallorossa per salvare una stagione disastrosa.
La Lo Moro tenta di usare la stessa tattica: anche lei si era ritirata dalla politica qualche annetto fa, oggi è “costretta” a ritornare in politica per il troppo amore per Lamezia Terme. I suoi interventi sono così melensi che vanno ascoltati in piccole dosi. I supporter più incalliti sono esposti a danni diabetici oltre che intellettivi. Doris Lo Moro, sabato scorso, alla presentazione della lista del Pd ha dato – si fa per dire – il meglio di se, il livello zuccherino negli astanti ha toccato livelli preoccupanti.
Lei, come Ranieri, si è sacrificata. Lei non ci pensava proprio (sic!), si è sacrificata perché la città ha bisogno di lei: “Perché la città per ripartire ha bisogno di tante cose. Ha bisogno sicuramente di una guida. Io me la sento. Guardate, non è stato facile. Non è stato facile per niente pensare di rimettersi in gioco, pensare di ritornare. Ritornare è una forte responsabilità. Pensate com’è straordinario il fatto che qualunque cosa io abbia fatto, qualunque candidatura abbia proposto, ho avuto la città a fianco, quasi 10.000 preferenze alle Europee e al Consiglio regionale. Come si può sentire responsabile una persona, una donna, che ha questo affetto dappertutto”.
Già in altre precedenti puntate ci aveva informato come i dirigenti del Pd di Lamezia l’avessero supplicata a ritornare in campo. La Claudio Ranieri lametina ha ceduto perchè doveva donare qualcosa alla sua città, alla sua gente. E poi, vuoi mettere la soddisfazione di essersi circondata da liste meravigliose… Più che parlare del futuro di Lamezia alla Lo Moro sembra interessare parlare del suo quasi decennio di sindaca: “Anche in questi giorni alcuni giovani mi hanno detto che tanti anni fa erano altrove e si sentivano orgogliosi, quando io ero sindaco, di poter dire sono di Lamezia Terme. È vero, è successo. È successo, c’è stata questa possibilità in quell’epoca, abbiamo fatto tante cose anche belle, anche delle cose che non erano scontate, anche delle cose innovative, che abbiamo imposto anche al governo nazionale. E quindi abbiamo avuto in qualche modo successo anche all’esterno e sembrava che si potesse essere orgogliosi di questa città”.
Come abbiano fatto alcuni giovani di oggi a sentirsi orgogliosi di Lamezia Terme quando lei era sindaca, è un mistero. Un ventenne di oggi durante la sindacatura della Lo Moro non era neanche nei pensieri della Provvidenza. Forse per questo esprimono entusiasmo e gioia… perché non erano al mondo! Anche perché al termine del suo secondo mandato le opinioni dei lametini erano tutt’altro che positive. Andate a leggere i commenti inferociti di tanti elettori lametini sul sito di un giornale locale. Angela Maria così commenta: “Ha smantellato la Asl di Lamezia, è andata via a Roma da onorevole e non ha fatto niente per questo territorio. Ora si ripresenta…ma ci vuole proprio coraggio”. Non è la sola”. Pietro: “Ma non sarebbe ora di ritirarti a vita privata e goderti la pensione, hai fatto gia danni in passato e vuoi perseverare”. Ivan: “C’era una volta la “vergogna”. Gionny: “Soltanto chi non ama Lamezia ti può votare”. Francesco: “Perché basta con il ritornello del centrodestra sulla sanità!? Dobbiamo nascondere la verità? Dobbiamo nascondere il tradimento alla città di Lamezia Terme per qualche voto in più? La gente deve sapere e ricordare prima di andare a votare per non̈ cadere tra le grinfie di una amministrazione sbagliata…che pensa al bene proprio e non della collettività, altrimenti a quest’ora eravamo con orgoglio e con fierezza ASL N.6!!!!”.
E si, perchè la Doris Lo Moro dopo tanta melensaggine profusa a pieni mani, tira fuori gli artigli e manda una specie di “pizzino ” al centrodestra, che tra l’altro le ha già “consegnato” la città con il suo silenzio. Non parlate dello scioglimento dell’Asp di Lamezia Terme ai tempi del mio assessorato alla regione altrimenti io parlo dei tre scioglimenti per mafia sotto le vostre amministrazioni. Ma più che un invito all’omertà e al silenzio l’uscita fa emergere il suo carattere scontroso ed egocentrico. Vulpes pilum mutat. non mores. “Non è possibile che continuiamo con questo ritornello. Cioè questa storia della sanità la devono finire perché altrimenti noi ricominciamo a parlare il linguaggio che non vogliamo usare e allora gli chiediamo a tutti perché il primo scioglimento, perché il secondo, perché il terzo, perché Zaffina è passato a Fratelli d’Italia, perché tutte le altre persone. Perché? Com’è stato possibile che Tonino Scalzo era con noi e ora è da un’altra parte? Non è possibile che in questa città si fanno i nomi e i cognomi. Se c’è chi offende, deve sapere che trova uno osso duro, perché noi parliamo”.
Il messaggio arriva chiaro e forte al centrodestra che si limita ad un comunicato dei responsabili delle varie liste. Il candidato Murone non dice una parola nè tantomeno interviene il presidente di Regione Roberto Occhiuto che solitamente è così ciarliero sulla sanità. Avvalorando così le voci che danno un accordo tacito tra settori del centrodestra e del centrosinistra per far vincere Doris Lo Moro. Ma se la Lo Moro non vuole parlare di sanità, di grazia di cosa si dovrebbe parlare in questa campagna elettorale? Di quanto è umana lei? D’altronde tra la gestione Lo Moro della sanità calabrese e quella di Roberto Occhiuto di adesso trovate voi le differenze. E in piu’ è una bella gara per stabilire il maggior tasso di vanità. Entrambi dovrebbero chiedere scusa ai calabresi e ai lametini per i danni provocati nella sanità. PS: Sarebbe bello conoscere il parere di Anna Laura Orrico e del M5S sulla gestione della sanità ai tempi della Lo Moro nella giunta Loiero. Ah, già: forse non erano nati neanche loro…