Lamezia, appello ai candidati sindaco: “Chi sarà eletto dovrà essere reale sentinella della nostra sanità”

di Igor Colombo, scrittore e paziente oncologico

La campagna elettorale di Lamezia Terme sta finalmente volgendo al termine. Lunedi sera avremo il nuovo sindaco, colui o colei che uscirà vincente dal ballottaggio. Quel che mi preme raccomandare al futuro sindaco, e questo è un appello che rivolgo dal profondo del cuore, è quello di essere reale sentinella della nostra sanità.

Nel momento in cui sto scrivendo questa nota mi trovo nel reparto di oncologia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia e mi sto sottoponendo all’ennesimo ciclo chemio-terapico. Questa mattina nel reparto DH solo due infermieri che devono fare, con tanta fatica, la spola tra la stanza degli uomini e quella delle donne per somministrare le cure a noi pazienti. Il reparto tutto sta attraversando un delicato momento di difficoltà, vista la carenza di personale, complice purtroppo la coincidenza di infortuni dello stesso personale che ne stanno minando la prosecuzione stessa del reparto.

L’oncologia è una struttura compleasa del nostro ospedale che raccoglie degenze e pazienti da tutte le province calabresi. E’ un reparto che funziona e dove si registrano casi di buona sanità come il mio, la cui storia è stata abbondantemente raccontata  anche su Tv nazionali dal sottoscritto, oltre che nei miei libri. Da diversi mesi è stata chiusa l’Ufa, la stanza dove vengono preparati i chemio-terapici e nonostante le rassicurazioni dei vertici aziendali, ancora i farmaci arrivano da Germaneto e questo ci consente a noi pazienti di andare avanti con le cure. Prego la dottoressa Lo Moro e l’avvocato Murone, chi dei due sarà eletto sindaco: una delle prime cose che dovrà fare sarà quella di recarsi presso gli uffici dell’Asp per essere informati dai dirigenti stessi, della situazione effettiva dei reparti. Cosi come Oncologia, attualmente altri reparti al Giovanni Paolo II sono a rischio chiusura o accorpamento. Lancio questo appello da malato oncologico che vuole continuare a curarsi nella sua città perché qui ci sono medici bravi ed all’altezza. Fate in modo tale che il mio appello non rimanga inascoltato. Che si battano i pugni sul tavolo perché troppo in passato abbiamo perso. La mia non sia una vox clamantis in deserto, ve ne prego.