«Nei confronti degli indagati Claudio Arpaia, Annamaria Del Gaudio, Mauro Armani e Armon Rossi sussistono rilevanti esigenze cautelari: anzitutto deve ravvisarsi un pericolo di reiterazione di reati di auto-riciclaggio». A sottolinearlo è il Gup del Tribunale lametino Francesco De Nino che lo ribadisce più volte nell’ordinanza che ha portato agli arresti domiciliari l’ex presidente della Vigor Lamezia, la moglie, un consulente finanziario milanese e un imprenditore trentino. Secondo il giudice, infatti, l’esigenza cautelare «si appalesa non soltanto in quanto le condotte criminose dei reati di auto-riciclaggio oggetto di incolpazione sono ancora in corso, ma anche alla luce del nuovo pactum sceleris intercorso tra Arpaia e Rossi, che prevede il compimento di una serie indeterminata di delitti di auto-riciclaggio in favore dei coniugi».
Un “pericolo”, scrive il giudice nell’ordinanza, che si evince «dalla personalità di tutti i soggetti coinvolti, per come emersa nel corso delle indagini: deve infatti apprezzarsi la spregiudicatezza di Arpaia e Del Gaudio nell’accumulare, occultare e trasferire ingentissime somme di denaro, in Italia e all’estero, anche avvalendosi di numerosi soggetti terzi, da trasportatori a professionisti». Quanto all’imprenditore Armani, per il giudice c’è una sua “incondizionata disponibilità a detenere notevolissime somme di denaro e a corrisponderle a soggetti terzi, oltre che alla sua disponibilità ad intervenire personalmente per garantire il buon esito delle trattative”. Infine, viene in rilievo la professionalità nel campo dell’evasione ed elusione fiscale mostrata da Rossi, con “lo svolgimento da parte sua di attività di riciclaggio di ingentissime somme di denaro di provenienza illecita non soltanto in Italia, ma anche all’estero, ai fini della locupletazione personale di guadagni vieppiù ingenti”.
Per il Gio le misura cautelari si ricavano dalle “ulteriori emergenze relative alla disponibilità di denaro da parte dei coniugi Arpaia in Calabria, circostanza questa che rende quantomai attuale e concreto il pericolo di commissione di nuovi reati di auto-riciclaggio. Sussistono in ogni caso esigenze cautelari di natura probatoria, stante l’evidente pericolo di inquinamento delle prove con la dispersione e la movimentazione del denaro anche alla luce della possibilità prospettata dal pm di acquisire prove tramite richiesta di rogatorie in Svizzera”. Secondo il giudice “tali rilevanti esigenze cautelari non appaiono fronteggiabili con misure diverse dagli arresti domiciliari in quanto ogni altra misura consentirebbe agli indagati di disperdere le prove e attivarsi per la commissione di nuovi reati”.
Arpaia, Del Gaudio, Ross e Armani, finiti ai domiciliari nell’operazione Boccaccio condotta dalla Guardia di Finanza coordinata dalla procura lametina, devono rispondere di auto-riciclaggio e di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una non definita serie di delitti di auto-riciclaggio. Due società, del valore complessivo di oltre 1,7 milioni di euro, e nel cui patrimonio rientrano un albergo di Madonna di Campiglio, uno stabilimento industriale sito nel lametino e un’imbarcazione del valore di 700 mila euro, sono state sottoposte a sequestro. Il Gip De Nino ha anche disposto il sequestro di 1,5 milioni di euro in capo agli indagati. A far scattare le indagini sono state due distinte segnalazioni giunte dall’Agenzia delle Entrate dopo la presentazione, da parte di Arpaia e della moglie, della domanda di accesso alla procedura di collaborazione volontaria internazionale.
In pratica, la coppia aveva chiesto di poter far rientrare in Italia mezzo milione di euro depositato su un conto di una banca di Malta intestato a una società fiduciaria. Quei soldi, avevano dichiarato gli imprenditori lametini, sarebbero stati un’eredità. Non così per le autorità italiane, che hanno segnalato alcune anomalie, come l’esistenza di ulteriori due conti in una banca maltese, su cui sono risultati transitati i fondi e la presenza di un ulteriore certificato di deposito di 500 mila euro. Fonte: Gazzetta del Sud