SE CROLLA LA PARETE DI UNA NOSTRA CASA SI STRAPPA ANCHE UNA PAGINA DELLA NOSTRA STORIA
L’altro giorno ho accompagnato un gruppo di amici fiorentini a visitare il centro storico di Sambiase; un percorso avviato da via Fiorentino tra case garbatamente ristrutturate, altre mezze rimesse in sesto ed altre, la maggioranza, totalmente “sgarrupate”. Dopo circa un’ora e mezza abbiamo interrotto l’esperienza peripatetica davanti alle due chiesette dell’Annunziata e dell’Immacolata, in attuale reastauro. Oggi, martedì 2 del mese di agosto, all’ora di pranzo, l’abbandono e il degrado hanno suonato l’allerta della caduta libera della facciata di una casa, fortunatamente senza vittime se non la paura di vivere in stabili insicuri e, ovviamente, poco rassicuranti. Salendo verso i rione “Patelle” e “Miraglia” di case abbandonate ne abbiamo contate a decine e tutte con tegole (ceramili) instabili alcune addirittura crollate insieme al calcestruzzo espulso dal ferro arrugginito delle pensiline. Un rischio immanente che segnala anni di “strafottenza” istituzionale e che invoca, voglio dirlo all’attuale sindaco, interventi strutturali molto impegnativi:
- un intervento sistematico, da parte del Comune e del suo ufficio tecnico, di monitoraggio dell’idoneità statica degli edifici abitati e disabitati delle zone a rischio;
- valutazione dei rischi caso per caso;
- individuazione dei proprietari degli immobili ed invito a rimuovere i rischi per i nuclei familiari che li abitano, siano essi proprietari che locatari;
- Requisizione degli immobili abbandonati con proprietari deceduti o non rintracciabili con demolizione di quelli a rischio di crollo e trasformazione dei suoli in spazi di socialità ;
- per gli immobili, con attuale idoneità statica, ma destinati per incuria al totale degrado, recupero ad usi sociali, dando ospitalità alle famiglie evacuate come nel caso dell’evento di questi giorni;
- redazione di un piano complessivo di recupero statico e funzionale del centro storico, anche per allentare l’occupazione edilizia della piana, già fortemente compromessa da un disordinato sviluppo a macchia di leopardo.
Credo che si possa fare ancora qualcosa per evitare che si ripetano eventi disastrosi come il crollo della casa in via Galluppi; io ho individuato alcune cose urgenti da fare, ma, ovviamente, chi ne sa più di me, può suggerirne altre. L’importante è che chi governa la città pensi al patrimonio abitativo come a qualcosa da salvaguardare, perché anche in quelle pareti che crollano è scritta la nostra storia.
Fiore Isabella
(Ex consigliere comunale di Lamezia Terme)









