Lamezia, ma dove sta il rinnovamento del Pd? Nei caminetti di potere? (di Pino Tassi)

di Pino Tassi

La grande Gabriella Ferri si chiedeva: “Dove sta Zazà?! Uh Madonna mia”. Nei viali del festival “Trame” a Lamezia Terme, in questi giorni è tutto un vociare e un chiedersi: “Dove sta il rinnovamento del Pd?! “. Giovani, adulti, militanti e iscritti al Pd, ma anche simpatizzanti, critici, osservatori, pacifisti, guerrafondai, riformisti, avversari, ma anche vegani, vegetariani, cattolici, ortodossi, buddisti, tutti ad interrogarsi sul dilemma che è esploso dopo la cazziata di Doris Lo Moro contro i vertici del partito calabrese in primis Nicola Irto da Reggio Calabria, Amalia Bruni da Lamezia, Ernesto Alecci da Soverato accusati di aver stipulato un accordone per spartirsi i posti di potere nel Pd della provincia di Catanzaro e far fuori lei e i suoi meravigliosi ragazzi.

Lei che ha costruito “un centrosinistra coeso, forte, giovane e radicato…” e si ritrova oggi “esclusa dal proprio stesso partito”. E come non darle ragione quando afferma: “C’è un mondo che si muove intorno a noi. Giovani, cittadini, gente che chiede pulizia. A loro dobbiamo dare spazio, e non continuare a dividerci per distribuire tessere o candidati imposti Il partito non è proprietà dei consiglieri regionali”.

Dall’altra parte Nicola Irto e Amalia Bruni mandano avanti Lidia Vescio, prima eletta del Pd con quasi mille voti, che afferma che il Pd di Nicola Irto con il congresso sta rinnovando il partito. “Si respira un clima di rinnovata partecipazione e voglia di costruire…si sta rafforzando ogni giorno grazie all’ingresso di nuove energie: giovani, donne, uomini che scelgono di impegnarsi per la propria comunità”. Valle a mettere d’accordo queste campane.

Dove sta la ragione? Chi è il vero innovatore? Chi è il paladino dei giovani, delle donne, del nuovo? Ah saperlo saperlo!
La polemica ha accesso l’attenzione su un congresso del Pd calabrese che procedeva a fari spenti. Un congresso particolare, si potrebbe dire il congresso del “famolo strano”. Prima si è svolto il congresso regionale con l’elezione all’unanimità di Nicola Irto. Congresso svolto a Lamezia Terme in piena campagna elettorale, naturalmente senza dibattito, non avevano tempo da perdere, con investitura plebiscitaria dei presenti, compresa Doris Lo Moro, che si ricorda per la determinazione dell’appena rieletto Irto al grido di “Liberiamo Lamezia Terme”. Mai auspicio fu più foriero di sciagura, visto che dopo pochi giorni il ballottaggio ha visto il trionfo del mite avvocato Murone. La verità che traspare dal detto e non detto è che la Lo Moro avrebbe voluto la riconferma alla carica di segretario provinciale di Domenico Giampà mentre il trio Irto/Bruni/Alecci hanno messo in campo un duo con la nomina di certo Gallello sindaco di Gasperina a segreterio provinciale e della Vescio a vice segretario vicaria. I giovani, le donne, il rinnovamento, in questa contesa c’entrano come i cavoli a merenda.

La Lo Moro oggi denuncia scelte fatte a caminetto tra pochi intimi, lo stesso metodo che ha portato prima alla sua disponibilità e poi alla sua candidatura a sindaco. La sua candidatura nasce dalla sponsorizzazione del segretario del circolo di Nicastro Gennarino Masi, poi portata avanti dal commissario Domenico Giampà in difesa del quale oggi si alzano barricate in nome di un presunto rinnovamento. Lei stessa più volte ha confidato di contatti preliminari volti al suo rientro nel Pd lametino fino quasi a subire l’imposizione degli interlocutori a dare la disponibilità a candidarsi. Non si può dire diversamente per il trio Irto/Bruni/Alecci che vogliono uomini e donne fidate alla guida del partito. Caminetto di potere contro contro caminetto di potere.

Naturalmente nessuno si interroga sulla batosta elettorale alle elezioni comunali. La Lo Moro invece di chiedersi perché si è fermata a 12 mila voti mentre nello stesso giorno il si ai referendum sul lavoro arrivavano a 16 mila (con i quali si sarebbe vinto), arriva a sbandierare la sconfitta come un grande successo: “Il Pd ha preso 4755 voti pari al 42,8 per cento. Come è possibile che in questa provincia con numeri così, non si senta il bisogno di aprire una discussione per mantenere questo grosso risultato?”. Verrebbe da dire: questo grosso, grasso risultato. Ma come canta Gabriella Ferri: Dove sta Zazà?!, uh Madonna mia”.