L’avete voluta la Meloni? Pedalate (di Marco Travaglio)

Questo articolo risale al 12 agosto ma riflette in maniera perfetta anche la situazione attuale, dal momento che ormai tutti in Italia sapevano come sarebbero andate a finire queste ridicole elezioni. 

(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Non passa giorno senza un appello contro l’avvento di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e di questa bella destra al governo. Appelli sacrosanti, se non fosse che molti firmaioli e indignati speciali han lavorato cinque anni per quest’obiettivo. Nel 2018 il Pd ancora renziano e i giornaloni al seguito, gruppo Espresso-Repubblica e Corriere in testa, alzarono il fuoco di sbarramento contro il governo 5Stelle-Pd: meglio gettare il M5S fra le braccia di Salvini, così avrebbe fallito e i suoi voti sarebbero tornati al Pd. Invece non fallì, anzi. Nel Conte1 fece riforme mai fatte dalla sinistra: dl Dignità, Reddito, quota 100, spazzacorrotti, blocca-prescrizione, voto di scambio, taglio dei parlamentari, revisione di concessioni autostradali e grandi opere inutili. Ma il giochino era ignorarle o demonizzarle: il Pd votava contro e la grande stampa dipingeva M5S e Lega come “due destre” gemelle e “populiste”, pompando il “capitano” Salvini, noto nullafacente (le sceneggiate contro le Ong, i dl Sicurezza e null’altro): sempre con l’astuto calcolo che gli elettori 5S sarebbero tornati all’ovile Pd. Invece quelli in fuga si astennero o votarono per la Lega, che alle Europee 2019 balzò dal 17 al 34% e i 5Stelle crollarono dal 33 al 17.

In agosto Salvini fece harakiri e nacque il Conte2 (M5S-Pd-Leu), fra gli strali di Repubblica-Espresso, Corriere e intellighenzie varie, che tifavano Salvini. Rep pareva la Padania: “Elezioni subito (ma c’è chi dice no)”. Il vero nemico non erano le destre, ma i 5Stelle. Il Conte2 fece altre cose buone: niente aumento Iva di 21 miliardi, manette agli evasori, cashback, superbonus, Green new deal, più soldi a sanità e scuola, gestione esemplare di Covid e ristori, 209 miliardi di Recovery. Ma la grande stampa inventava ogni giorno pretesti – il Mes, i Dpcm, i ritardi nelle conferenze stampa, la pochette e altre stronzate – per screditare il premier elogiato nel mondo e popolarissimo in Italia, appoggiando i sabotaggi renziani e le manovre dei poteri marci per Draghi.

Quando Conte cadde, i sondaggi davano lui e i giallorossi competitivi contro le destre screditate da errori e orrori sulla pandemia. Ma al voto si preferì la geniale opzione Draghi, che riportò al governo e all’onor del mondo gli sputtanatissimi B. e Salvini, regalò 8 punti a FdI unica opposizione e ne levò 5 al M5S. Erano tutti contenti, quelli che ora lanciano l’allarme nero: i Sambuca, le Concite, i Politi, i De Angelis, i Damilani, i Giannini, i Severgnini, De Benedetti (“Pur di liberarci di Conte, ben venga Berlusconi”). Hanno persino plaudito a Letta perché scaricava Conte per assicurarsi quel bocconcino di Calenda senza neppure riuscirci. E adesso non si capisce di che si lamentino. L’avete voluta la Meloni? Pedalate.