Non capiamo come mai una persona seria, rispettabile, stimata, sinceramente garantista, come l’avvocato Mauro Mellini possa far coppia con quello strano animale di Maximiliano Granata.
Mauro Mellini ha una lunga storia politica, professionale ed umana di tutto rispetto: eletto deputato alle elezioni politiche del 1976, ha combattuto le più note battaglie radicali per poi allontanarsi dal partito alla fine degli anni ottanta in concomitanza con la scelta del Partito Radicale di trasformarsi in soggetto transnazionale e di non partecipare più a competizioni elettorali italiane.
Successivamente ha ricoperto il ruolo di componente del Consiglio Superiore della Magistratura. Editorialista e saggista, è autore di numerosi scritti, in cui con vena polemica indaga sulle storture della legge. Il suo testo più noto è Così annulla la Sacra Rota (Samonà & Savelli), che contribuì fortemente all’approvazione della legge sul divorzio.
Nel 2006 ha fondato insieme ad Alessio Di Carlo il periodico on line GiustiziaGiusta, dedicato ai temi della giustizia in chiave garantista.
È stato ed è uno dei primi e più strenui difensori del garantismo, a partire dal celebre caso Enzo Tortora.
Che dire: roba da togliersi il cappello davanti a una roccia come lui.
Ma cosa ci azzecca un sincero e convinto garantista come Mellini con Granata che tutto è tranne che un garantista? Perché Mauro Mellini, dopo una lunga e prestigiosa carriera ha deciso di accostare il suo nome a quello di Granata?
Bisognerebbe dire all’avvocato Mauro Mellini che il Granata è diventato garantista dopo aver ricevuto una interdizione dal suo ruolo di presidente del Consorzio Valle Crati, per imbrogli vari. Da quel momento in poi Granata si è scoperto garantista, e contro lo strapotere dei giudici e pm.
Fino a che le cose andavano bene, fino a che la moglie, la dottoressa Marletta giudice al tribunale di Cosenza gli ha garantito la totale impunità, i giudici erano, per lui, tutti brave persone. Fino a che ha usato la moglie e i vari amici della moglie in tribunale contro i suoi nemici, la giustizia per lui funzionava bene. Ma da quando è arrivato il nuovo sostituto procuratore, la dottoressa Manzini, che ha aperto diverse inchieste sulla gestione della depurazione a Cosenza targata Granata, il giudizio sulla Giustizia da parte di Granata è totalmente cambiato: se le manette sono per gli altri, ed è lui ad invocarle, va bene, se le manette sono per lui, allora è un complotto.
Granata ha spadroneggiato per anni in città, coperto dalla moglie, eliminando tutti i suoi concorrenti alle varie cariche fittizie (tra enti e consorzi) che di volta in volta gli venivano assegnate. Ha usato senza scrupoli l’autorità della moglie per infangare e minacciare chi si opponeva a lui, tant’è che nessuno ha osato per anni contraddirlo, anzi, diversi partiti lo hanno accettato nelle loro fila solo per avere l’appoggio e la copertura per i loro intrallazzi da parte della moglie. Un giudice amico in tribunale è sempre utile.
La corruzione presente nel tribunale di Cosenza è cosa risaputa in città. Del resto diverse sono state le ispezioni che raccontano la gestione a “conduzione familiare” della procura e del tribunale di Cosenza. Basta leggere l’ispezione Lupacchini (che l’avvocato Mellini conoscerà di sicuro) per capire come stanno realmente le cose.
Granata ha sempre invocato manette per tutti i suoi oppositori, utilizzando la moglie come spauracchio. Ha utilizzato l’arma della denuncia, sempre accolta, per far retrocedere chi lo ostacolava, o chi come noi racconta le sue “gesta”.
Ci auguriamo che una persona limpida e cristallina come l’avvocato Mellini prenda le distanze da questo strano animale che, solo per convenienza personale, e per costruirsi una nuova immagine, utilizza la personalità e la sua storia per coprire, o per prevenire quello che oramai è inevitabile: un suo totale coinvolgimento nell’inchiesta sulla depurazione a Cosenza. E’ questo il vero ed unico motivo che lo ha spinto a cercare personaggi come Mellini che lo aiutassero a fermare l’inchiesta in corso su di lui, scoprendosi di colpo garantista e contro il partito dei PM. Fino a che i pm per ordine della moglie minacciavano i suoi nemici, il partito dei PM gli stava più che bene, ora che che si è trovato dall’altra parte della barricata, il partito dei PM non gli sta più bene.
Di seguito il link che racconta la vera storia di questo personaggio che a Cosenza è conosciuto da tutti per la sua ambiguità. Consigliamo all’avvocato Mellini di leggerlo attentamente e di fare tutte le verifiche del caso, per capire fino in fondo con chi ha realmente a che fare.
P.S. per Maximiliano Granata, le denunce nei nostri confronti fatte da corrotti, mafiosi, massoni, collusi, politici intrallazzini, servitori della stato infedeli, e malandrini vari, sono per noi delle vere e proprie medaglie di cui andiamo fieri. E di loro, ma soprattutto di te, non abbiamo paura http://www.iacchite.com/cosenza-chi-e-maximiliano-granata-dal-concorsone-al-voto-di-scambio/