Le cantate di Adolfo Foggetti: sbirri corrotti e tangenti

Oggi Adolfo Foggetti si canta “sbirri” corrotti e tangenti. 

Per quanto concerne l’estorsione tentata nei confronti degli Autoricambi P. rientrava fra coloro ai quali avevamo deciso di estorcere denaro.

Maurizio Rango mi ha raccontato che quest’imprenditore era particolarmente restio a pagare tanto che avevamo posto in essere una serie di intimidazioni. P. aveva ricevuto più telefonate, erano state poste davanti all’ingresso della sua impresa delle bottiglie contenenti liquido infiammabile, gli era stato sparato contro la porta dell’impresa.

Non so chi materialmente abbia compiuto questi atti sebbene Rango si avvaleva per questo tipo di intimidazioni di D.figlio di Mano M., di tale R., che ha un figlio in Germania, mentre per quanto concerne l’intimidazione per il tramite di armi, intervenivano persone del calibro di C. B. detto lo Z. e D. B.

C. è detto lo Z. perché claudicante. E’ alto circa 1.70 ed ha un’età tra i 40 e i 45 anni. Proprio in considerazione del fatto che P. non pagava, insieme a Rango, avvicinammo R. P. che è un meccanico che ha un’officina in via dei Mille a Cosenza.

P. è a disposizione di Rango e quindi nel nostro gruppo per conto del quale esegue riparazioni ad auto limitandosi a ricevere il costo dei ricambi utilizzati. Inoltre si presta ad avvicinare le persone per indurle a pagare il pizzo. Nel caso di specie cercava di indurre al pagamento del pizzo P. il quale continuò a rifiutare il pagamento. Questi episodi nei confronti di P. si sono verificati nel 2014.
In seguito al vano intervento di R. P., sempre per quanto riferitomi da Rango, è stata incendiata un’autovettura rubata proprio davanti l’entrata della impresa di Pecora (Autoricambi), che malgrado quest’ulteriore intimidazione non ha pagato.

Non abbiamo insistito nel fare danni a P. perché abbiamo saputo che vi erano indagini in relazione alle intimidazioni che avevamo già perpetrato in danno di P..

manette

Le notizie erano certe in quanto provenivano da E. C., il quale aveva un informatore che era un poliziotto in servizio presso la questura di Cosenza. A detta di E. C. e di Rango era un massone.

Questa persona della quale non conosco il nome, a detta di E. C. e di Rango, aveva rapporti esclusivamente con E.C.. Ribadisco, E. C. e Rango dicevano che il solo E. C. lo incontrava e gli parlava per telefono.

Non so se E. C. disponeva di un’utenza telefonica dedicata ai contatti con questo poliziotto ma sono certo che avesse contatti telefonici. E. C. è una persona molto vicina a Maurizio Rango, non è un affiliato e Rango lo aveva avvicinato a sé poco prima della scarcerazione di Tonino Strusciatappine.

Infatti, il nostro gruppo aveva deciso l’eliminazione fisica di Tonino Strusciatappine per i motivi che preciserò in seguito e E. C. era in grado di conoscere i movimenti di Tonino Strusciatappine in quanto, E. C., per l’appunto era, da molto tempo, “sotto usura” da T. M., cognato di Tonino Strusciatappine.

Ribadisco che per questa ragione lo avvicinammo a noi, così come avvicinammo anche M. P. il quale, allo stesso modo di E. C., poteva essere utilizzato per tendere un tranello a Tonino Strusciatappine. L’avvicinamento di E. C., per quanto posso ricordare, risale al 2012.

Egli, sin da subito, disse a me e a Rango che poteva avere notizie relative alle indagini in corso da un poliziotto del quale, ribadisco, a me non ha mai fatto il nome. Lo stesso Rango ha sempre detto che non conosceva il nome di questa persona.

E. C., per dimostrare quanto fosse attendibile la sua fonte, subito ci disse che, a casa di Rango, era stata piazzata una microspia. La notizia della esistenza di una microspia piazzata a casa di Rango, fu data da E. C. a me e a Rango, quando Rango era stato scarcerato ma ci venne detto, ribadisco, che la microspia era stata attiva durante la detenzione domiciliare dei Rango per i fatti conseguenti all’omicidio Messinetti.

Adolfo Foggetti e Maurizio Rango
Adolfo Foggetti e Maurizio Rango

Avuta questa notizia abbiamo evitato di parlare a casa di Rango o se ivi parlavamo, parlavamo a voce bassissima in modo tale da scongiurare ascolti, mentre prima di aver appreso la notizia relativa alla microspia, la casa di Rango era frequentata da tutti i massimi esponenti del nostro clan e cioè: da me, da C., da P., da F. S., da L. A. figlio di D., da U. D. P., da E. S., da R. G., da A. A. figlio di G..

A dimostrazione di queste frequentazioni voglio considerare che, in una occasione, G. P. fu trovato dalle forze dell’ordine davanti l’ingresso del portone dello stabile dove abita Rango, G. P. giustificò la propria presenza dicendo che si era recato a casa di una parente della moglie che abita nello stesso stabile di Rango, ad un piano superiore.

In quella occasione, anche io ero a casa di Rango, accortomi della presenza delle forze dell’ordine, mi sono rifugiato a casa della mia parente della moglie di G. P., che si chiama M., dove mi sono chiuso in bagno e non sono stato trovato dalle forze dell’ordine che avevano fatto irruzione anche in questa abitazione.

Anche R. P. andava a casa di Rango sebbene potesse giustificare la propria presenza abitando nello stesso stabile. In virtù degli ascolti della microspia piazzata a casa di Rango durante la sua detenzione domiciliare, sempre a detta di E.C., che riceveva informazioni dal poliziotto, si stavano facendo indagini in relazione a delle estorsioni perpetrate in danno dei Foggetti giostrai miei parenti che gestiscono, ogni anno, nel bimestre ottobre/novembre, delle giostre ai giardini pubblici di Rende.

Per conto del nostro gruppo, ho sempre gestito personalmente queste richieste estorsive in quanto avevo la possibilità di avvicinare i miei parenti dai quali ogni anno ho ricevuto denaro in misura oscillante tra gli 8 e i 10.000 euro, più 4/500 biglietti omaggio per ogni anno.

Lo stesso E.C. ci diceva che dall’ascolto della microspia piazzata a casa di Rango durante la sua detenzione domiciliare, erano scaturite indagini conseguenti all’omicidio Messinetti.

Messinetti venne ucciso, nel corso del 2012, per un motivo assai banale. Infatti aveva litigato, per un parcheggio, con tale Carolei, che è una persona anziana, del quale non ricordo il nome, Rango, ribadisco, era intervenuto malmenando Messinetti, cagionandone la morte.

1 – (continua)