Le lacrime di coccodrillo di Morra

Volendo prendere per buone le lacrime di coccodrillo di Morra versate oggi in un suo post, dove dice di “essere preoccupato per il suo ritorno nei ranghi” (non candidandosi più dovrà far ritorno nei “ranghi” dei comuni mortali), perché in tanti gli rimproverano di non aver fatto il proprio dovere fino in fondo, cosa che il quasi ex presidente della “commissione antimafia” ritiene ingiusta e non vera, una domanda sorge spontanea.

Il quasi di nuovo professore di filosofia sostiene che tale “accusa” gli viene rivolta, spesso e volentieri, da chi “non conosce   adeguatamente poteri e facoltà della commissione che sto presiedendo”. E aggiunge: “… in tanti reputano che la stessa commissione antimafia abbia competenze e poteri di fatto illimitati, quando è assolutamente vero il contrario”. E questo, secondo il quasi ex senatore, ha generato il frainteso che fa pensare alla gente “che una commissione d’inchiesta sia dotata degli stessi ed identici poteri dell’autorità giudiziaria”. Ma così non è, e sottolinea: “Per cui, schiacciato da questi limiti ben definiti e che mi possono portare a dialogare con l’autorità giudiziaria, senza però poterle intimare alcunché…”.

Il punto più commovente, da qui le lacrime, Morra, nel suo pianto di coccodrillo, lo tocca quando spiega il suo stato d’animo rispetto a questa ingiusta accusa: “… alla fine vivo doppiamente male perché da un lato so che non potrò risolvere la questione, quasi sempre fondata, che mi viene posta dal cittadino colpito dall’ingiustizia del potere, e dall’altro vengo anche accusato di coprire attraverso la mia personale omertà e collusione un sistema corrotto e schifoso di cui non faccio parte e che mi ha anche clamorosamente ed efficacemente sterilizzato, marginalizzandomi in ogni  dimensione ove il mio agire e comunicare possa risultare potenzialmente dannoso”. E porge le sue scuse: “Se son venuto meno ai miei doveri, è stato per difetto d’intelligenza, mai di volontà, poiché non mi sono mai sottratto ai miei compiti, non solo istituzionali”.

Ora – stando al commovente tenore dello scritto che induce il lettore a dare per scontata la genuinità dei sentimenti espressi, e così vogliamo fare anche noi prendendo per buone le sue parole e comprendendo il suo “limite” istituzionale” – ci piacerebbe chiedere al quasi cittadino Morra se spiegare ai cosentini cosa è realmente successo in riferimento alla “boicottata ispezione ministeriale al Tribunale di Cosenza”, e al “caso Cirò”, nonché chiarire i suoi rapporti con la Manzini, rientra, o no, nei suoi poteri di quasi ex presidente antimafia (visto che arrestare massomafiosi non rientra nei suoi poteri)? Sarebbe gradita risposta prima della fine del mandato.