di Saul Caia e Valeria Pacelli
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Non ci sono solo le parole captate intorno al tavolo del ristorante romano “Vinando a Tor Margana”, di Roma. I magistrati di Caltanissetta hanno deciso di iscrivere per rivelazione di segreto il pm Michele Prestipino anche sulla base di un’altra intercettazione. Stavolta a parlare non è però il pm romano, ma Francesco Gratteri, consulente di WeBuild: a un altro soggetto di WeBuild avrebbe detto di aver parlato con un magistrato, senza fare il nome di Prestipino, rinviando a quanto riferitogli però in un secondo momento. Il soggetto con cui parla Gratteri è Raffaele Ungaro, director of Security di WeBuild, mai indagato dai pm di Caltanissetta, anche perché questa sarebbe l’unica cosa riferitagli.
Per capire bene questa storia bisogna riavvolgere il nastro. E tornare al 1º aprile 2025. Quel giorno al ristorante romano “Vinando a Tor Margana”, trattoria in zona Campidoglio, si incontrano Prestipino, ex procuratore di Palermo e Roma, oggi procuratore aggiunto in Dnaa (direzione nazionale antimafia e antiterrorismo) e due ex pezzi grossi della Polizia italiana, l’ex capo Giovanni De Gennaro e il suo storico braccio destro Francesco Gratteri.
Questi ultimi oggi sono soggetti privati, rispettivamente presidente del consorzio Eurolink e consulente della controllante WeBuild, i colossi incaricati dal governo di costruire il ponte sullo Stretto di Messina. In quel momento De Gennaro era monitorato per altre vicende che non c’entrano nulla con il ponte, ma riguardano una delle inchieste in corso sulle stragi del 1992. Tra queste c’è anche quella sulla sparizione dell’agenda rossa di Paolo Borsellino il giorno della strage di via D’Amelio.
Durante questo pranzo, quindi, le intercettazioni ambientali dei carabinieri del Ros captano alcune informazioni che Prestipino avrebbe rivelato a De Gennaro e Gratteri. Per i pm di Caltanissetta si tratta di notizie coperte da segreto. Dopo questo incontro ci sarebbe una seconda intercettazione di interesse degli investigatori. Nel comunicato dei giorni scorsi della Procura è scritto: Gratteri “anche per conto di De Gennaro avrebbe già avvisato del corso delle indagini medesime alcuni protagonisti della vicenda”. Dove “vicenda” è riferito al ponte, non all ’indagine. E qui entrerebbe la seconda conversazione agli atti dell’inchies ta di Caltanissetta. Secondo quanto ricostruito dal Fatto, Gratteri, dopo il pranzo romano, sente telefonicamente Raffaele Ungaro. Si tratta del director of Security di WeBuild, dove è arrivato nel marzo del 2024 dopo aver lavorato oltre sei anni in Eni. Secondo fonti vicine a Ungaro però durante questa conversazione telefonica, che sarebbe avvenuta intorno al 10 aprile, non sarebbe stato rivelato nulla: tra i due ci sarebbe stata una telefonata per questioni personali, quando Gratteri avrebbe detto a Ungaro di aver parlato con un magistrato senza però aggiungere di cosa, ma dicendo che gli avrebbe spiegato però quando si sarebbe visti.
Incontro che, dicono sempre fonti vicine a Ungaro, non ci sarebbe mai stato: i due non si sarebbero più rivisti.
A OGNI MODO anche questa seconda captazione avrebbe però convinto la Procura di Caltanissetta a iscrivere il pm romano, che appena saputo dell’indagine a suo carico, ha rimesso le deleghe di coordinamento da procuratore aggiunto alla Dnaa, dimissioni che il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha accettato. La Procura di Caltanissetta ha iscritto per Prestipino – per il quale vale, come per tutti, la presunzione di innocenza – anche l’aggravante dell’agevolazione dell’organizzazione mafiosa.
Un addebito provvisorio, dovuto solo al rischio ipotetico che le informazioni veicolate potessero finire (non per volontà dei commensali) a individui legati ai clan. Per il legale di Prestipino, Cesare Placanica, è un’accusa “lunare e priva di ogni aderenza alla realtà anche solo ipotizzare un suo accostamento a realtà criminali”, tanto più che i due interlocutori “non sono imprenditori o malavitosi ”ma un “investigatore di punta nella lotta alla criminalità e un suo storico collaboratore”. L’avvocato Placanica ha depositato una memoria in cui ribadisce la questione della competenza territoriale (a breve l’inchiesta verrà trasferita a Roma) e l’inutilizzabilità delle intercettazioni. Intanto gli atti che riguardano Prestipino sono già arrivati al procuratore generale della Corte di Cassazione per i profili disciplinari.