L’elettorato del Pd: un mistero di perfetta chiarezza

(UGO ROSA – glistatigenerali.com) – L’elettore del Pd è un koan. Un enigma-non-enigma. Un mistero perfettamente chiaro. Una misteriosa evidenza.

Considerando ciò che quel partito è stato e ha fatto dalla nascita ad oggi – ma in realtà anche nel corso della sua lunga gestazione – si sarebbe quasi tentati di pensarlo del tutto imbecille. Ma non gli si renderebbe giustizia.

Per definirne con buona approssimazione l’identità non credo si rendano necessarie approfondite inchieste, sondaggi accurati, metodici tour de force statistici. Ciascuno ne conosce personalmente svariati esemplari – si tratta pur sempre di un partito a due cifre perfino nel peggiore dei casi – e mettendo a confronto quelle conoscenze può ricostruirne un identikit credibile e somigliante. Addirittura inequivocabile.

L’elettore del Pd non è altri che il benestante medio ideale. Quello, cioè, che si gode tutti i suoi privilegi senza battere ciglio, esattamente come il suo corrispettivo che vota Lega, Fratelli d’Italia o Forza Italia ma, contrariamente a lui, vuole farlo tenendosi al passo coi tempi e in sintonia con un cuore che da sempre batte a sinistra.

Mentalità aperta, parità di genere, desinenza neutra, diritti civili, estrema simpatia per il migrante (ottimo giardiniere, coscienzioso puliziere, cameriere solerte…l’omino dei lavoretti) laicismo temperato e illuminismo privo di estremismo giacobino: liberté, égalité, fraternité (mais dans le respect de la propriété privée…perché lui, quello che ha, se lo è guadagnato e i privilegi acquisiti non si toccano).

Di più non gli si può chiedere.

E infatti, molto saggiamente, il partito per cui vota e che lo rappresenta a perfezione, di più non gli chiede. Perché se lo facesse dovrebbe semplicemente cambiare elettorato.

Ma coi tempi che corrono trovare un povero cristo disposto ad andare a votare non avendo nulla da guadagnarci è molto più difficile che fare la raccolta differenziata come si deve.

Questi invece votano per abitudine inveterata e se non votano si sentono a disagio, perché sanno di avere molto da difendere. Quindi va bene così.

Per questo vorrei dire a quegli strani tipi che “da sinistra” fanno la morale al PD, che gli fanno le pulci perché lo verrebbero “più vicino agli ultimi” (oggesù) e che addirittura pretendono che “diventi propulsore di una nuova sinistra” di stare semplicemente prendendo lucciole per lanterne.

Gli scandalizzati dalle “misteriose” alleanze con Calenda, Gelmini, Carfagna gli indignati dell’abbraccio “enigmatico” a Brunetta, i risentiti della mano tesa a Tabacci e a Di Maio farebbero bene a non scandalizzarsi, indignarsi o risentirsi e dare invece un’occhiata alle loro conoscenze per vedere chi, tra quelli che conoscono, vota per il PD.

Altrimenti saranno loro i soli veri imbecilli della partita. Perché i dirigenti del Pd sanno benissimo che i loro elettori hanno un cuore che batte per gli ultimi.

Ma sanno altrettanto bene che ci hanno pure la giacchetta. E che dentro quella giacchetta ci tengono il portafoglio. Proprio sopra il cuore. Quindi mi dispiace non essere d’accordo con le geremiadi dei nostalgici di non so cosa. Il Pd è esattamente quel che deve essere e i suoi elettori se lo meritano.