“Leo Battaglia, un calabrese che odia il Sud”

Leo Battaglia, oltre che inseguire una fallimentare carriera da writer e riempire ogni muro della provincia cosentina per le sue campagne elettorali, qualche giorno fa ci ha offerto un esempio lampante della profonda incoerenza del suo partito. Il coordinatore provinciale della Lega ha scelto di scagliarsi contro il vescovo di Cosenza, Monsignor Checchinato, invitandolo a non confondere il suo ruolo ecclesiastico con la politica, dopo che quest’ultimo si era espresso contro l’autonomia differenziata.

Ebbene, appare evidente che, tra diritto ad abortire e autonomia differenziata, La Lega, foriera da sempre di valori misogini, razzisti e antimeridionalisti, utilizzi il classico metodo del “due pesi, due misure”. Secondo la Lega, sul tema dell’aborto, la Chiesa deve esprimersi e, anzi, le associazioni Pro-vita devono essere lautamente finanziate, ma sull’autonomia differenziata Monsignor Checchinato deve tacere. Nello specifico, per Leo Battaglia, la Chiesa non dovrebbe dare opinioni su questioni che vanno gravemente a ledere quel che resta di un’uguaglianza da Nord a Sud in termini di diritti. Poco importa se l’autonomia differenziata aumenterà drasticamente la differenza tra qualità e quantità di servizi che di cui i cittadini potranno usufruire dal punto di vista sanitario, scolastico, commerciale, dei trasporti, della ricerca, del benessere in generale.

La stessa esistenza della Lega in Calabria è paradossale, figuriamoci politici calabresi che promuovono un disegno di legge che ha come obiettivo quello di concentrare le risorse economiche nelle regioni più ricche e, di conseguenza, svantaggiare ulteriormente la popolazione delle regioni più povere.
D’altronde quando si tratta di limitare i diritti, La Lega è sempre in prima fila.

FEM.IN.
La Base